Conto alla rovescia finito ed ecco che parte proprio oggi la tanta attesa REUNION bolognese.
L'evento, tanto sponsorizzato in regione già da qualche tempo, prevede tre giorni di svariati eventi e pone l'opportunità ai vecchi laureati di rincontrarsi e partecipare a seminari e convegni interessanti.
Nei giorni del 19, 20 e 21 Giugno gli studenti laureati presso le diverse Facoltà Universitarie di Bologna possono così fare un tuffo nel passato.
Il programma completo potete scaricarlo dal sito:
http://www.reunion.unibo.it/wp-content/uploads/2015/05/REUNION_programma_web.pdf
Gli incontri, gli spettacoli, le mostre e tutte le altre attività si svolgeranno in pieno centro storico dividendosi tra le varie piazze principali (Piazza Maggiore, Piazza Galvani, Piazza San Domenico, Piazza Minghetti e Piazza Santo Stefano, oltre che presso i Giardini Margherita) e avendo oltre 200 ospiti e relatori legati al mondo dell'Alma Mater (alcuni nomi sono quelli di: Umberto Eco, Francesco Guccini, Chiara Gamberale, Valerio Massimo Manfredi ed altri ancora, li ritrovate sul programma).
Carina anche l'idea di potersi riscrivere per questa "tre giorni di amarcord" alla propria facoltà recandosi presso gli stand o gli spazi addetti (ritrovate i vari punti in cui recarvi sempre sul programma).
Evento che volevo segnalare e che mi sembrava veramente carino e poi è il primo raduno mondiale degli ex-universitari di bologna quindi ragione in più per partecipare.
FONTI ED IMMAGINI:
http://www.reunion.unibo.it/
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/conto-rovescia-reunion-prodi-guccini-1.1064718
Iniziamo
Arrivo tardi come al solito nel mondo informatico e mi cimento
cosi' per la prima volta con un Blog ....
Ma come dice il famoso detto popolare "Meglio tardi che mai".
Il seguente Blog tratta pertanto svariati argomenti: si va dalla vita personale a Fotografie, dalla Letteratura all'Arte in generale (Musica, Teatro, Cinema), dalla Storia alle Biografie di personaggi famosi, Viaggi, Ricette di Cucina, Eventi e notizie in generale.
Percio' Benvenuto a chiunque voglia seguire queste pagine.
cosi' per la prima volta con un Blog ....
Ma come dice il famoso detto popolare "Meglio tardi che mai".
Il seguente Blog tratta pertanto svariati argomenti: si va dalla vita personale a Fotografie, dalla Letteratura all'Arte in generale (Musica, Teatro, Cinema), dalla Storia alle Biografie di personaggi famosi, Viaggi, Ricette di Cucina, Eventi e notizie in generale.
Percio' Benvenuto a chiunque voglia seguire queste pagine.
venerdì 19 giugno 2015
venerdì 12 giugno 2015
Torta salata di carote e patate con crema di fave
In questa settimana ho avuto modo di sperimentare alcune nuove ricette in cucina e prova che ti riprova alla fine quello che doveva venire fuori come un "certo tipo" di piatto mi si è trasformato in realtà in tutt'altro diventando così alla fine una buona torta salata di carote e patate con crema di fave.
Vediamo cosa ho combinato.
INGREDIENTI:
400 gr. di patate; 200 gr. di Farina; 1 uovo; 200 gr. di fave sgranate (io le avevo surgelate da negozio); 100 gr. di carote; 40 gr. di parmigiano; 30 gr. di burro; sale e pepe.
PREPARAZIONE:
Personalmente ho fatto così: ho preso tre pentolini dove: nel primo ho messo a bollire le patate intere con la buccia per circa 30 minuti fino a quando non sono diventate morbide; nel secondo pentolino ho messo le carote (in precedenza pulite e sbucciate) sempre a bollire per circa 20 minuti o fino a quando non sono diventate tenere anche loro; nell'ultimo pentolino ho bollito le fave.
Non appena le carote sono pronte potete metterle dentro ad un mixer (io le ho messe in un frullatore) e fatene una sorta di crema.
