Iniziamo

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giovedì 6 novembre 2014

Eduardo De Filippo. Biografia in onore del trentesimo anniversario dalla sua scomparsa.


"... Pulcinella fa pure 'o scrittore e s'abbraccia con chisto e con chillo,
      Tene a' penna e nu core Tantillo e se joca a parola d'onore.
      Dice "O' cunto portatelo a me"
      Pulcinella sapete chi è ? ...."

Questo piccolo pezzo è tratto da un brano del 1949 intitolato "Pulcinella" e recitato a teatro dal grande Eduardo De Filippo.
Scrivo il post perché a fine ottobre è stato il trentesimo anniversario dalla scomparsa del grande attore e anche se è passata quasi una settimana mi sembrava corretto riportarne la biografia e alcune notizie.
Procediamo quindi con la sua biografia e discutiamo poi del pezzo introduttivo.


EDUARDO DE FILIPPO:

Nato a Napoli il 24 Maggio del 1900 e figlio naturale dell'attore e commediografo Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale Luisa De Filippo da cui, insieme ai fratelli prese il cognome (il padre era infatti già sposato e con altri tre figli. Scarpetta ebbe con Luisa una relazione extraconiugale da cui nacquero appunto Eduardo, Titina e Peppino).
A soli 4 anni debutta, come giapponesino, in teatro in uno spettacolo scritto dal padre ed intitolato "La Geisha" mentre nel 1909, con il fratello Peppino e la sorella Titina, recita al teatro Valle di Roma nel pezzo "Nu ministro mmiez 'e guaie" (sempre scritto dal padre).
Cresce così, con i fratelli, a contatto con l'ambiente teatrale fin da bambino e saranno anni utili alla sua formazione.
Nel 1911 viene mandato insieme al fratello Peppino in collegio ma non è molto contento di tale decisione ed è qui che inizia la sua passione per la scrittura con intermezzi estivi in cui continua comunque a recitare.
L'anno successivo, il 1912, torna a Napoli e recita nella rivista "Babilonia" di Rocco Galdieri e subito dopo invece entra nella compagnia teatrale di Enrico Altieri (attore napoletano di successo) dove gli vengono assegnati piccoli ruoli in delle farse.
Inizia così la sua vita in teatro, una vita inizialmente dura con prove giornaliere lunghe e con paga misera dove saltando tra una compagnia e l'altra conosce anche Totò con cui stringerà amicizia (del rapporto Totò-Eduardo, o per meglio dire delle differenze artistiche tra i due, ho già scritto in precedenza nel post di Ottobre del 2013 sulla Storia del Teatro Italiano Moderno e Contemporaneo).
Nel 1914 entra nella compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta dove ritrova anche la sorella Titina e tre anni dopo, anche il fratello Peppino.
Alla fine della guerra, Eduardo presta servizio di leva nei Bersaglieri (II Reggimento di stanza a Trastevere) dove gli viene incaricato di organizzare piccole recite per i soldati ed è grazie a questa occasione che inizia ad entrare in lui la voglia di diventare anche autore di testi.
Scriverà infatti le opere "Farmacia di Turno" (nel 1920) e dopo "Ho fatto il guaio ? Riparerò", una commedia in tre atti che andrà in scena 4 anni dopo al teatro Fiorentini di Napoli con un titolo diverso: Uomo e Galantuomo.
Questa commedia, secondo gli studiosi di storia del teatro e dei critici, risulta importante perché già qui sono segnate le prime influenze che Eduardo ha ricevuto dallo scrittore siciliano Luigi Pirandello e dove compare una delle tematiche importanti, quella della pazzia, che lo contraddistinguerà anche in altre opere.
Nel 1926, insieme al fratello Peppino, firma il contratto come attore brillante nella compagnia di Luigi Carini ma già l'anno seguente preferisce fare ritorno nella compagnia del fratellastro Vincenzo che gli fa mettere in scena la commedia in due atti "Ditegli sempre di si".
Nella compagnia del fratellastro, Eduardo, acquista sempre più visibilità sia come attore che come autore e nel rapporto con Vincenzo si segna anche dell'altro. Infatti da lui prenderà quella severità e quel rigore che lo caratterizzeranno poi tanto nella sua vita privata quanto nei rapporti lavorativi.
Dopo la morte del padre (nel 1925), Eduardo va a convivere con una giovane donna di nome Ninì per la quale compone poesie d'amore come ad esempio "E mmargarite" (che verrà anni dopo pubblicata).
Nel dicembre 1928 sposa a Roma con rito evangelico Dorothy Pennigton (Dodò) una ragazza americana di Philadelphia (matrimonio che venne poi annullato nel 1952 con la sentenza del tribunale della Repubblica di San Marino e convalidata nel 1955 dal tribunale di Napoli).
Nel 1929 invece, usando degli pseudonimi (R. Maffei, G. Renzi e H. Retti), Eduardo e Peppino mettono in scena, con l'aiuto di Galdieri, lo spettacolo comico "Prova generale. Tre modi di far ridere" (Eduardo firmerà numerose opere in futuro con vari pseudonimi teatrali).
Negli anni '30 i fratelli De Filippo, insieme a Titina, sono chiamati dall'impresario della Compagnia Molinari a costituire una ditta autonoma all'interno della compagnia stessa.
Formano così finalmente una loro compagnia "Teatro Umoristico - I De Filippo" che durerà fino al 1944 e che vedrà collaborare con loro personaggi come: Alfredo Crispo; Gennaro Pisano; Pietro Carloni; Agostino Salvietti; Dolores Palumbo; Tina Pica; Luigi De Martino.
Nel 1931 esce una delle commedie più famose di Eduardo "Natale in casa Cupiello", portata in scena per la prima volta al teatro Kursaal di Napoli.
Nel 1932 I De Filippo passano dall'avanspettacolo ad un vero e proprio teatro, firmando un contratto con l'impresario Armando Ardovino del teatro Sannazaro.
Il Teatro Sannazzaro è stato un teatro elegante, frequentato dalla Napoli bene, da intellettuali ed artisti di fama e rimase la sede stabile della loro compagnia fino al 1934 (anno in cui Eduardo De Filippo corona il suo sogno di un primo incontro con Pirandello durante la rappresentazione di "Chi è chiù felice 'e me").
Subito dopo, la compagnia, gira in tournèe per l'Italia iniziando da Torino e passando poi per Bologna, Milano e Roma dove finalmente conseguono un successo a livello nazionale.
In giro per l'Italia, Eduardo, sente il bisogno di abbandonare il provincialismo napoletano e spinto dalla critica decide che è arrivato il momento per la compagnia di operare un salto di qualità e iniziare a rappresentare anche altre opere.
Inizia così il periodo delle rappresentazioni delle opere pirandelliane (tra il 1935 e il 1937) dove saranno portati sulla scena testi come: Liolà; L'abito nuovo; il Berretto a sonagli.
Nella stagione 1938/1939, la sorella Titina, abbandona la compagnia insieme al marito Pietro Carloni ed Eduardo scrive un pezzo intitolato "E io non ti pago".


