Iniziamo

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cosi' per la prima volta con un Blog ....
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giovedì 27 febbraio 2014

Il Teatro Elisabettiano. Primo post sul teatro Inglese dal '500 fino al '700 da Marlowe a Shakespeare.

Tempo fa in questo blog ho scritto svariati post (il primo risale tra settembre-ottobre e l'ultimo invece a gennaio) riguardanti la Storia del Teatro Italiano Moderno e Contemporaneo, con la promessa che avrei toccato anche altri argomenti, ovviamente sempre riguardanti l'ambito teatrale, con protagonisti anche altre nazioni ed altri personaggi.
Stavolta quindi si cambia posizione geografica ed epoca e si fa un salto in Europa, più precisamente si tratterà (anche in tal caso compariranno 3 o 4 post scritti nel tempo, la media di uno al mese circa, salvo imprevisti dell'ultimo secondo) del Teatro Inglese nel periodo che va dalla fine del '500 ed arriva al '700, passando così attraverso quello che è conosciuto con il nome di  Teatro Elisabettiano e puntando i riflettori anche su alcuni dei personaggi più noti che sono racchiusi in questo periodo (ma non solo) come ad esempio il grande William Shakespeare.


Iniziamo quindi con lo scrivere che prima che arrivasse sul trono la regina Elisabetta (dal 1558 al 1603, ovviamente non parliamo dell'attuale regina ma della sua lontana antenata) a Londra, esistevano compagnie teatrali che non avevano una sede fissa ma che giravano in lungo e largo per il territorio portando in strada i propri spettacoli.
Possiamo dire che tra il 1400 e il 1550, si erano sviluppati svariati generi teatrali, alcuni più vicini ai drammi sacri (famoso in tal senso è il dramma "Everyman", testo il cui tema risulta alquanto morale), che sono però difficili da rinchiudere in un singolo contesto.
Certamente famosi erano i Menestrelli, professionisti teatrali che si esibivano a corte suonando uno strumento e danzando per i sovrani (gli storici fanno risalire alla data del 1469, la prima corporazione dei Menestrelli, voluta da re Edoardo IV, che ne dava in un certo senso una sorta di stabilità che prima non possedevano).
Vi erano poi gli Interludes, sviluppati tra il 14° e il 15° secolo, erano dei festini che potevano essere allestiti ovunque con pochi soldi e che venivano recitati da 4 o 5 persone (uomini, visto che alle donne era vietato salire in palcoscenico). Gli Interludi erano molto ricercati nel mondo teatrale: una volta che venivano rappresentati a corte infatti erano poi passati agli attori di basso rango che li inserivano nei loro repertori per anni e li portavano in mezzo al popolo in giro per le tourneé.
Nel 1533 gli Interludes riguardanti tematiche religiose o politiche furono proibiti (sanzioni severe erano applicate a chi non obbediva).
Primi segni di stabilità teatrale arrivarono nel 1570, quando il sovrano diede il permesso alle compagnie di attori di presentare le loro opere in pubblico anche giornalmente e ad ogni testo veniva applicata una sorta di censura, cioè doveva prima essere autorizzato dal Master of Revels, prima di andare sulle scene.
Nel 1580, comparvero le prime opere di un gruppo di autori colti e letterati, noti come "University Witts", che iniziarono a scrivere per il teatro pubblico. Tra loro il più importante fu Marlowe, autore del "Dottor Faust" (di cui vedremo qualche post più avanti).
Questo una specie di quadro e una infarinatura generale di quanto accadeva in Inghilterra in quel periodo, veniamo però adesso, invece, a quello che è il vero punto di forza del teatro inglese e che tutti gli storici teatrali sono concordi nell'indicare con l'arrivo di Elisabetta al trono.
Con lei, infatti, anche il teatro inizia ad avere quel riconoscimento e l' ordine che fino ad ora gli erano mancati.