Stesso procedimento l'ho usato per le patate una volta cotte facendone una sorta di purea molle molle.
Ed anche con le fave stessa cosa facendo in modo di avere da parte una crema.
Ovviamente di tutte e tre lasciate ogni crema ottenuta da parte non mescolatele almeno momentaneamente.
A questo punto ho unito insieme i frullati di carote e di patate e li ho incorporati alla farina, al parmigiano grattugiato e ad un uovo. Ho salato, pepato e mescolato il tutto fino ad avere l'impasto che di solito si ottiene per le torte
Vediamo cosa ho combinato.
INGREDIENTI:
400 gr. di patate; 200 gr. di Farina; 1 uovo; 200 gr. di fave sgranate (io le avevo surgelate da negozio); 100 gr. di carote; 40 gr. di parmigiano; 30 gr. di burro; sale e pepe.
PREPARAZIONE:
Personalmente ho fatto così: ho preso tre pentolini dove: nel primo ho messo a bollire le patate intere con la buccia per circa 30 minuti fino a quando non sono diventate morbide; nel secondo pentolino ho messo le carote (in precedenza pulite e sbucciate) sempre a bollire per circa 20 minuti o fino a quando non sono diventate tenere anche loro; nell'ultimo pentolino ho bollito le fave.
Non appena le carote sono pronte potete metterle dentro ad un mixer (io le ho messe in un frullatore) e fatene una sorta di crema.
Stesso procedimento l'ho usato per le patate una volta cotte facendone una sorta di purea molle molle.
Ed anche con le fave stessa cosa facendo in modo di avere da parte una crema.
Ovviamente di tutte e tre lasciate ogni crema ottenuta da parte non mescolatele almeno momentaneamente.
carote frullate
patate lesse poi frullate anche loro
ecco le patate una volta frullate
crema di fave
A questo punto ho unito insieme i frullati di carote e di patate e li ho incorporati alla farina, al parmigiano grattugiato e ad un uovo. Ho salato, pepato e mescolato il tutto fino ad avere l'impasto che di solito si ottiene per le torte
la farina
il mix di carote e patate mescolato
Presa poi una teglia l'ho imburrata (il forno l'avevo preriscaldato in precedenza) ho inserito il composto o l'impasto ottenuto ed ho messo in forno a 180° per circa 30 minuti (fate sempre la famosa prova dello stuzzicadenti per capire se l'interno è pronto o ancora no).
Appena pronta ho messo in un piatto una base di crema di fave (che era stata lasciata da parte e che ovviamente non andava mixata al resto) e sopra a questa crema ho adagiato la fetta di torta (decorata poi con altri due piccoli bottoni di crema di fave).
Ed ecco il risultato finale nella foto sotto.
Alla fine questo è stato il risultato e il tutto stavolta è stato creato sul momento (non preso da rivista) spinta dalla voglia di provare qualcosa di diverso.
Con questo e tutto buon proseguimento di serata e a presto.
martedì 9 giugno 2015
La scalata alla Torre degli Asinelli di Bologna, foto e notizie
A fine Maggio ho accompagnato una mia amica in una piccola gitarella, nel centro di Bologna, che prevedeva la salita (o la scalata come preferite voi) alla Torre degli Asinelli uno dei più famosi simboli di questa città insieme alla sua compagna Torre Garisenda che la vede posta al suo fianco.
In realtà questa è già la seconda volta che salgo fin su in cima a questa torre, la prima è stata nel 2009 (subito dopo la laurea; dovete sapere che la leggenda bolognese narra che se uno studente universitario qualunque sale durante gli anni di studio, non arriverà mai a conseguire la laurea; ripeto è una leggenda ma personalmente per scaramanzia ho comunque preferito aspettare per salirci).
Ad ogni modo, vale davvero tutta la fatica (perché arrivare fino in cima non è propriamente una passeggiata) e il sudore di questo mondo scoprire gradino dopo gradino la torre.
Dall'alto la vista della città è qualcosa che non si può descrivere con delle semplici parole (in quanto ognuno prova sensazioni differenti) ma vi assicuro che lascia comunque affascinati.
