Purtroppo all'interno di Palazzo Albergati non è possibile effettuare fotografie della mostra, ma il genio di Escher (chi conosce l'artista sa di cosa si parla mentre, per chi non lo conosce, ne consiglio vivamente la visione) merita il post di oggi sul presente blog.
Come sempre riporto la biografia dell'artista (già da un po' di tempo non mi dedicavo alle biografie di personaggi noti e quindi riprendiamo alla grande) che merita una attenta analisi.
MAURITS CORNELIS ESCHER:
Nato a Leeuwarden (Olanda) nel giugno del 1898 è conosciuto per le sue incisioni su legno, per le litografie e le mezzetinte che si ricollegano ai concetti scientifico-matematici di infinito e ai concetti di spazio e tempo, oltre che alle geometrie che cambiano gradualmente in forme via via differenti.
Figlio minore di un ingegnere civile (George Arnold Escher) e della sua seconda moglie (Sarah Gleichman) ha viaggiato in lungo e largo fin da piccolo spostandosi con la propria famiglia.
Tra il 1912 e il 1918 frequenta il liceo dove, pur non essendo uno studente brillante, si distinse nelle arti grafiche e ciò lo portò a studiare in seguito (dal 1919) presso la scuola di Architettura ed Arti Decorative di Haarlem (sempre in Olanda).
Nel 1922 finì la scuola di Architettura e l'anno successivo visitò l' Italia (Firenze, San Gimignano, Volterra, Siena, Ravello e più avanti altri luoghi) e poi la Spagna (Madrid, Toledo e restò impressionato dal palazzo moresco trecentesco dell'Alhambra, a Granada, dove sviluppò in seguito una sua tassellazione e da dove saranno gettate le basi per il suo lavoro relativo al riempimento periodico del piano che attirerà l'ammirazione di matematici e di cristallografi).
L'Italia gli entrò nel cuore e quasi da ogni paese che visitò trasse ispirazione, non solo dalla bellezza dei paesaggi quanto dalla struttura architettonica delle varie città.
Nel 1924 sposa, a Viareggio, una ragazza svizzera, Jetta Umiker, figlia di un banchiere e si stabiliscono poi a Roma, nel quartiere di Monteverde Vecchio, dove vi restarono fino al 1935 (a Roma, pur dichiarando che si è sempre trovato bene, Escher pare non abbia mai dedicato neanche una delle sue opere).
Nel 1926 nasce il primogenito, George, e nel 1930 il secondo figlio, Arthur.
Sempre nel 1930, nel periodo di Aprile, si reca in viaggio verso il sud Italia accompagnato da tre suoi amici: Giuseppe Haas-Triverio (incisore); Robert Schiess (pittore svizzero) Jan Rousset (storico francese).
I tre arrivano nel Golfo di Santa Eufemia con una nave partita da Napoli e giungono fino in Calabria dove visitano per quasi un mese, muovendosi in treno o con mezzi di fortuna lungo la costa tirrenica, molti dei paesi di questa regione (Pizzo Calabro, Tropea, Palmi, Scilla, Melito di Porto Salvo e il borgo fantasma di Pentedattilo da cui Escher resta particolarmente colpito tanto da dedicargli numerosi disegni panoramici e 4 incisioni).
Intollerante al clima politico che si faceva largo nell'Italia fascista del 1935, Escher decide di lasciare la nazione e trasferirsi per un periodo in Svizzera.
Nel 1937 si sposta a Uccle (Bruxelles, Belgio) ma l'occupazione dei Nazisti lo costrinsero a ripartire nuovamente.
Nel 1941 si trasferì a Baarn, in Olanda, dove vi restò fino al 1970 e dove sviluppò un periodo artistico ricco di progetti ed opere.
Probabilmente il clima umido olandese gli permise di restare al chiuso a concentrarsi interamente sul suo lavoro. Lo stesso Escher ha dichiarato:
In Svizzera, Belgio e Olanda ho trovato molto meno interessanti sia i paesaggi che l'architettura rispetto a ciò che avevo visto nel Sud Italia. Mi sono così sentito spinto ad allontanarmi sempre di più dall'illustrazione più o meno diretta e realistica della realtà circostante.
