Iniziamo

Arrivo tardi come al solito nel mondo informatico e mi cimento
cosi' per la prima volta con un Blog ....
Ma come dice il famoso detto popolare "Meglio tardi che mai".
Il seguente Blog tratta pertanto svariati argomenti: si va dalla vita personale a Fotografie, dalla Letteratura all'Arte in generale (Musica, Teatro, Cinema), dalla Storia alle Biografie di personaggi famosi, Viaggi, Ricette di Cucina, Eventi e notizie in generale.
Percio' Benvenuto a chiunque voglia seguire queste pagine.

lunedì 30 gennaio 2012

Lungo weekend di notizie: La finale degli Australian Open 2012, La morte di Oscar Luigi Scalfaro, L'ironia di Luciana Litizzetto

Questo appena trascorso è stato un lungo weekend pieno di eventi importanti.
Personalmente l'ho trascorso in panciolle sul divano di casa, comodamente rannicchiata al caldo di una coperta (a causa del freddo polare che si è imbattuto su tutto il territorio nazionale).
Riassumendo sono tre gli eventi che in particolare hanno attirato la mia attenzione:

- La finale di tennis degli Australian open disputata tra Rafael Nadal e Novak Djokovic;
- La scomparsa di Oscar Luigi Scalfaro;
- Il momento di chiusura di Luciana Litizzetto al programma "Che tempo che fa" condotto da Fabio Fazio.


Piccola premessa alla prima notizia: non seguo di norma il tennis ma vivo in casa con un tifoso sfegatato di questo sport (non so se esista un corrispettivo di ultras nel tennis come lo è per il calcio). Nella giornata di ieri questo "ultras del tennis" è stato incollato per quasi tutto il tempo alla tv a guardare la finale degli Australian open.
Il fatto principale pero' che mi ha stupita è stata la durata di questa partita (in Italia la messa in onda del torneo trasmessa su Sky sport dalle ore 9e30 del mattino) che ha avuto il record di ben 6 ore di gioco effettuato !
Una partita che (anche per chi non è appassionato del genere) resta indimenticabile ed entra nella storia del tennis come la finale piu' lunga che si sia mai disputata in un torneo dello Slam.
Si conferma ancora una volta campione il serbo ventiquattrenne Novak Djokovic che ha battuto l'avversario, lo spagnolo Rafael Nadal, in 5 set con il punteggio di: 5-7; 6-4; 6-2; 6-7; 7-5.
Djokovic conquista il 29° titolo della carriera, il quinto in un major e il terzo sul cemento di Melbourne Park dopo gli exploit del 2008 e del 2011.
Non essendo competente in materia, nel voler rendere l'idea dello spettacolo vissuto, riporto un pezzo dell'articolo del quotidiano on-line di Repubblica che riassume bene quanto accaduto:

La partita è stata magnifica con entrambi i campioni capaci di giocare al meglio i punti importanti e di ribaltare situazioni che sembravano perdute.
In particolare, Nadal che aveva vinto il primo set ma era sembrato subire il ritorno del serbo nella seconda e soprattutto nella terza partita, è stato capace di salvare tre break point sul 3-4 e 0-40 del quarto, giocando 5 punti fenomenali di fila, per trascinare la partita al tie break e poi al quinto.
Neanche il contrattempo della chiusura del tetto per pioggia ha impedito che si proseguisse il gioco.
Il servizio, dopo il quarto parziale senza break, continua a dominare fino al sesto game.
Nadal, avanti 3-2, ha la chance per tentare l'allungo decisivo: scappa il dritto di Djokovic e scappa anche Rafa (4-2).
Tutto finito? Macchè. Lo spagnolo sbaglia un rovescio cruciale, il serbo ringrazia: controbreak di platino, 4-3 e si ricomincia. Le energie dovrebbero scarseggiare, ma dopo 5 ore abbondanti si vedono ancora scambi di 31 colpi. Sul 4-4, Djokovic ha la palla per il break: un servizio perfetto, però, la cancella. La scena si presenta nuovamente poco dopo: Nadal si sfalda, Nole sfonda per il 6-5.
Lo spagnolo ha un ultimo sussulto, un' ultima palla break: l'ennesima rimonta non si concretizza, Djokovic chiude 7-5 e resta sul trono.
 
Djokovic si conferma re Nadal battuto in finale                    


Seconda notizia del week-end è quella invece che riguarda la morte di Oscar Luigi Scalfaro.

Nato a Novara nel 1918 e morto a Roma ieri all'età di 93 anni, Scalfaro è stato per anni in politica ed è stato anche Presidente della Repubblica italiana dal 1992 al 1999.
Insieme a Sandro Pertini ed Enrico De Nicola, Scalfaro ha ricoperto tutte le tre più alte cariche dello Stato: è infatti stato Presidente della Repubblica e Presidente della Camera, oltre ad avere presieduto
provvisoriamente il Senato all'inizio della XV Legislatura.
Scalfaro ha sempre, nel bene e nel male, fatto discutere di se' e anche la sua presidenza viene vista dagli storici contemporanei come una tra le presidenze piu' controverse della storia repubblicana.
Su wikipedia si legge infatti:

benché fortemente sostenuto dai partiti politici sopravvissuti al turbine di Tangentopoli, ha ingenerato forti contrapposizioni, fronteggiate con una decisione che nessuno avrebbe saputo prevedere da un politico approdato quasi per caso al Quirinale.

La storia politica e personale di quest'uomo è lunga e complessa e non la riassumo qui sul blog solo perchè ci sono già migliaia di siti e quotidiani che se ne stanno occupando.
Ci tenevo pero' a ricordarlo in quanto nel periodo in cui lui era diventato Presidente della nostra nazione avevo 12 anni e da poco nella mia terra siciliana era stato ucciso un grande uomo che portava il nome di Giovanni Falcone.
Di certo non deve essere stato facile per Scalfaro, seduto su quella poltrona, affrontare gli eventi storici del momento e pertanto mi pareva giusto ricordarlo un momento.



Infine, tra politica, attualità, in questo lungo weekend ci sono state anche le risate causate dalla travolgente Luciana Litizzetto al programma "Che tempo che fa" in onda su Rai tre e condotto da Fabio Fazio.
Come sempre la comica torinese prende il meglio delle notizie del nostro paese e le riporta in tv con ironia profonda strappando il sorriso dalle labbra della gente (in studio come da casa).
Mentre oggi, quasi tutti i blog, si concentrano sull'ultimo argomento riportato dalla Litizzetto, quello della "Jolanda" di Melissa Satta e di Sara Tommasi, è stato a mio avviso tralasciato invece il pezzo migliore della sua discussione: la tirata d'orecchie fatta al viceministro Michel Martone.
Martone aveva infatti rilasciato, in settimana, una intervista in cui aveva epitetato gli studenti universitari che si laureano a 29 anni come "sfigati".
L'infelice uscita del viceministro ha suscitato scalpore e ha giustamente fatto indignare universitari e non (sopratutto se si pensa a quanto sia strano il fatto che quest'uomo sia professore ordinario a soli 30 anni, sarà mica dovuto al fatto che è figlio dell'ex presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Antonio Martone?).
Fortunatamente ci pensa Luciana a prendere il viceministro in giro e lo fa con il suo solito garbo e la sua solita simpatia fuori dagli schemi.


sabato 28 gennaio 2012

27 gennaio la Giornata della Memoria. Per non dimenticare.