Queste due torri di Bologna sono state collocate nel passato (e poi ovviamente li sono rimaste) in un preciso punto strategico della città dell'antica via Emilia (per chi passa da Bologna e vuole farsi un giro, esse si trovano nel centro di Piazza di Porta Ravegnana).
Realizzate in muratura svolgevano (come per molte torri in Italia dell'epoca) importanti funzioni militari (di segnalazioni di attacco nemico e di difesa) oltre a rappresentare il prestigio sociale della famiglia che ne ha avviato la loro costruzione (Famiglia Asinellli e Famiglia Garisenda ovviamente).
A Bologna la storia delle Torri è davvero singolare, sembra infatti che nella sola città se ne contassero più di 100 (tra il XII e il XIII secolo) e che ne siano sopravvissute solo 24, tra queste anche queste due famose a cui è dedicato il post.
Alta 97,20 metri e costruita tra il 1109 e il 1119, la Torre degli Asinelli presenta uno strapiombo di 2,23 metri e una scalinata interna di 498 gradini (ecco perché scrivevo poco sopra che a salir su vi costa fatica e sudore che però sono ben ricompensati poi da un panorama mozzafiato).
Di queste due Torri ad oggi è visitabile solo proprio la Torre degli Asinelli (che tra le altre cose risulta essere anche la torre pendente più alta d'Italia), mentre la Garisenda (alta 48,16 metri, anche se in origine pare fosse alta 60 metri ma che sia stata dimezzata in seguito al terremoto del 1351) rimane chiusa al pubblico in quanto pericolante.
Ad ogni modo tutta questa breve introduzione storica (molto altro ci sarebbe da scrivere ma ulteriori notizie potete sempre comunque ritrovarne in giro per la rete, a tal proposito, in fondo, alla fine di questo post come al solito c'è la voce Fonti da cui potete attingere) è servita per dare spazio ora alle Fotografie che ho scattato in questa fatidica scalata.
Prima di lasciarvi con le immagini però voglio solo dire che per visitare la Torre degli Asinelli il costo del biglietto è di tre euro e che per quanto riguarda gli orari di visita dovrebbe essere dalle 9.00 alle 18.00 (in estate; d'inverno fino alle 17.00).
Concludo quindi il post con le foto che ho scattato quel giorno.
FONTI ED IMMAGINI:
Le fotografie presenti in questo post sono tutte state scattate di mia mano dal mio cellulare (stavolta niente macchina fotografica).
Mentre per quanto riguarda le fonti per le notizie storiche i due siti da cui ho attinto sono stati:
In realtà questa è già la seconda volta che salgo fin su in cima a questa torre, la prima è stata nel 2009 (subito dopo la laurea; dovete sapere che la leggenda bolognese narra che se uno studente universitario qualunque sale durante gli anni di studio, non arriverà mai a conseguire la laurea; ripeto è una leggenda ma personalmente per scaramanzia ho comunque preferito aspettare per salirci).
Ad ogni modo, vale davvero tutta la fatica (perché arrivare fino in cima non è propriamente una passeggiata) e il sudore di questo mondo scoprire gradino dopo gradino la torre.
Dall'alto la vista della città è qualcosa che non si può descrivere con delle semplici parole (in quanto ognuno prova sensazioni differenti) ma vi assicuro che lascia comunque affascinati.
Queste due torri di Bologna sono state collocate nel passato (e poi ovviamente li sono rimaste) in un preciso punto strategico della città dell'antica via Emilia (per chi passa da Bologna e vuole farsi un giro, esse si trovano nel centro di Piazza di Porta Ravegnana).
Realizzate in muratura svolgevano (come per molte torri in Italia dell'epoca) importanti funzioni militari (di segnalazioni di attacco nemico e di difesa) oltre a rappresentare il prestigio sociale della famiglia che ne ha avviato la loro costruzione (Famiglia Asinellli e Famiglia Garisenda ovviamente).