Non vi è dubbio che queste particolari circostanze sono state responsabili di aver portato alla luce le mie "visioni interiori".
Nel 1958 realizza la sua prima litografia dedicata alle famose "costruzioni impossibili", caratteristiche dell'artista, intitolandola "Belvedere".
Nell'opera si nota un ragazzo seduto che ha in mano un cubo impossibile ed osserva perplesso questo oggetto strano. Ciò che alla fine il ragazzo non nota è che l'intero Belvedere alle sue spalle è progettato sulla stessa struttura che tiene in mano. E' un mondo tridimensionale allo stesso tempo vicino e lontano che pare impossibile da illustrare è possibile però disegnare un oggetto che mostra una realtà diversa quando lo guardiamo da sopra o da sotto.
Il cubo di cui Escher descrive è noto con il nome di "Cubo di Necker" (creato per la prima volta dallo studioso svizzero Albert Necker nel 1832 dove si rappresenta, attraverso una illusione ottica di un cubo, una rappresentazione bidimensionale ambigua; per ulteriori approfondimenti digitate voce Cubo di Necker e troverete le notizie che vi interessano).
Questa è stata solo una breve e probabilmente grossolana descrizione di una delle numerose opere di Escher, che mostra come le sue opere si basano sul sottile gioco che esiste tra sfondo e figura.
Con le figure geometriche infatti Escher ha spesso giocato volentieri rappresentando diverse stampe e collegandole in un rapporto di dimensione proprio, sottomettendo così le leggi della prospettiva artistica a nuovi spazi e nuove forme.
Nel 1970, Escher si trasferì a Laren, nell'Olanda settentrionale, in una casa di riposo per artisti (intitolata a Rosa Spier) dove morì nel marzo del 1972.
CONCLUSIONE:
La mostra che si è aperta il 12 marzo presso Palazzo Albergati (Bologna, via Saragozza) e prosegue fino al 19 luglio (costo biglietto ingresso 13 euro, ridotto 11, ma già solo il nome di questo grande artista li vale veramente tutti) si sviluppa su due piani e raccoglie le maggiori opere dell'artista.
Sono opere, quelle di Escher, molto amate non solo da scienziati, logici, matematici e fisici, che stimano il suo uso originale delle forme, ma anche dal resto del mondo artistico e culturale.
Non a caso le sue opere sono state più volte riprese e citate in campi che non si limitano solo al mondo dell'arte in sé (ad esempio nel famoso film del 1986 "Labyrinth", diretto da Jim Henson, oppure in uno degli episodi del famoso cartone animato de "I Simpson" dove Groening riprende l'opera famosa del 1951 intitolata " Casa di Scale / Relatività").
Escher è stato citato in film, cartoni animati, fumetti (alla sua opera "Relatività" è stata anche dedicata una delle copertine di Martin Mystere) canzoni (Caparezza nel suo "Musica"; ma lo stesso Escher ha rifiutato di disegnare la copertina dei Rolling Stones), in teatro nel campo della scenografia e in tanto altro ancora.
L'Arte di Escher è apprezzata e stimata da milioni di persone nel mondo che grazie alle esposizioni come quella di Palazzo Albergati riescono a non dimenticarne l'operato.
Consiglio vivamente di andare a visitare la mostra ritroverete tante opere che magari vi sembreranno familiari, mentre altre vi risulteranno del tutto nuove, magari incomprensibili, ma vi assicuro che avranno il fascino e il mistero giusto per catturare tutta la vostra attenzione.
Mostra magica ed entusiasmante.
WIKIPEDIA alla voce Escher
http://www.palazzoalbergati.com/la-mostra-escher/
http://www.mcescher.com/
http://web.unife.it/progetti/geometria/Escher_A/biografia.htm
http://users.erols.com/ziring/escher_bio.htm
http://www.artribune.com/2015/03/i-paradossi-di-escher-a-bologna-con-la-grande-retrospettiva-sul-genio-olandese-riapre-palazzo-albergati-totalmente-restaurato-dopo-il-devastante-incendio/
http://www.museocontadinopentedattilo.it/museo/index.php?option=com_content&view=article&id=67&Itemid=85
http://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/m_c_escher.htm
http://www.stilearte.it/la-complessita-illusionistica-di-escher/
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