Non servono parole per descrivere quella che è stata la giornata di ieri e che è a giusta causa è definita "Giornata della Memoria".
La Memoria (in tal caso collettiva) per non dimenticare quanto accaduto nei campi di concentramento a opera dei nazisti.
Memoria per ricordare tutte quelle migliaia e migliaia di persone innocenti cadute vittime della follia di altri uomini che non vedevano aldilà della propria cieca stupidità.
Le immagini parlano da sole e quindi silenzio e Ricordiamo in questo giorno.

giovedì 26 gennaio 2012

Torta di zucchine e patate




Visto che è già da un poco (per laverità neanche tanto tempo, l'ultima credo risalga a circa 6 post fa) che non davo ricette di cucina oggi ne trascrivo una che ho fatto ieri a pranzo e che puo' essere adatta a persone che come me amano le verdure.
Si tratta della Torta o meglio del Tortino di Zucchine e Patate:

INGREDIENTI: 4 zucchine medie lunghe, 1 kg di patate, parmigiano grattugiato, prezzemolo, scamorza o mozzarella, un uovo, margarina vegetale, pepe, sale.

PREPARAZIONE:

Passo numero uno:

Sbucciare le patate e metterle a bollire in una pentola per circa 40 minuti, appena saranno cotte scolatele e lasciatele raffreddare da parte.
Intanto lavate e pulite le zucchine, tagliatele a metà per la loro lunghezza e fatene poi dei piccoli cubetti.
In una padella inserite 30 gr di margarina vegetale, un pizzico di sale, un poco di pepe e aggiungete le zucchine che avevate tagliato a cubetti.
Fate trifolare le zucchine in padella a fuoco basso finche' non saranno cotte (circa 15 minuti).

Passo numero 2:

Prendere una ciotola, inserire le patate che erano gia' state cotte e schiacciarle con la forchetta facendone un pure'.
Al composto di patate aggiungere ora il parmiggiano grattugiato, un uovo e il prezzemolo e rimescolare ancora un poco.
Prendere una pirofila o una teglia per il forno imburratela e inserite un primo composto di pure' di patate a cui aggiungerete sopra le zucchine e la scamorza o la mozzarella tagliata a dadini.
Richiudete tutto con dell'altro composto di patate sopra e infornate a 180° per circa 30-40 minuti (comunque finchè non si sarà formata una crosta dorata).


Siti a cui ho fatto riferimento per questa ricetta sono:

www.pomodororosso.it/ricette/tortino-di-zucchine-e-patate

http://www.ricette-vegetariane.it/contorni-vegetariani/Tortino_Zucchine_e_Patate.html

mercoledì 25 gennaio 2012

Almost True di Lucarelli: La maledizione della J27 e il Mistero di Jim Morrison











Ieri sera giocando con il telecomando al solito "Zappo" (quello che tutti chiamano correttamente zapping) sono incappata ad un certo punto su un programma che fino ad ora non avevo mai visto e che invece merita di essere seguito.
Parlo di "Almost True" (iniziato il 12 gennaio), in onda su Rai2 (dalle ore 23.00 circa), dove il conduttore, Carlo Lucarelli, porta gli spettatori a conoscenza dei misteri che avvolgono i Miti della Musica e delllo Spettacolo.

Da giallista incallito Lucarelli propone cosi' verità alternative, retroscena misteriosi e teorie del complotto che ruotano (tra verità e menzogna sta poi al telespettatore riflettere e trarre le proprie conclusioni) intorno ai personaggi dello star system.
La puntata di ieri sera ha colpito la mia attenzione perchè era incentrata intorno ad un argomento molto discusso quale "La Maledizione della J27" e la figura di un mostro sacro del rock come quella di Jim Morrison.



Procediamo con calma e iniziamo con quella che è una storia vecchissima (leggenda o forse no) che porta il nome di: J27.
Con il termine J27 si fa infatti riferimento a una maledizione che colpisce gli artisti del mondo della musica rock tra gli anni '60 e il 1980.
La maledizione colpiva infatti tutti quei cantanti e musicisti che portavano nel loro nome l'iniziale della lettera J e che morivano giovanissimi a soli 27 anni.

Si inizia da Brian Jones, chitarrista dei Rolling Stones, che il 3 luglio 1969 in Inghilterra e a soli 27 anni, viene trovato morto annegato nella piscina della sua villa.
Su Jones (di cui inizialmente si sostenne fosse morto per eccessivo uso di droga, mentre il coroner ne dichiaro' la morte per incidente) e sulla sua fine saltarono pero' in seguito fuori degli strani episodi e delle testimonianze che alimentarono ipotesi alternative.

Un' anno dopo la morte di Brian Jones, il 18 settembre 1970, la storia si ripete e muore (guarda caso anche lui a 27 anni) uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi: Jimmi Hendrix.
Anche in questo caso si parla di decesso avvolto dal mistero.
Hendrix si era recato, la sera del 17 settembre, nell'appartamento della sua fidanzata (Monika Danneman) dove prima di addormentarsi prese delle pillole di sonnifero.
Nella notte la ragazza si accorse che qualcosa non andava e chiamo' i soccorsi (telefono' anche al manager di Jimmi).
Hendrix morì soffocato dal suo stesso vomito mentre dormiva.
Il dubbio che ruota intorno alla sua morte lo si fa risalire alle parole scritte dal chitarrista poco prima di addormentarsi:

La storia della vita / è più rapida / di un battito di ciglia / la storia di un amore / è ciao e addio / finché non ci ritroveremo“.

Frasi scritte in un periodo in cui Hendrix lavorava a un nuovo disco e che alimenteranno per anni l'idea di un suicidio.

Dopo Jimmi Hendrix (esattamente due settimane dopo) muore, a causa di una overdose di alcol ed eroina, a soli 27 anni, la cantante folk-blues texana Janis Joplin.
Il corpo della cantante venne ritrovato, nell'Hotel dove alloggiava, dal suo manager, Al Jhon Cooke, con il volto sfigurato dopo che era caduta perdendo i sensi e battendo violentemente la testa fratturandosi le ossa del viso.



Questi sopra elencati sono solo alcuni dei nomi di grosso calibro colpiti da questa strana maledizione della J27 a cui, secondo Lucarelli nel programma Almost True, si aggiunge un ultimo grande nome (subito dopo quello della Joplin) ed è quello di: Jim Morrison.

Tutti conoscono Jim Morrison, il cantante leader dei Doors.
Anche lui, a 27 anni, il 3 luglio 1971, segue la scia dei tre artisti sopra citati e viene trovato morto nella vasca da bagno del suo hotel di Parigi.
Si vocifera sia morto a causa di una overdose di alcol e droghe, ma il referto medico ufficiale dichiara che è un arresto cardiaco.