A Bologna la storia delle Torri è davvero singolare, sembra infatti che nella sola città se ne contassero più di 100 (tra il XII e il XIII secolo) e che ne siano sopravvissute solo 24, tra queste anche queste due famose a cui è dedicato il post.
Alta 97,20 metri e costruita tra il 1109 e il 1119, la Torre degli Asinelli presenta uno strapiombo di 2,23 metri e una scalinata interna di 498 gradini (ecco perché scrivevo poco sopra che a salir su vi costa fatica e sudore che però sono ben ricompensati poi da un panorama mozzafiato).
Di queste due Torri ad oggi è visitabile solo proprio la Torre degli Asinelli (che tra le altre cose risulta essere anche la torre pendente più alta d'Italia), mentre la Garisenda (alta 48,16 metri, anche se in origine pare fosse alta 60 metri ma che sia stata dimezzata in seguito al terremoto del 1351) rimane chiusa al pubblico in quanto pericolante.
Ad ogni modo tutta questa breve introduzione storica (molto altro ci sarebbe da scrivere ma ulteriori notizie potete sempre comunque ritrovarne in giro per la rete, a tal proposito, in fondo, alla fine di questo post come al solito c'è la voce Fonti da cui potete attingere) è servita per dare spazio ora alle Fotografie che ho scattato in questa fatidica scalata.
Prima di lasciarvi con le immagini però voglio solo dire che per visitare la Torre degli Asinelli il costo del biglietto è di tre euro e che per quanto riguarda gli orari di visita dovrebbe essere dalle 9.00 alle 18.00 (in estate; d'inverno fino alle 17.00).
Concludo quindi il post con le foto che ho scattato quel giorno.
la qualità di questa foto è orribile,
fortunatamente non per le altre.
Sono comunque la Torre Garisenda e la
Torre degli Asinelli.
Porticina d'ingresso alla Torre degli Asinelli
Torre degli Asinelli (laterale la Garisenda è alle spalle)
All'interno della Torre (più le scale da salire)
Una delle tante finestrelle o arcate che si
incontrano lungo la salita
Le scale, di legno, che portano in cima
(in questa foto invece ho ripreso la discesa
altra foto delle scale che portano su e dell'interno
Terminato il primo step di foto dell'interno della Torre si passa ora a questo secondo ed ultimo giro di fotografie che riguardano invece il momento in cui una persona arriva su e si trova di fronte questo panorama che personalmente trovo stupendo.
vista dall'alto con uno stuolo di tetti che fanno da tappeto
fino al colle in fondo.
In questa foto (dove ho usato lo zoom)
si vede la Basilica di San Petronio, il protettore
della città, con la sua famosa Piazza Maggiore.
una parte della città in laterale dall'alto dalla grata
della finestra della torre.
vista panoramica di una delle tante lunghissime vie
cittadine con siti anche di origini medioevali
La Piazza sotto alle Torri
(Piazza di Porta Ravegnana)
via Rizzoli (ovvero la via principale che
porta da Piazza Maggiore alle Torri)
altra panoramica dall'alto dei tetti e se
guardate bene anche di una delle tante
altre torri ancora esistenti
(abbiamo scritto che ne sono
rimaste 24 in tutto delle 100 di origine)
Piazza della Mercanzia (l'antico mercato
medievale del commercio)
dalle finestre in alto
infine ultima panoramica cittadina ed altre torri antiche
ancora oggi esistenti.
FONTI ED IMMAGINI:
Le fotografie presenti in questo post sono tutte state scattate di mia mano dal mio cellulare (stavolta niente macchina fotografica).
Mentre per quanto riguarda le fonti per le notizie storiche i due siti da cui ho attinto sono stati:
mercoledì 3 giugno 2015
Marshall McLuhan: Gli strumenti del Comunicare.
Riprendo in mano il blog postando oggi notizie su un libro famoso, più un saggio in realtà, che il sociologo canadese Marshall McLuhan ha scritto e che viene preso come "bibbia" nel settore degli studi della Comunicazione di Massa.
L'edizione del testo che ho in mano è del 2002 (edito da Il Saggiatore ed è composto da circa 380 pagine), anche se in verità questo libro è comparso per la prima volta già nel 1964, con il titolo originale di "Understanding Media: The Extensions of Man" .