Nel 1942 debuttano al teatro La Pergola di Firenze con la commedia in tre atti "Io erede" e subito dopo invece sono a Torino con una commedia scritta insieme ad Armando Curcio dal titolo "La fortuna con la effe maiuscola".
Negli stessi anni, nonostante i rapporti di alti e bassi con il fratello, Eduardo prende la direzione tecnico-artistica del "Teatro Umoristico" mentre a Peppino è affidata la direzione amministrativa.
Si riconciliano persino con la sorella Titina tanto che la fanno tornare nella compagnia.
Nel 1945 Eduardo scrive l'altro suo capolavoro "Napoli Milionaria" e rompe definitivamente i rapporti artistici con il fratello Peppino a causa di alcuni contrasti.
Eduardo fonda così una propria compagnia che porta il suo nome e nel 1946 mette in scena due opere con esiti trionfali: "Questi fantasmi" e "Filumena Marturano".
Nel 1948 acquista, investendo tutti i suoi guadagni, il Teatro San Ferdinando di Napoli che era stato semidistrutto dalle bombe e ridona così vita ad un luogo che ha conosciuto tanta storia dello spettacolo.
Del San Ferdinando, Eduardo, ha conservato il più possibile la facciata settecentesca ma lo ha trasformato in teatro di avanguardia ponendolo come "casa per l'attore e per il pubblico".
Il San Ferdinando viene inaugurato nel gennaio 1954 con l'opera "Palummella zompa e vola", di Antonio Petito, seguirono poi altre opere sue e di altri autori napoletani per recuperare così in un certo senso una tradizione che ormai non esisteva più (tutto ciò grazie ad alcuni cambiamenti quale l'adozione della lingua napoletana nella recitazione dei testi ma italianizzandola per altri affinché diventasse una lingua sentita da tutti).
Oltre ai testi "Filumena Marturano" e "Questi fantasmi", altre opere significative messe in scena in questo periodo sono state: Mia famiglia (1953); Bene mio e core mio (1956); De Pretore Vincenzo (1957); Sabato, domenica e lunedì (1959).
Nel 1953 rifiuta l'invito di Strehler ad interpretare don Marzio ne "La Bottega del Caffè" di Goldoni e rappresenta invece al Mediterraneo di Napoli "Miseria e Nobiltà" scritto da suo padre così da celebrarne il centenario della nascita.
Nel 1956 inizia a comparire in delle messinscene televisive e a fare anche del cinema (collaborando con Fellini nel film "Fortunella") e sposa Thea Prandi (morta nel 1960) con cui ha due figli, Luisa (morta nel gennaio del 1960) e Luca.
In realtà la prima volta che Eduardo compare sullo schermo è già nel 1932 esordendo sul set di "Tre uomini in frac" di Mario Bonnard; mentre la prima regia cinematografica è stata con il film "In campagna è caduta una stella", film del 1940 dove recita anche.
Solo dopo la regia di "Spara forte, più forte... non capisco!" del 1966, Eduardo abbandona il cinema e si dedica per un poco alla televisione riproponendo le sue commedie fino all'anno della sua morte (suo ultimo ruolo in Tv è stato quello del vecchio maestro nello sceneggiato "Cuore", diretto da Luigi Comencini e tratto dal libro di Edomondo De Amicis).
Nel 1962 parte per una lunga tournèe in Unione Sovietica, Polonia ed Ungheria mentre l'anno successivo esce "Il sindaco del rione Sanità" (grazie al quale gli viene conferito il premio Feltrinelli e che nel 1997 verrà anche trasposto in film con interprete Anthony Quinn).
Nel 1963 esce l'opera "Tommaso d'Amalfi" con la compagnia di Domenico Modugno.
Sempre nel 1963, muore la sorella Titina che per anni è stata la pacificatrice nel rapporto conflittuale tra i due fratelli Peppino ed Eduardo.
 