Adesso pero' viene il clou del programma di Lucarelli, dove viene sostenuta l'ipotesi che nella realtà ad oggi Jim Morrison sia ancora vivo (tesi che ne ritrova la causa nella mancata autopsia da parte dei francesi sul corpo del cantante) e che abbia cambiato volto e identità !

L'idea di base di questa ipotesi portata avanti nel programma televisivo è che Morrison ha dovuto cambiare vita e identità a causa del fatto che quella che è conosciuta come Maledizione della J27 era in realtà un complotto governativo che voleva eliminare tutte le rockstar (Brian Jones, Jimmi Hendrix, Janis Joplin) e che ne vedeva in Morrison la prossima vittima.

Sul finire del programma arriva il colpo di grazia (che Lucarelli conduce con maestria) sul leader dei Doors e su questa sua "strana morte-non morte":

Jim Morrison dopo aver inscenato la sua morte, nel 1971, si sottopose ad una serie di interventi di chirurgia plastica facciale e diventò un nuovo personaggio famoso (cantante di jingle pubblicitari inizialmente e poi cantante a tutti gli effetti, famoso a partire dal 1973, e di cui si possiedono poche notizie sul passato): Barry Manilow.
Questa pazzesca teoria viene supportata, da quelli che si definiscono complottisti, con la scusa che sia in Morrison che in Manilow, sono presenti la stessa vocalità, la stessa corporatura, lo stesso peso.




Verità, finzione, mistero, complotto, teorie fantasiose oppure no, quello che resta certo nella mia mente è che gli autori del progamma Almost True hanno giocato bene le proprie carte (avvalendosi dell'aiuto di un conduttore da "brivido" come Lucarelli) riuscendo a insinuare almeno qualche piccolo dubbio nello spettatore (soprattutto con la storia della J27 che circola per il mondo proprio a partire dalla data di morte di Jim Morrison).

martedì 24 gennaio 2012

Dal romanzo di Camilleri esce finalmente al cinema "La Scomparsa di Pato' "




Finalmente sembra che ci siamo !
Mi riferisco (per gli appassionati di Andrea Camilleri e dei suoi lavori letterari) al fatto che uscirà il 24 febbraio nelle sale cinematografiche italiane il film: La Scomparsa di Pato'.

Tratto dal romanzo giallo (edito da Mondadori nel 2000 e che porta lo stesso titolo) di Andrea Camilleri, il film (regia di Rocco Mortelliti) è stato girato tra febbraio e marzo del 2010 (film che si avvale dell'appoggio e del contributo del Ministero per i Beni e le attività culturali) e a causa di improvvisi imprevisti ne aveva sempre rimandato l'uscita ufficiale.
Dopo questa lunga attesa però sembra (almeno secondo il sito internet http://www.vigata.org ) che adesso si siano finalmente decisi a portarne la visione anche al pubblico del grande schermo.

La trama del romanzo e del film è la seguente:

Nella Vigata (cittadina siciliana di invenzione dello scrittore) del 1890, durante il Venerdi' Santo si tiene come ogni anno la sacra rappresentazione definita dalla popolazione il "Mortorio" (ovvero la Passione di Cristo).
Il ragioniere Antonio Pato', direttore della Banca di Trinacria e persona stimata in paese, ha il ruolo poco gradevole di Giuda e come da copione riportato, sul grande palco allestito (nella proprietà del marchese Simone Curto' che ha concesso l'uso del terreno e di 4 magazzini per lo spettacolo) precipita giu' nella botola che ha sotto i piedi.
Pato' pero' non ricompare alla fine della rappresesentazione per ricevere gli applausi del pubblico.
Svanisce nel nulla e di lui se ne perde ogni traccia.
Tutti iniziano giustamente a chiedersi che fine abbia fatto il ragioniere (persino i giornali "l'Araldo di Montelusa" e la "Gazzetta dell'Isola") e giudicano gli inquirenti incapaci di svolgere serie indagini su questa scomparsa misteriosa.
Il 23 marzo (giorno di Pasqua) su un muro della cittadina compare la scritta "Muri' Pato' o s'ammuccio' ?" (Pato' è morto o si è nascosto ?), segno che la scomparsa del ragioniere è divenuta di dominio pubblico e che si stanno avanzando una varietà d'ipotesi che mettono in discussione anche la figura di Patò come onesto padre di famiglia.
È soprattutto la moglie di Pato', Mangiafico Elisabetta, che chiede sia fatta chiarezza (offrendo persino una grande ricompensa a chi portasse notizie utili) sulla scomparsa del marito, sostenuta dal cognato Arnoldo Mangiafico (Capitano del regio Esercito).
Dello strano caso se ne occupano la Delegazione di Pubblica Sicurezza di Vigata e la Stazione dei Reali Carabinieri che pero' sembrano piu' pronti a farsi la guerra e ad ostacolarsi l'uno contro l'altro anzichè darsi da fare seriamente con le ricerche.
Ricerche che vanno avanti per un mese e che portano mille dubbi e mille domande tra paesani e ufficiali che indagano: Qualche irregolarità nella conduzione della banca? Una perdita di memoria dovuta alla caduta nella botola? Una scomparsa voluta e programmata per ragioni di cuore?
Qualche complotto mafioso?.
Le indagini proseguono senza arrivare a una conclusione sensata e il racconto termina con il ritrovamento del corpo del ragioniere Patò (il 27 Aprile 1890) dopo più di un mese dalla sua scomparsa, in una zona paludosa di caccia tra Vigata e Montereale.

Il film vede un cast di protagonisti eccezionali come: lo straordinario Neri Marcore' (Pato' appunto), Nino Frassica (interpreta il Maresciallo dei carabinieri) e Maurizio Casagrande (nel ruolo del Delegato di Pubblica Sicurezza).
Restiamo  quindi in attesa di godere di questa trasposizione letteraria sul grande schermo per poterne dare un giudizio critico migliore.


il cast del film


lunedì 23 gennaio 2012

Breve Storia del Carnevale.




Si avvicina il mese di Febbraio e con esso è in arrivo il mio caro Carnevale.
Avendo una formazione universitaria in ambito teatrale, non potevo di certo non scrivere qualcosa sull'argomento.
Inoltre visto che in ottobre avevo scritto un post su "Halloween" non mi sembrava corretto trascurare anche le nostre di tradizioni.

Aprendo una qualunque enciclopedia e cercando la parola carnevale troveremo la seguente definizione:

Periodo festivo tra l'Epifania e la Quaresima con date di inizio variabili a seconda dei luoghi.
Il culmine della festa è nei giorni "grassi", dal giovedi' al martedi', precedenti il mercoledi' delle ceneri. Tradizionali sono i travestimenti, la festa, la baldoria, il capovolgimento delle gerarchie sociali.

Per quanto riguarda l'origine del nome "Carnevale" pare che derivi dal latino medioevale "togliere la carne" (in osservanza del divieto nella religione cattolica di mangiare la carne durante i 40 giorni di quaresima) mentre le sue origini fisiche sono invece piu' complesse e lontane nel tempo e si fanno risalire alle feste Dionisiache dell'antica Grecia (nel periodo della fine di marzo) o ai Saturnali Romani (dal 17 al 23 dicembre).
In entrambi i casi si realizzava, durante il periodo di festa, un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciare posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo, al caos.
Su wikipedia si legge:

Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente.