In Italia invece, arriva nelle librerie solo tre anni dopo, nel 1967, con il titolo di: Gli Strumenti del Comunicare.
Come sempre prima di introdurlo, riporto una breve biografia sull'autore così da procedere poi con la sua descrizione.
Marshall McLuhan:
Nato a Edmonton, Canada, nel 1911, McLuhan ha studiato prima Ingegneria presso l'Università di Manitoba (provincia del Canada occidentale) poi invece è passato a Lingua e Letteratura Inglese all'Università di Cambridge in Inghilterra.
Tra il 1936 e il 1937 ha insegnato all'Università del Wisconsin e sempre nel 1937 avviene la sua conversione che lo fa entrare in contatto con la Chiesa Cattolica Romana, dove ha insegnato "Istituzioni di educazione superiore della Chiesa Cattolica".
Dal 1937 al 1944 ha invece insegnato lingua inglese presso l'Università di St. Louis dove ebbe tra i suoi studenti il giovane gesuita Walter J. Ong (antropologo, filosofo, insegnante di inglese e storico) che ha conseguito la tesi di laurea su argomento proposto da McLuhan, diventando poi suo amico.
Nell'agosto del 1939, McLuhan, sposa Corinne Lewis e negli stessi anni vivono a Cambridge dove lui ha continuato a lavorare alla sua tesi di dottorato su Thomas Nashe (poeta, drammaturgo e scrittore inglese vissuto durante l'età elisabettiana) e le arti verbali.
Dal 1944 al 1946, McLuhan insegna presso l'Assumption College, in Canada e subito dopo (dal 1947 al 1979) invece passa al St. Michael's College dell'Università di Toronto.
Muore a Toronto nel 1980.
GLI STRUMENTI DEL COMUNICARE:
Nel 1964 scrive e pubblica questo testo che fin da subito rivoluziona lo studio dei mezzi di Comunicazione di Massa e diventa una di quelle opere che ancora oggi a distanza di tanti anni rimane sempre attuale.
Il pensiero di fondo di quest'opera ruota intorno al concetto di "Medium" ovvero del "Messaggio".
McLuhan è stato il primo infatti ad introdurre questa parola e ad analizzarla nell'ambito del mondo dei mezzi di comunicazione.
Secondo McLuhan è importante studiare i Media non tanto in base ai contenuti che veicolano ma quanto in base ai criteri strutturali con cui organizzano la comunicazione.
I Media sono quindi importanti materie su cui società ed economia oggi si fondano ed è pertanto giusto studiare la loro influenza.
Ovviamente McLuhan fa riferimento a qualsiasi mezzo di comunicazione di massa e non solo a pochi eletti.
Nel libro spiega che a partire dall'Era Meccanica si è operata una estensione del nostro corpo in senso spaziale e che ad oggi, dopo oltre un secolo di impiego tecnologico (come ad esempio con l'uso dell'elettricità), il nostro stesso sistema nervoso centrale sia stato esteso ed incorporato in una "globalità" che ha abolito tempo e spazio.
Importante è il Modo in cui questi "Media" (messaggi) sono usati ed applicati in ogni suo settore.
Basta pensare all'uso che viene fatto nei film del Cinema o della Televisione, ad esempio, dove gli spettatori sono coinvolti in maniera diversa.
La tecnologia possiede quindi su di noi una potente influenza, ipnotizzandoci come se fossimo in uno stato di "narcisistico torpore".
Ecco perché lo studioso divide i Media in due categorie: Media Caldi e Media Freddi.
Nel primo caso, quello dei Media Caldi, McLuhan fa rientrare mezzi come la Fotografia, la Radio e il Cinema; mentre nei Media Freddi si ritrovano i mezzi quali: Telefono, il Discorso Orale, i Cartoni Animati o Fumetti.
E' una classificazione questa che ha dato origine a numerosi dibattiti, dove sono sorti equivoci legati ai due termini usati di "caldo e freddo" perché usati in senso opposto al suo reale significato.