Nel 1964 scrive "L'arte della commedia", mentre nel 1966 va in scena "Il cilindro".
Durante gli anni '70 alterna la vita artistica alla politica impegnandosi nel recupero di ragazzi minori in carcere fino a quando all'età di 80 anni (nel 1981) viene nominato Senatore a vita.
Nel 1971 rappresenta "Ogni anno punto e a capo", spettacolo di varietà che tratta degli anni '30; l'anno seguente fa debuttare un opera di suo padre intitolata "Na santarella".
Sempre nel 1972, nel mese di maggio, partecipa alla World Theatre Season di Londra dove rappresenta con la sua compagnia "Napoli Milionaria" e gli viene poi conferito il Premio Internazionale Feltrinelli, ritirandolo all'Accademia dei Lincei.
Nel 1973 mette in scena "Gli esami non finiscono mai" (opera con cui vince il Premio Pirandello per il teatro) e l'anno successivo, mentre viene rappresentata quest'opera gli viene un malore cardiaco in seguito al quale gli viene applicato un pacemaker.
Nonostante ciò il 27 marzo del 1974 ritorna nuovamente sul palcoscenico.
Nel 1977 inaugura il Festival dei Due Mondi di Spoleto con l'opera "Napoli Milionaria" e riceve la laurea horis causa presso l'Università di Birmingham.
Sempre nel 1977 si sposa ancora, stavolta con la scrittrice e sceneggiatrice Isabella Quarantotti.
Nel 1980 apre la Scuola di Drammaturgia di Firenze e riceve un altra laurea honoris causa in lettere dall'Università di Roma.
Sempre a Roma, nel 1981, l'Università la Sapienza gli offre la cattedra dei corsi di Drammaturgia.
Nel 1982 compie una serie di recital con Carmelo Bene in Italia e all'estero donando il ricavato degli spettacoli ai ragazzi del carcere Filangieri di Napoli e del Fornelli di Bari.
Eduardo De Filippo muore nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre del 1984 a Roma.
La camera ardente è stata allestita al Senato e la cerimonia funebre trasmessa in diretta televisiva.
Per i suoi funerali hanno partecipato oltre trentamila persone ed è sepolto presso il cimitero del Verano.

CONCLUSIONE:

Ridurre la biografia di un monumento nazionale quale è stata la figura di Eduardo De Filippo non è semplice (ancora meno farlo in un solo post quando in verità meriterebbe uno spazio ben più ampio e ulteriori approfondimenti).
Eduardo è stato prima di tutto Attore (di quelli con la A maiuscola) ma ha dimostrato il suo genio anche in campi quali la drammaturgia, la regia, la poesia, la letteratura (non a caso è stato anche in lista per la candidatura di un premio Nobel in questo campo), la televisione e il cinema.
Eduardo è stato indubbiamente (come lo definisce il professor Meldolesi in un suo libro) un ""Teatrante in cerca".
Veniva dalla tradizione e cercava e credeva in un Teatro senza confini.
L'uso del dialetto nelle sue opere gli serviva solo per rendere meglio, attraverso la gestualità tipica non solo di chi recita ma anche di certi dialetti parlati, le scene e i concetti.
Voglio solo concludere il post scrivendo che a mio avviso Eduardo, dalla vita così movimentata, indubbiamente è stato un vero e proprio maestro di stile e innovazione ed ha regalato al Teatro una ventata di novità che ha influenzato poi anche le generazioni successive (un esempio su tutti Massimo Troisi).

FONTI ED IMMAGINI:

http://www.eduardando.com/biografia4.php
http://it.wikipedia.org/wiki/Eduardo_De_Filippo
http://www.criticiditeatro.it/eduardo-de-filippo-un-forte-alleato-nellethos-greco-georgios-katsantonis-analizza-il-successo-teatrale-e-di-critica-grecia/
http://forum.tntvillage.scambioetico.org/?showtopic=264499
http://napolidieduardo.blogspot.it/2012/06/titina-de-filippo.html
http://cinetramando.blogspot.it/2011/08/filumena-marturano-eduardo-de-filippo.html
 
 

 


 
 

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