Origini mitologiche che vedono dunque il caos come protagonista vanno ricercate nella nascita del processo del Carnevale dove, nei periodi ad esso dedicati, era consentito l'uso di Mascheramenti (ad esempio presso i romani veniva raffigurato un uomo coperto da pelli di capra portato in processione) e Danze abbinate.
Sempre su wikipedia, scorrendo il testo, si legge inoltre:

Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio  "Il Mito dell'Eterno Ritorno":
Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia.
I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono  elementi che denotano che alla fine dell’anno e nell’attesa del nuovo anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia.....
Il significato cosmologico dell'orgia carnevalesca di fine anno è confermato dal fatto che al caos segue sempre una nuova creazione del Cosmo.
Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi.

Il Carnevale assume cosi' in tal caso un nuovo significato, si puo' dire metafisico, dove le anime defunte per non diventare pericolose devono essere onorate e per tale ragione si prestano loro dei corpi provvisori tramite l'uso di Maschere.
Sarà solo durante il Medioevo e in seguito nel Rinascimento che i festeggiamenti per il Carnevale cambieranno forma diventando piu' raffinati (attraverso il teatro, la danza e la musica) in quanto inseriti nelle principali corti europee.
Basta pensare alla corte Medicea che, tra il XV e il XVI secolo, a Firenze, organizzava grandi Maschere su carri chiamati "Trionfi" accompagnati da canti e danze in onore del carnevale.
Il "Trionfo" fu quasi una forma d'arte a se' stante (una forma composita in cui si univa l'opera di pittori, ingegneri, architetti, costumisti, scenografi, musici) nella quale i tratti fondamentali sono indicati nel rapporto tra processione e dramma.
Con i "Trinofi" non solo nascono nuovi nuovi modi di rappresentazione del carnevale ma nascono anche nuove esigenze nel campo del travestimento (a cio' penserà in seguito La Commedia dell'Arte che merita un discorso a parte in futuro).

La storia del Carnevale è quindi lunga (origini ricercate nel mito antico) e complessa ed arriva fino ai giorni nostri e dove in tutta la nazione italiana (ma esportata anche nel resto del mondo) ha preso forme sempre piu' differenti.
Concludendo possiamo dire che dei nostri carnevali, quelli studiati e visitati ancora oggi e che hanno conquistato notevole fama sono: Il Carnevale di Venezia (conosciuto per lo sfarzo e la bellezza, oltre che l'eleganza, dei costumi e delle maschere che sfilano lungo il panorama suggestivo della Laguna); il Carnevale di Viareggio (apprezzato e stimato a livello internazionale per i suoi grandi carri allegorici su cui sono raffigurati ironicamente i personaggi famosi della politica, dello spettacolo e della cultura); il Carnevale di Ivrea (famoso per la Battaglia delle Arance, le cui origini risalgono al medioevo e vengono rappresentate sotto forma di allegoria le rivolte dei contadini nei confronti della classe ricca della citta') e in Sicilia il Carnevale di Sciacca (in cui sono presenti rinomate opere di cartapesta realizzate da maestri ceramisti).

Per chi volesse approfondire le Fonti e siti internet a cui ho fatto riferimento:

Enciclopedia Zanichelli, edizione stampata per Repubblica, 1995.

Dispensa del professore Gerardo Guccini dell'anno accademico 2001-2002 dell'Università degli studi di Bologna, intitolata: Le origini del teatro: momenti di fondazione, trasformazione, rinascita.

http://www.settemuse.it/costume/costume_carnevale.htm

http://digilander.libero.it/viaconforti/carneva/storia.htm

venerdì 20 gennaio 2012

Federico Fellini breve biografia nel giorno del suo compleanno

File:MasinaFellini.jpg

Oggi il motore di ricerca di Google dedica il suo logo all'uomo che in Italia e nel resto del mondo ha fatto parte della storia del cinema: Federico Fellini.

Nato a Rimini, il 20 gennaio 1920, trascorre un'infanzia tranquilla e nella sua città di origine frequenta il Liceo Classico.
Nel 1938, ancora ragazzo, collabora come vignettista con diversi giornali e riviste come La Domenica del Corriere ed il settimanale politico-satirico Il 420.
L'anno seguente si trasferisce a Roma, accompagnato dalla madre, si pensa inizialmente per frequentare l'Università (facoltà di Giurisprudenza) ma propende poi per la professione di giornalista.
Dopo pochi mesi nella capitale Fellini fa il suo esordio come disegnatore sulla principale rivista satirica italiana il Marc'Aurelio.
Grazie a questa collaborazione ottiene buoni compensi economici ed ulteriori offerte di lavoro presso altri quotidiani, dove viene a contatto con personaggi dell'epoca famosi ed inizia così a scrivere copioni di sua mano.
Viene chiamato anche per lavorare ad alcuni film di Macario come: Imputato alzatevi ! ; Non me lo dire; Il pirata sono io.
Nel 1941 lavora presso l'EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) come autore radiofonico e oltre a firmare 90 copioni ottiene un successo notevole con il radioscena Cico e Pallina (una serie trasmessa nel varietà Il Terziglio e incentrata sulle avventure di due giovani sposi).
Il ruolo di Pallina viene interpretato dalla giovane attrice di rivista Giulietta Masina, che diventerà (nell'ottobre del 1943) compagna, moglie inseparabile e interprete di Federico Fellini e dei suoi capolavori.
Come si legge su wikipedia:

Nei primi mesi di matrimonio vivono insieme nella casa della zia di Giulietta, Giulia, di famiglia benestante (i suoi congiunti possedevano a Milano il calzaturificio «Di Varese» e Giulia era vedova di Eugenio Pasqualin, preside del Liceo Tasso della capitale).
Masina e Fellini hanno di lì a poco un figlio, Pier Federico detto Federichino, nato il 22 marzo 1945 e morto appena dodici giorni dopo la nascita.
Nel 1945 Federico incontra e collabora anche con Roberto Rossellini a sceneggiature come Roma città aperta e Paisà (considerate come le prime pellicole del Neorealismo italiano).
Il 1948 è un anno prolifico per Fellini sceneggiatore in quanto è coinvolto in numerosi film quali: In nome della legge (di Pietro Germi); La città si difende (sempre del regista Germi) e Il Mulino del Po (di Lattuada).

E' pero' il 1950, l'anno in cui finalmente Federico Fellini debutta come regista affiancando Lattuada,
e lo fa con Luci del varietà, film che raccoglie in se' quello che sarà una tematica  di principale interesse nei suoi successivi lavori: Il mondo dell'avanspettacolo e la sua decadenza, ma che non riceve le attenzioni dovute dai critici e dal pubblico.
Due anni dopo l'uscita del film, Fellini ci riprova e gira con Antonioni il film Lo sceicco bianco di cui il protagonista principale è interpretato da uno straordinario Alberto Sordi.
Successivamente, nel 1953, viene girata la pellicola I Vitelloni, lavoro stavolta apprezzato dal pubblico e dalla critica, tanto che alla Mostra del cinema di Venezia gli viene assegnato il Leone d'Argento e la fama di Fellini arriva per la prima volta anche all'estero.