In realtà è "caldo" quel Medium che estende in un unico senso fino ad una alta definizione, cioè fino a che non siamo riempiti di dati che pertanto comportano una limitata partecipazione da parte del pubblico.
Nel suo opposto invece, il Medium "freddo" richiede un alto grado di partecipazione del pubblico e quindi una bassa definizione.
Vengono citati poi lungo il libro svariati mezzi di comunicazione riportandone non solo la loro storia e la loro origine quanto anche il loro significato, il loro sviluppo e soprattutto il loro messaggio nei nostri confronti e come esso ci influenzi.
Si può scrivere quindi che l'affermazione di McLuhan "Il Medium è il Messaggio" sta a significare che le conseguenze sociali ed individuali di ogni MEDIUM, cioè di ogni estensione di noi stessi, derivano da nuove proporzioni introdotte dalla nostra situazione personale.
In un certo senso alla fine le nuove idee di McLuahn assomigliano un poco alle vecchie idee del filosofo Platone.
Anche Platone infatti sa di vivere una rivoluzione diciamo mediatica quando riflette sul concetto di "Techne" intendendola in senso ampio nel suo rapporto con il mondo.
Anche Platone infatti si rende conto del carattere artificioso di una visione settoriale della tecnica e si interroga sul senso complessivo di Ciò che Siamo e di Ciò che Facciamo di Noi con le nostre Parole e l'uso delle nostre Arti.
In testo di McLuhan risulta quindi essere un testo intramontabile; un classico per chi vuole avvicinarsi agli studi della Comunicazione e per chi vuole ampliare la propria visione sull'influenza ancora attuale dei Mezzi di Comunicazione di Massa.
FONTI ED IMMAGINI:
http://news.utoronto.ca/content/marshall-mcluhan
http://it.wikipedia.org/wiki/Marshall_McLuhan
http://www.filosofico.net/mcluhan.htm
https://mcluhangalaxy.wordpress.com/2014/10/06/marshall-mcluhan-prophet-of-the-internet-age/
L'edizione del testo che ho in mano è del 2002 (edito da Il Saggiatore ed è composto da circa 380 pagine), anche se in verità questo libro è comparso per la prima volta già nel 1964, con il titolo originale di "Understanding Media: The Extensions of Man" .
In Italia invece, arriva nelle librerie solo tre anni dopo, nel 1967, con il titolo di: Gli Strumenti del Comunicare.
Come sempre prima di introdurlo, riporto una breve biografia sull'autore così da procedere poi con la sua descrizione.
Marshall McLuhan:
Nato a Edmonton, Canada, nel 1911, McLuhan ha studiato prima Ingegneria presso l'Università di Manitoba (provincia del Canada occidentale) poi invece è passato a Lingua e Letteratura Inglese all'Università di Cambridge in Inghilterra.
Tra il 1936 e il 1937 ha insegnato all'Università del Wisconsin e sempre nel 1937 avviene la sua conversione che lo fa entrare in contatto con la Chiesa Cattolica Romana, dove ha insegnato "Istituzioni di educazione superiore della Chiesa Cattolica".
Dal 1937 al 1944 ha invece insegnato lingua inglese presso l'Università di St. Louis dove ebbe tra i suoi studenti il giovane gesuita Walter J. Ong (antropologo, filosofo, insegnante di inglese e storico) che ha conseguito la tesi di laurea su argomento proposto da McLuhan, diventando poi suo amico.
Nell'agosto del 1939, McLuhan, sposa Corinne Lewis e negli stessi anni vivono a Cambridge dove lui ha continuato a lavorare alla sua tesi di dottorato su Thomas Nashe (poeta, drammaturgo e scrittore inglese vissuto durante l'età elisabettiana) e le arti verbali.
Dal 1944 al 1946, McLuhan insegna presso l'Assumption College, in Canada e subito dopo (dal 1947 al 1979) invece passa al St. Michael's College dell'Università di Toronto.
Muore a Toronto nel 1980.
GLI STRUMENTI DEL COMUNICARE:
Nel 1964 scrive e pubblica questo testo che fin da subito rivoluziona lo studio dei mezzi di Comunicazione di Massa e diventa una di quelle opere che ancora oggi a distanza di tanti anni rimane sempre attuale.
