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mercoledì 22 febbraio 2012

Breve biografia di Renato Dulbecco. il Nobel per la Medicina che oggi avrebbe compiuto gli anni.

Avrebbe compiuto oggi 98 anni il professore, premio Nobel per la Medicina (consegnatogli nel 1975), Renato Dulbecco, morto purtroppo due giorni fa.
Mi sembra corretto dedicargli oggi un pensiero riportandone una breve Biografia sotto.




RENATO DULBECCO:

Nato a Catanzaro, il 22 febbraio 1914, da madre calabrese e padre ligure, all'età di cinque anni (dopo la fine della Prima Guerra Mondiale) si trasferì in Liguria con la famiglia.
Trascorse la sua infanzia in questa regione e qui fu segnato da alcuni lutti (l'amico Peppino) e malattie (quella di sua sorella Emma) che lo portarono alla decisione di intraprendere la carriera medica.
Durante la dittatura fascista di Mussolini, il giovane Renato frequento' il ginnasio con grande impegno e ottenendo buoni risultati e nello stesso tempo si dedicò alla letture di riviste scientifiche.
Agli inizi del 1930 si iscrisse presso la facoltà di Medicina dell'Universita' di Torino dove, già al secondo anno, grazie ai brillanti risultati ottenuti, venne ammesso come interno all'Istituto di Anatomia e dove (occupandosi sopratutto di biologia) conobbe e strinse amicizia con persone che come lui sarebbero diventate importanti nel panorama mondiale medico e scientifico futuro:
Salvador Luria e Rita Levi-Montalcini.
Laureatosi, a soli 22 anni, nel 1936, con una tesi (che trattava delle alterazioni del fegato) che ricevette diversi premi; venne inoltre riconosciuto come il miglior laureato dell'università di medicina in quell'anno accademico.
Dopo la laurea venne chiamato al servizio militare, come ufficiale medico, dove presto' servizio fino al 1938.
Alla fine del servizio militare scelse la via della ricerca ma a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale fu costretto a tornare alle armi come ufficiale medico presso Sanremo.
Nonostante la guerra sposò la figlia di un membro del governo fascista, Giuseppina, e nel giugno 1940 venne inviato come soldato sulla frontiera francese.
Anche se in guerra, Dulbecco non smise mai di studiare e di compiere ricerche ed ottenne, nel 1941, il titolo per la libera docenza. Poco dopo parti' per la campagna Russa, sul Don, dove il suo reggimento venne distrutto e lui fu ricorverato in un ospedale militare da dove potè rientrare in Italia solo nel 1943.
Nuovamente in Italia riprese il lavoro presso l'Istituto di Anatomia patologica e inizio' a frequentare organizzazioni clandestine antifasciste.
Presso l'Istituto di Anatomia inizio' ad interessarsi agli effetti delle radiazioni su cellule embrionali del pollo, consapevole pero' della sua carenza nel campo della Fisica (che gli sarebbe tornata utile per questa sua ricerca) decise cosi' di prendere una seconda laurea.
In soli due anni si laureo' anche in questo campo scientifico e subito dopo, l'amico Salvador Luria (che aveva frequentato negli anni '30 presso l'Istituto di Anatomia) interessato ai suoi studi gli propose di lavorare con lui per approfondire l'argomento e lo porto' con sè presso il laboratorio di Bloomington, negli Stati Uniti.
Nel 1947, Dulbecco si trasferi' in America dove scoprì un mondo culturale diverso da quello a cui era abituato in Italia.
Collaboro' e supporto' Luria nella ricerca presso il laboratorio americano e allo stesso tempo partecipo' a riunioni e  meeting scientifici dove entro' in contatto con ricercatori famosi nel campo medico.
Intanto grazie alle sue notevoli capacità scientifiche, Dulbecco prese la cittadinanza americana e nel 1948, gli offrirono l'opportunità di lavorare, per alcuni mesi, anche presso il "Cold Spring Harbor", il prestigioso laboratorio frequentato da scienziati di tutto il mondo e da volti noti nel settore.
I suoi successi nel settore scientifico e i progressi effettuati nella sua ricerca sulle radiazioni e sulle cellule, portarono il padre della genetica moderna, Max Delbruck, ad offrirgli un posto di lavoro presso il "California Institute of Technology" a Pasadena, uno dei piu' importanti laboratori scientifici al mondo.
Nel nuovo posto di lavoro, Dulbecco dimostro' ancora una volta la sua bravura ed insieme al collega Seymour Benzer, studio' il virus responsabile dell'Herpes zoster (noto come Fuoco di Sant'Antonio) giungendo alla conclusione che cio' che mancava per la cura era un metodo appropriato per eliminare questi invisibili agenti virali.
La ricerca porto' a una possibile cura, i risultati del lavoro furono presentati di fronte alla Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti dove la fama di Dulbecco crebbe e tutta la ricerca sul virus fu rivoluzionata.
Nel 1955, arrivarono per il professore altri successi, sopratutto grazie all'identificazione di un ulteriore virus quello della poliomelite e di un vaccino per contrastarla.
Dulbecco scalo' cosi' le vette del mondo medico-scientifico e venne nominato professore associato di microbiologia.
L'interesse per il campo dei virus lo porto' presto presso studi nuovi su quei virus che rendono le cellule cancerogene e applicandosi alla ricerca riusci' dove altri non erano ancora arrivati, trovo' infatti il modo di isolare il virus a DNA.
Nel 1962 divenne anche membro del primo nucleo di ricercatori di un nuovo istituto (ideato da Jonas Salk) a La Jolla, presso San Diego a sud della California.
Al Salk Institute californiano, Dulbecco scopri' il meccanismo di azione dei virus tumorali nelle cellule animali.
L'importante scoperta porto' il professor Dulbecco ad essere insignito dei piu' alti riconoscimenti nel suo campo a livello mondiale, tanto che ricevette: l'elezione a membro straniero presso la "Royal Society" di Londra; la Laurea honoris causa dall'Universita' di Yale; il premio Lasker per le scienze biologiche e mediche; nel 1975 il premio inaspettato, ma giustamente meritato, il Nobel per la medicina e la fisiologia dovuto alle sue scoperte in materia di interazione tra virus tumorali e materiale genetico della cellula.
L'ultimo suo lavoro ha preso il nome di "Progetto Genoma" e si poneva l'obiettivo di identificare tutti i geni delle cellule umane e il loro ruolo per arrivare a comprendere e combattere lo sviluppo del cancro.

Dulbecco lascia un profondo e incolmabile vuoto non solo tra i propri cari e gli amici ma anche nella comunita' medico-scientifica mondiale.
Grazie a lui progressi notevoli sono stati effettuati nel settore e l'Italia intera perde (ma lo aveva già fatto lasciandolo all'America) un'illustre persona.

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