Il film che pero' piu' di tutti lo consacra a livello nazionale ed internazionale è quello successivo ed è intititolato: La strada.
Girato nel 1954 (pare che però ne avesse pensato la trama già qualche anno prima) con un budget molto ridotto, il film sofferma la propria attenzione al mondo del circo e degli zingari.
Viene raccontato dell'amore turbolento tra Gelsomina (interpretata da Giulietta Masina) e Zampano' (ruolo affidato ad Anthony Quinn), due artisti di strada che percorrono le strade dell'Italia del dopoguerra.
La realizzazione del film fu lunga e difficoltosa in quanto una serie di imprevisti e di incidenti ne rallentarono la realizzazione. Causa principale è stato il manifestarsi dei primi sintomi di depressione in Fellini che alternava stati emotivi in cui prevaleva il malumore.
La prima del film La strada avviene nel settembre del 1954 a Venezia, dove mentre in Italia diviene subito oggetto di numerose discussioni critiche, all'estero viene invece compreso e apprezzato (tanto che nel 1957 gli viene dato il primo premio Oscar come migliore film straniero; il secondo premio Oscar lo ricevera' con il film Le notti di Cabiria).
Il successo de La Strada permette a Fellini di essere richiesto e coccolato da molti produttori noti e bisogna dire che il regista non ha mai deluso (escludendo qualche titolo) le loro aspettative.

Negli anni '60 infatti, Fellini mostra il meglio di se' con due film che entrano nella storia del cinema: La dolce vita (fece clamore a causa di alcune scene fortemente erotiche) e Otto e mezzo (del 1963 premiato con il terzo Oscar).
Per entrambi i film l'interprete maschile principale è affidato a un grande nome come quello di Marcello Mastroianni (mentre in La dolce vita la protagonista femminile e' l'attrice svedese Anita Ekberg, che girerà con Fellini, nel 1962, anche un altro film: Boccaccio '70).
Sul finire degli anni '60, Fellini passa inoltre dalle pellicole in bianco e nero a quelle a colori e il primo film che gira con la nuova tecnica è Giulietta degli spiriti (1965); caratterizzato anche dal fatto che in quel periodo il regista nutre interesse per il mondo del paranormale.
L'accoglienza pero', da parte della critica, per Giulietta degli spiriti non è delle migliori e come sempre il film viene poco compreso.
Tra gli anni '60 e i '70, dopo le critiche al film escono altri lavori tra cui anche un documentario per la televisione: Block-notes di un regista.
Con gli anni '80 arrivano gli ultimi lavori del regista, ad esempio: E la nave va (1983); Intervista (1987); La voce della luna (1990) tratto da Il poema dei lunatici con Paolo Villagio e Roberto Benigni.
Nel 1993, poco prima della sua morte (in ottobre, mese in cui doveva, tra le altre cose, festeggiare le nozze d'oro con Giulietta Masina)  riceve il suo ultimo Oscar da parte degli Academy: L'Oscar alla carriera.


Siti di riferimento:

http://www.wikipedia.it

http://www.federicofellini.it


giovedì 19 gennaio 2012

Agitazioni in Sicilia. Il movimento dei forconi e i nuovi vespri siciliani




Fin dall'inizio della settimana, in Sicilia, è in atto una rivoluzione di cui le televisioni non parlano (forse per paura che l'evento si ripeta in tutto il resto dell'Italia) e di cui i giornali cartacei invece prendono atto solo ora con degli articoli.

La protesta nasce supportata dal Movimento dei Forconi, che vede (come si legge anche sul loro profilo facebook) persone umili come pescatori, allevatori e piccoli proprietari di attività commerciali (a cui si sono uniti gli autotrasportatori Aias, IGP Pomodoro di Pachino, IGP Limoni di Avola A.P.M.P) che soffocati dalla manovra economica del nuovo governo e dal caro benzina hanno deciso di reagire fermando la Regione per 5 giorni come segno di protesta nella speranza che qualcosa possa cambiare.

A Palermo sono stati bloccati il porto e il tratto della A19 fino a Villabate oltre che la Stazione Ferroviaria.
Stessi disagi anche a Gela, Catania, Trapani, Messina, Enna e nel resto delle grandi città dell'isola dove non vi sono piu' i rifornimenti alla città e quindi restano vuoti e chiusi i distributori di benzina, mentre nei supermercati cominciano a mancare frutta, verdura e prodotti freschi.

Dell'ultima ora è anche la notizia che a Gela i manifestanti (che sostano ormai da tre giorni e due notti in strada nei pressi delle vie di accesso principali per le statali Gela-Catania e Gela-Vittoria) del movimento non hanno permesso che i dipendenti della Raffineria uscissero (dopo il turno di lavoro) fuori dallo stabilimento.

A Ragusa, invece, dove ieri si sono registrati dei momenti di tensione, il picco della manifestazione viene concentrato tra Ragusa-Modica e Scicli, bloccando il porto di Pozzallo e la statale 115 oltre che il mercato ortofrutticolo di Vittoria e il resto dei mercati.

I siciliani che aderiscono a questo sciopero ce l’hanno contro tutto il sistema politico (non solo italiano ma anche contro chi nel resto d'Europa non fa nulla di concreto affinche' le situazioni cambino e si esca dalla crisi).

I camionisti, chiedono aiuti per il gasolio.
I contadini vogliono più controlli sui prodotti stranieri e più sussidi per i propri.
I pescatori hanno occupato l’ingresso del porto per denunciare le norme europee impediscono il loro lavoro.

E ora pare che la protesta si estenda anche alla regione più vicina alla Sicilia, la Calabria, dove è stato istituito un primo blocco a Villa San Giovanni (luogo di attacco per i traghetti da e per l'isola) fino ad arrivare a Catanzaro dove i Tir hanno deciso di seguire l'esempio dei vicini e bloccheranno la Regione per chissà quanti giorni.

Questi sono i primi chiari segnali di un disagio della regione intera (che si estende a una nazione intera) che a suo modo cerca di mandare un messaggio a chi sta in alto a governare e speriamo che vengano ascoltati altrimenti chissà che la storia (da cui non si impara mai abbastanza), parlo della storia di qualche secolo fa e di cui i giornali e i blog in questa situazione ne approfittano titolando proprio con la parola "Vespri", non si ripeta veramente.

martedì 17 gennaio 2012

Ali compie 70 anni. Un mito che ha fatto la storia sportiva.




Compie oggi 70 anni un mito indiscusso del mondo della boxe: Cassius Clay noto al mondo intero con il nome di Moahmed Ali.