 
Il regno di Elisabetta è iniziato nel Natale del 1558.
La nuova regina, controllò personalmente le attività teatrali (ne era appassionata) e nel Maggio del 1559 proclamò che ogni dramma da rappresentare in pubblico o in privato fosse prima approvato dalle autorità competenti.
Nel 1572, emanò anche una legge che poneva fine al vagabondaggio degli attori.
Tale legge richiedeva infatti che le compagnie si munissero di licenza per recitare (licenza che doveva essere concessa dai nobili o dai magistrati).
Insomma, sotto il suo regno, l'attività teatrale passa in primo piano, non più relegata a ranghi inferiori ma riconosciuta come una vera e propria forma espressiva di Arte.
I teatri di Londra si divisero così in due categorie: pubblici e privati.
In entrambi i casi gli spettacoli avevano inizio alle due del pomeriggio e finivano prima del tramonto, solo che nei teatri privati, gli spettacoli erano presentati agli aristocratici in sale di corte o palazzi nobiliari (quindi illuminati da candele e con posti a sedere, circa 500), mentre nei teatri pubblici, il popolo assisteva agli spettacoli all'aperto (in cortili di locande e arene, con posti in piedi per circa 3000 persone).
L'organizzazione dei teatri divenne presto di tipo commerciale dove al centro stavano gli Azionisti (coloro che prendevano le decisioni) ed intorno vi erano gli Attori ed il Personale di Scena (sostenuti da un Impresario, che aveva la proprietà del teatro e del materiale scenico).
Una compagnia londinese poteva arrivare ad avere fino ad una dozzina di soci-attori rispetto ai 6 delle compagnie itineranti.
Londra offriva così due elementi importanti: Sostegno fisso finanziario ed una Sede Stabile.
Grazie a ciò, prima del 1640, comparvero almeno 10 teatri pubblici, tra questi i più noti furono: il Theatre; il Red Lion; il Rose; il Fortune; il Globe.
Erano tutti costruiti ai confini della città e ognuno possedeva forme differenti (circolari, ottagonali, quadrate) e per quanto riguarda il discorso scenografie invece, non si conosce bene quali fossero le pratiche sceniche del tempo, anche se gli studiosi concordano sul fatto che in teatro erano usati elementi scenografici semplici che solo dopo il 1600 divennero più complesse e ampliando l'uso di effetti speciali.
L'unica cosa che pare certa nel discorso sulle scenografie è che i teatri erano dotati di una sorta di palcoscenico interno (denominato inner stage, era il luogo in cui venivano sistemati gli oggetti di scena da utilizzare durante il corso della rappresentazione) che si trovava in uno spazio nascosto alla vista del pubblico e poteva essere rivelato solo quando l'azione lo richiedeva.
Scrivere del teatro Elisabettiano, esattamente come è stato per quello italiano, non è così semplice come può sembrare in quanto in quasi oltre 60 anni di attività sono state tante le innovazioni nel settore teatrale, i nomi degli autori e degli attori famosi che vi hanno partecipato, e riassumere un così ampio contesto non è di certo semplice.
Al momento fermerei (in attesa di raccogliere e sistemare meglio dell'altro materiale) questo post a questo punto, ovvero dopo una breve introduzione al periodo e al contesto generale, alla struttura organizzativa dei teatri e al contesto scenografico.
La prossima volta invece, descriveremo dei teatri più nel dettaglio e vedremo alcuni dei nomi e delle opere più famose del tempo (tranquilli che per arrivare a Shakespeare c'è ancora del tempo e vorrei inoltre lasciarlo come perla finale).
Al prossimo post allora e Buon proseguimento di serata.
 
Fonti ed Immagini:
 
Innocenti, Il teatro Elisabettiano, edizioni Il Mulino, 1994.
Appunti di Storia del Teatro e dello Spettacolo II dell'Università di Bologna, anno accademico 2000-2001, corso tenuto dal professor Guarino.
Prima Immagine è una foto scattata da me a Londra nel 2009 mentre le altre due immagini provengono da Wikipedia.
 
 

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