Il pensiero di fondo di quest'opera ruota intorno al concetto di "Medium" ovvero del "Messaggio".
McLuhan è stato il primo infatti ad introdurre questa parola e ad analizzarla nell'ambito del mondo dei mezzi di comunicazione.
Secondo McLuhan è importante studiare i Media non tanto in base ai contenuti che veicolano ma quanto in base ai criteri strutturali con cui organizzano la comunicazione.
I Media sono quindi importanti materie su cui società ed economia oggi si fondano ed è pertanto giusto studiare la loro influenza.
Ovviamente McLuhan fa riferimento a qualsiasi mezzo di comunicazione di massa e non solo a pochi eletti.
Nel libro spiega che a partire dall'Era Meccanica si è operata una estensione del nostro corpo in senso spaziale e che ad oggi, dopo oltre un secolo di impiego tecnologico (come ad esempio con l'uso dell'elettricità), il nostro stesso sistema nervoso centrale sia stato esteso ed incorporato in una "globalità" che ha abolito tempo e spazio.
Importante è il Modo in cui questi "Media" (messaggi) sono usati ed applicati in ogni suo settore.
Basta pensare all'uso che viene fatto nei film del Cinema o della Televisione, ad esempio, dove gli spettatori sono coinvolti in maniera diversa.
La tecnologia possiede quindi su di noi una potente influenza, ipnotizzandoci come se fossimo in uno stato di "narcisistico torpore".
Ecco perché lo studioso divide i Media in due categorie: Media Caldi e Media Freddi.
Nel primo caso, quello dei Media Caldi, McLuhan fa rientrare mezzi come la Fotografia, la Radio e il Cinema; mentre nei Media Freddi si ritrovano i mezzi quali: Telefono, il Discorso Orale, i Cartoni Animati o Fumetti.
E' una classificazione questa che ha dato origine a numerosi dibattiti, dove sono sorti equivoci legati ai due termini usati di "caldo e freddo" perché usati in senso opposto al suo reale significato.
In realtà è "caldo" quel Medium che estende in un unico senso fino ad una alta definizione, cioè fino a che non siamo riempiti di dati che pertanto comportano una limitata partecipazione da parte del pubblico.
Nel suo opposto invece, il Medium "freddo" richiede un alto grado di partecipazione del pubblico e quindi una bassa definizione.
Vengono citati poi lungo il libro svariati mezzi di comunicazione riportandone non solo la loro storia e la loro origine quanto anche il loro significato, il loro sviluppo e soprattutto il loro messaggio nei nostri confronti e come esso ci influenzi.
Si può scrivere quindi che l'affermazione di McLuhan "Il Medium è il Messaggio" sta a significare che le conseguenze sociali ed individuali di ogni MEDIUM, cioè di ogni estensione di noi stessi, derivano da nuove proporzioni introdotte dalla nostra situazione personale.
In un certo senso alla fine le nuove idee di McLuahn assomigliano un poco alle vecchie idee del filosofo Platone.
Anche Platone infatti sa di vivere una rivoluzione diciamo mediatica quando riflette sul concetto di "Techne" intendendola in senso ampio nel suo rapporto con il mondo.
Anche Platone infatti si rende conto del carattere artificioso di una visione settoriale della tecnica e si interroga sul senso complessivo di Ciò che Siamo e di Ciò che Facciamo di Noi con le nostre Parole e l'uso delle nostre Arti.
In testo di McLuhan risulta quindi essere un testo intramontabile; un classico per chi vuole avvicinarsi agli studi della Comunicazione e per chi vuole ampliare la propria visione sull'influenza ancora attuale dei Mezzi di Comunicazione di Massa.
http://news.utoronto.ca/content/marshall-mcluhan
http://it.wikipedia.org/wiki/Marshall_McLuhan
http://www.filosofico.net/mcluhan.htm
https://mcluhangalaxy.wordpress.com/2014/10/06/marshall-mcluhan-prophet-of-the-internet-age/
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