Cassius Marcellus Clay Jr. è nato a Louisville, nel Kentucky, il 17 gennaio del 1942.
A 12 anni inizia a frequentare la palestra Columbia dove chiarisce da subito quale sia il suo grande talento tanto che inizia gli incontri come dilettante fino a che non si mette in mostra, nel 1960, alle Olimpiadi di Roma, conquistando l'oro nella categoria dei pesi mediomassimi.
Nel 1961 passa cosi' al professionismo e da allora inizia il suo lungo percorso sportivo che lo porterà nel febbraio del 1964 a vincere per la prima volta, a Miami, la corona di Campione del Mondo dei pesi massimi, battendo il campione in carica Sonny Liston.
Come riportato su wikipedia:

... Dopo appena un minuto il campione del mondo colpì l'avversario con un colpo d'incontro apparentemente innocuo, passato alla storia come il cosiddetto pugno fantasma (the phantom punch). Liston rimase al tappeto apparentemente tramortito; Clay sembrò consapevole di non aver colpito così duramente lo sfidante e lo invitò con veemenza ad alzarsi per continuare il combattimento.
Secondo gli esperti che hanno visionato al rallentatore la ripresa, il colpo di Clay, assestato da brevissima distanza e quasi invisibile, sembra aver colpito la tempia dell'avversario, che in quel momento stava portando un attacco con il suo caratteristico stile ed era fortemente sbilanciato in avanti. L'immagine del campione del mondo che sovrasta Liston al tappeto è divenuta una delle icone della nostra epoca....

Sempre nel 1964, il pugile si converte all'Islam cambiando definitivamente il suo nome da Cassius Clay a Muhammad Ali.
In quegli stessi anni viene chiamato a combattere come soldato nella guerra del Vietnam, rifiuta pero' di arruolarsi e di combattere e ciò gli costa il ritiro della licenza da parte delle commissioni atletiche pugilistiche statunitensi.
Sposatosi per 4 volte, la prima nel 1964 con Sonji Roi da cui divorzio' nel 1966, ha avuto 7 figli dalle sue diverse relazioni (4 figli li ha avuti con la seconda moglie Belinda Boyd piu' giovane di lui di 8 anni, la sposo' nel 1967 e vi ha divorziato nel 1976, mentre due figli li ha avuti con la terza moglie, l'attrice e modella Veronica Porche).
Viene riammesso agli incontri pugilistici da parte della federazione dei pugili nel 1971, vincendo subito i primi 2 incontri per K.O. tecnico con Jerry Quarry e Oscar Bonavena.
Il successivo incontro, valido per il titolo mondiale dei massimi, lo vide pero' sconfitto ai punti (144-142, 144-141 e 146-139) dal detentore del titolo Joe Frazier.
Nell'ottobre 1974, Ali' ha riconquistato il titolo mondiale battendo per K.O. George Foreman, a Kinshasa nello Zaire, in un match rimasto nella storia della boxe (tanto da esserne stato girato un film documentario intitolato "Quando eravamo re")
Ali vinse l'incontro grazie ad una tattica che nessuno avrebbe mai pensato che attuasse, ovvero la tecnica del: Rope a dope.
Il Campione si incollò infatti alle corde per 8 riprese, facendo sfogare tutta la potenza di cui disponeva Foreman contro un bersaglio inaspettatamente "elastico" costituito dal corpo di Ali e le corde del ring; pur venendo colpito da pugni micidiali l'azione elastica delle corde attenuava la potenza dei colpi di Foreman.
Non appena vide che Foreman si era stancato, Ali attacco' una serie splendida di pugni e lo mise al tappeto vincendo.

La boxe di Ali è stata una vera e propria arte basata sul continuo movimento di gambe e sulla grande potenza nei suoi pugni (testimoniato da molti K.O. inflitti agli avversari, circa il 60% delle sue vittorie totali).

Ritiratosi definitivamente dall'attività agonistica nel 1984, Ali è stato eletto Fighter of the year (Pugile dell'anno) dalla rivista americana Ring Magazine la prima volta nel 1963, poi nel 1972, nel 1974, 1975 e infine nel 1978.

Tra i tanti riconoscimenti, sportivi e non, ottenuti da Ali vi sono anche quelli importanti come:

- La Internetional Boxing Hall of Fame, che lo ha riconosciuto fra i piu' grandi pugili del tempo;
- La rivista Time, che lo inserisce tra le persone piu' influenti del XX secolo nella categoria Heroes and Icons.
- Nel 2005 è stato insignito della Medaglia della pace Otto Hahn (in oro) della Deutsche Gesellschaft für die Vereinten Nationen (DGVN) a Berlino.
- Nel novembre 2005 ha ricevuto la più alta onorificenza civile statunitense dal Presidente Bush: la medaglia presidenziale della libertà.
- Viene inoltre candidato come Premio Nobel per la Pace nel 2007.

Attualmente affetto dal Morbo di Parkinson, Ali resta uno dei pugili e uno dei personaggi piu' importanti del Novecento a cui vanno oggi gli Auguri di un Buon Compleanno da parte del mondo intero.


 

Addio a Carlo Fruttero parte della storia letteraria italiana



Due giorni fa moriva (all'età di 85 anni) a Castiglion della Pescaia, un grande personaggio del nostro panorama culturale italiano: Carlo Fruttero.

Nato a Torino nel 1926, Fruttero è stato scrittore e traduttore a partire già dagli anni '40, fino a quando non ha incontrato sul suo cammino di vita, nel 1952, Franco Lucentini con cui inizio' una collaborazione giornalistica e di scrittura generale di romanzi e articoli.
La coppia Fruttero-Lucentini (spesso abbreviata, come si legge su wikipedia, in F&L) fu amata e allo stesso tempo criticata dal pubblico e dal mondo letterario.
Insieme, dal 1961 al 1986, si occuparono anche della direzione della collana "Urania" (casa editrice Mondadori) che trattava libri di fantascienza.
Nata per alternarsi ogni dieci giorni con la rivista, la collana Urania (che prende questo nome dalla musa dell'astronomia) diventa (grazie anche alla grande tiratura e alla continua richiesta del pubblico di copie) poi settimanale, e assume un ruolo importante per i lettori italiani di fantascienza che grazie ad essa vengono a conoscenza di grandi scrittori del genere quali Isaac Asimov e Philip Dick.
Sempre insieme i due scrivono romanzi e opere di successo come: Universo a sette incognite. Antologia di capolavori della fantascienza (Mondadori, 1963); La Donna della domenica (Mondadori, 1972); Il significato dell'esistenza (Mondadori, 1975); A che punto è la notte (Mondadori, 1979); La prevalenza del cretino (Mondadori, 1985); L'amante senza fissa dimora (Mondadori, 1986); Breve storia delle vacanze (Mondadori, 1994); I ferri del mestiere. Manuale involontario di scrittura con esercizi svolti (Einaudi, 2003).

Nel 2002, Franco Lucentini, malato di tumore ai polmoni, si uccide e lascia cosi' da solo il suo amico Carlo.
Fruttero ha dunque proseguito in solitaria gli ultimi anni della sua carriera (nel 2007 riceve il Premio Chiara alla carriera e nel 2010 il Premio Campiello).
Tra le sue opere senza Lucentini, giusto per citarne qualcuna, vanno di certo ricordate: Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza (Torino, Einaudi, 1959); Donne informate sui fatti (Milano, Mondadori, 2006) romanzo entrato in lista tra i primi 5 per il premio Campiello ;
Ti trovo un po' pallida (Mondadori 2007); La patria, bene o male (Mondadori 2010).

Con Fruttero perdiamo uno scrittore amato e apprezzato da un vasto pubblico, certi pero' che entrerà a far parte della storia letteraria del nostro paese.


Siti di riferimento:

http://www.wikipedia.org

l'articolo on line di Cristina Tagliamento del 16 gennaio 2012 intitolato Addio a Carlo Fruttero l'altra metà di Lucentini. per il Corriere della Sera.

    lunedì 16 gennaio 2012

    Sito consigliato per ricette light buonissime.











    Ho scoperto un sito internet interessante che tratta di cucina light.
    Si tratta del sito: http://www.buttalapasta.it/
    Il creatore di questa pagina on-line riporta infatti delle ricette semplici, veloci, gustose, sfiziose, ma sopratutto che non danneggiano la salute in quanto dietetiche o comunque con pochi grassi.
    Ricopio fedelmente qui la ricetta che ho preparato anche casa e che devo dire non mi è dispiaciuta affatto: L'Insalata di Salmone e Mandarini.

    Ingredienti:
    • 600 gr di salmone affumicato a fette
    • 2 mazzi di crescione d’acqua + 3 cespi di crescione tagliuzzati
    • 10 mandarini, di cui 3 spremuti
    • 1 pizzico di sale
    • 1 pizzico di pepe
    • fette di limone per decorare
    • 1 cucchiaio di olio d’oliva
    • 1 cetriolo
    Preparazione:

    1) Disporre le fette di salmone su un largo piatto da portata.
        Mettete i 2 tipi di crescione in una ciotola con i mandarini a fette sottili e i cetrioli a rondelle.

    2) Condite con sale e pepe, il succo dei mandarini restanti e l’olio. Mischiate l'insalata e ponetela sul salmone.
    3) Servite decorando con gli spicchi di limone il vostro piatto dietetico.


    Questa ricetta come tutte le altre sono reperibili sul sito sopra citato.
    Informatevi sul piatto e sui gusti che piu' preferite in quanto una alimentazione sana conviene per la propria salute.

    venerdì 13 gennaio 2012

    Sicilia: la Riserva Naturale di Vendicari










    Sarà dovuto al fatto che ci sono state (nonostante il freddo notturno) delle giornate di sole, o sarà anche dovuto al fatto che ogni tanto mi prende la nostalgia della mia terra, che oggi mi è venuta voglia di pubblicare alcune delle foto che ho scattato quest'estate presso l'Oasi di Vendicari.

    L'oasi di Vendicari, o meglio la Riserva Naturale di Vendicari, si trova nella zona sud-est della Sicilia (tra Noto Marina e Pachino) ed oltre ad essere una delle zone umide piu' rappresentative d'Europa, essa è anche un punto di interesse internazionale naturalistico e storico.

    Istituita nel 1984 (anche se come si legge nel sito internet del luogo, prima di arrivare alla definitiva istituzione si sono svolte numerose lotte da parte delle associazioni ambientalistiche contro gli speculatori), già dagli anni '70, l'oasi viene dichiarata protezione faunistica (centinaia sono infatti al suo interno le specie di uccelli, come per esempio fenicotteri, cicogne, aironi e diverse razze di gabbiani, che ogni anno sostano nel luogo durante il loro viaggio emigrativo tra l'autunno e la primavera).

    L'oasi occupa un'estensione di circa 1400 ettari, per una lunghezza di 8 km e una larghezza massima di 1,5 km. e la sua storia ha origini lontane, si va dalla preistoria fino ai giorni nostri.
    Al suo interno sono presenti infatti edifici e siti archeologici che testimoniano proprio la sua storia millenaria (esempio la Torre Sveva, o la chiesa bizantina del V secolo d.C.).








    Non voglio dilungarmi ancora troppo sulla storia del luogo (la potete trovare anche sul loro sito internet: http://www.oasivendicari.net ) ma vi lascio cosi' inserendo le foto dell'estate.



















    mercoledì 11 gennaio 2012

    Silvia Avallone e il romanzo Acciao tra plausi e critiche.



    Tra i tanti regali natalizi ricevuti c'è ne stato uno in particolare, un libro, che ho appena finito di leggere ma di cui sinceramente non ho ancora capito se scriverne bene oppure no.
    Parlo (da come si sarà sicuramente compreso dall'immagine di copertina) del romanzo della giovane scrittrice Silvia Avallone, dal titolo: Acciaio.

    La scrittrice (nata a Biella nel 1984, laureata in filosofia a Bologna dove tutt'ora vive e lavora)
    ha esordito proprio con questo romanzo (edito da Rizzoli) nel 2010, arrivando seconda al premio Strega e vincendo ulteriori premi in svariate città italiane, oltre che all'estero (romanzo tradotto anche in Olanda, in Francia, in Germania, in Spagna, in Giappone).
    Velocemente ne ricopio la trama:

    Nei casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile.
    E se tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata al pattinodromo, o avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina.
    Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle case popolari si sono trovate e scelte.
    Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere basti lottare, ma la vita è feroce e non si piega, scorre immobile senza vie d’uscita.
    Poi un giorno arriva l’amore, però arriva male, le poche certezze vanno in frantumi e anche l’amicizia invincibile tra Anna e Francesca si incrina, sanguina, comincia a far male.

    Il trafiletto di introduzione del libro della Rizzoli conclude cosi':

    Attraverso gli occhi di due ragazzine che diventano grandi, Silvia Avallone ci racconta un’Italia in cerca d’identità e di voce, apre uno squarcio su un’inedita periferia operaia nel tempo in cui, si dice, la classe operaia non esiste più.
    Lo fa con un romanzo potente, che sorprende e non si dimentica.
    Questo ovviamente è il giudizio della propria casa editrice che pur di vendere il libro lo descrive come un romanzo "potente" (mi chiedo cosa intendano loro con questa frase), che sorprende e non si dimentica (anche su quest'ultima dichiarazione viene da ridire).
    A mio avviso invece, il romanzo (definito a torto o a ragione, non spetta a me dirlo, di formazione) alterna stati in cui o volti pagine in un fiato o lo trovi lento, insomma è una andatura altalenante che o ti tiene sveglio o ti fa assopire.
    I personaggi sono definiti chiaramente per quanto riguarda la loro fisicità ma esprimono poco e in maniera confusa lo stato emotivo, come ad esempio le protagoniste, Francesca e Anna, due adolescenti (come è stato pero' fatto notare su Sololibri.net, non è un libro per ragazzine, sopratutto non un libro alla Federico Moccia) che sfruttano la loro bellezza per farsi avanti nella società e nella pesante realtà in cui vivono.

    Il romanzo l'ho trovato confusionario proprio perchè al suo interno la scrittrice ha inserito troppi argomenti in una volta sola; si mescolano cosi' temi come: adolescenza, droga, violenze familiari, loschi voyer, l'amore, l'amicizia, le malattie, la crisi del lavoro, furti di rame, truffe, la classe operaia, l'odore della morte e delle acciaierie, i night club ....... si potrebbe continuare all'infinito ma è meglio porre un punto qui o si corre il rischio di non proseguire.

    Tanti inoltre gli errori, gli anacronismi, presenti lungo le pagine e giustamente notati da un lettore e critico attento sul sito Libriblog.com, in cui scrive:

    Almeno un minimo di rispetto per il lettore.
    Acciaio è ambientato nel 2001/2002.
    Bene.
    La Porsche Cayenne è del 2003; su una panchina c’è scritto “3msc”, famoso libro di Moccia che (pur essendo stato pubblicato nel 1992) rimase del tutto sconosciuto fino al 2004, anno in cui Feltrinelli lo ripubblico'.

    Queste sono solo alcune incongruenze di questo polpettone banale, concentrato di commercialità.

    In conclusione posso solo dire che in una frase del grande scrittore del passato, Oscar Wilde, puo' essere racchiuso anche la critica per questo romanzo; Wilde scrisse infatti: Che se ne parli bene o che se ne parli male, l'importante è far parlare di sè.










    martedì 10 gennaio 2012

    Umberto Eco e i suoi 80 anni (Auguri in ritardo).



    Anche se con qualche giorno di ritardo, porgo gli auguri di buon compleanno (ben 80 candeline !!!)  al professore Umberto Eco.

    Nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, Umberto Eco è conosciuto e apprezzato nel mondo come saggista, filosofo, scrittore, semiologo, linguista e critico, oltre che essere un accademico e un massmediologo.
    Laureatosi in filosofia a soli 22 anni, nel 1954, presso l'università di Torino, con una tesi sull'estetica di San Tommaso D'Aquino, si è poi interessato anche alla cultura medievale e all'indagine critica sullo sperimentalismo letterario e artistico.
    Nel 1954 partecipò e vinse un concorso RAI (l'ente era alla ricerca di telecronisti e nuovi funzionari), grazie a questo suo nuovo lavoro entro' in contatto con il retroscena del mondo televisivo e l'esperienza che fece gli ritorno' utile anni dopo nei suoi saggi sui mass media (celebre è l'articolo Fenomenologia di Mike Bongiorno, scritto nel 1962).

    Abbandonata la Rai alla fine degli anni '50, entra nel 1959 a far parte della casa editrice Bompiani e dal 1961 inizia la carriera universitaria come professore incaricato in diverse università italiane: Torino, Milano, Firenze, e infine Bologna dove ha insegnato Semiotica (nel 1975) ed è diventato professore ordinario.
    Presso l'università bolognese, Eco è stato prima direttore dell'Istituto di Comunicazione e Spettacolo del DAMS  poi è passato al Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione.
    Nel corso degli anni ha insegnato anche in varie università straniere tra cui: Yale, New York University, Collège de France e l'Ecole Normale Supèrieure.
    Nell'ottobre del 2007 si è ritirato dall'insegnamento per limiti di età.

    Nel 1968 ha pubblicato il suo primo libro di teoria semiotica: La struttura assente.
    A partire dal 1971 fonda "Versus, Quaderni di studi semiotici", una delle maggiori riviste internazionali di semiotica, rimanendone direttore responsabile e membro del comitato scientifico fino a oggi.
    Ha collaborato con numerosi ed importanti quotidiani (come l'Espresso e il Corriere della Sera) oltre che a periodici artistici e intellettuali (esempio Il Verri).

    Nel 1980, Eco esordisce nella narrativa con il suo primo romanzo: Il nome della rosa.
    Fu un grande successo tanto che il libro è diventato un best-seller tradotto in 44 lingue.
    Nel 1988 pubblicò il suo secondo romanzo: Il pendolo di Focault, seguito nel 1994 da L'isola del giorno prima.
    Altri suoi romanzi sono: Baudolino (dato in stampa nel 2000); La misteriosa fiamma della regina Loana (2004) ed Il cimitero di Praga (2010), tutti editi in italiano da Bompiani.

    Molte sono inoltre le sue opere sulle teorie della narrazione e della letteratura, si va da: Il superuomo di massa (1976); le Sei passeggiate nei boschi narrativi (1994); fino a Sulla Letteratura (2002)

    Umberto Eco racconta, lungo i suoi testi, storie realmente accadute o leggende che hanno come protagonisti celebri o meno conosciuti personaggi storici attraverso i quali intavola dibattiti filosofici sull'esistenza del vuoto, di Dio o sulle caratteristiche dell'universo.
    Lo scrittore è attratto da temi piuttosto misteriosi sui quali prova a far luce (il Sacro Graal o la Sacra Sindone ecc...) e contrasta aspramente chi ne discute senza conoscerne bene i contesti filosofici e storici.

    Insomma Umberto Eco è parte del nostro sistema sulturale nazionale ed è giusto avergli dedicato un pezzetto di tempo.



    Fonti di riferimento:

    http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=10&biografia=Umberto+Eco

    http://www.wikipedia.org

    Il Resto del Carlino on-line.

    lunedì 9 gennaio 2012

    Il ritorno di Grey's Anatomy. L'ottava stagione su Foxlife da stasera.



    Rientrata finalmente dalle vacanze natalizie e dagli impegni quotidiani eccomi pronta a riprendere in mano il mio diario virtuale  :)
    Non è facile ricominciare cosi' alla sprovvista e percio' oggi mi limito a una segnalazione (giusto per esercitarmi a scrivere nuovamente un poco)  riguardante il ritorno, con i nuovi episodi, di una delle serie televisive piu' apprezzate negli Stati Uniti (ma non solo oltreoceano), parlo di: Grey's Anatomy.

    Giunta all'ottava serie, questo medical drama della ABC (creato da Shonda Rhimes) torna con tutti i suoi protagonisti principali (nonostante le voci che correvano in rete riguardanti l'abbandono da parte dell'attore protagonista Patrick Dempsey) stasera in Italia sul canale 114 di Sky, alle ore 21.

    Il primo episodio dell'ottava stagione si intitola "Caduta libera" e vede il ritorno dei noti medici del Seattle Grace Hospital alle prese con un nuovo anno lavorativo.
    Meredith, protagonista principale (interpretata da Ellen Pompeo), rischia il licenziamento dopo aver manomesso i risultati della ricerca sull'Alzheimer del proprio marito e collega Derek (Patrick Dempsey), oltre al rischio della perdita del lavoro si aggiungerà cosi' un'inevitabile rottura (momentanea o no questo si vedrà con il seguire degli episodi) tra i due e l'allontanamento della loro figlia adottiva Zola da parte degli assistenti sociali.
    Nella nuova serie, a seguito di questo fatto, tornerà centrale l'amicizia tra Meredith e Cristina (interpretata da Sandra Oh). Quest'ultima si trova ad affrontare, come già nella prima stagione, una gravidanza (nella premiere scopriremo quindi se abortirà o meno e quale conseguenza avrà la sua scelta nella relazione con il suo compagno Owen).
    Come sempre dramma e romanticismo si mescoleranno alla suspance degli episodi dove, nonostante siano trascorsi otto anni dalla sua comparsa televisiva, il genio della creatrice di questo medical drama riesce ancora a mantenere alta l'attenzione del pubblico.
    L’appuntamento quindi è stasera alle ore 21 su Foxlife (canale 114 di Sky), con replica alle 22 (per chi non fa in tempo) sul canale 115.