Ultimo giorno di questo pazzo mese di Febbraio.
Pazzo perchè mai come ora, sulle spalle degli italiani, sono pesati tutta una serie di eventi, delicati e non, che ci hanno messo sotto la luce dei riflettori a livello mondiale.
A partire da oggi, ultimo giorno di insediamento del pontefice Benedetto XVI, fino ad arrivare ai risultati delle elezioni politiche che hanno visto una vera e propria esplosione del Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo, in barba a tutti coloro che ridevano di questi giovani ragazzi pronti a gettarsi in un mondo di squali (quello di politicanti e politichesi) pur di tentare di cambiare qualcosa in questo oramai "vecchio" e stanco paese.
Molti degli storici partiti hanno così ricevuto una sonora lezione e forse il messaggio di fondo da parte degli elettori che gridano a chiara voce "Siamo stanchi di tutti voi che sedete sulle vostre seggiole romane dorate da circa venti anni, forse anche di piu', senza mai avere fatto nulla di reale e di concreto per la vostra Nazione", è finalmente arrivato alle orecchie di questi sordi fantocci.
Sia ben chiaro che non sto qui a scrivere del M5S per osannarlo o per criticarlo (ancora sarebbe troppo presto visto che ci si puo' basare solo su pochi esempi di gestione da parte dei grillini in qualche singola regione italiana), semplicemente voglio solo dire che era ora che facce nuove e giovani avessero l'opportunità di mettersi in gioco e di mostrare (come hanno già ampiamente fatto in Sicilia) cosa realmente vogliono fare per questa nazione oramai in preda alle onde del mare prima che affondi del tutto.
Incuriosita da questo grande rumore, ho deciso di andare a vedere il programma che questo movimento ha portato in giro per le piazze di tutta Italia e che potete benissimo ritrovare sul blog di Grillo all'indirizzo: http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf
Programma che si compone di 15 pagine in cui sono definiti i primi temi che essi intendono trattare, come ad esempio: Il Rapporto tra Stato e Cittadini; l'Istruzione; l'Energia (rinnovabili e pulite); i Trasporti; l'Economia; l'Informazione ed altro.
Di certo su alcuni punti del loro programma immagino troveranno tanti ostacoli, come ad esempio sul fatto che sia possibile governare per due soli mandati oppure sul non recepire piu' delle pensioni d'oro da parte dei politici già dopo solo due anni di parlamento, ma spero vivamente che si riesca a far comprendere a quei vecchi signori che oramai hanno mangiato fin troppo e che la musica deve per forza cambiare.
Non sto qui a farvi il lungo elenco del programma (alquanto singolare ed interessante) perchè come scrivevo poco sopra è reperibile già sul sito ufficiale, ma vorrei concludere solo facendo notare che nell'aria qualcosa sembra stia cambiando e che ora piu' che mai occorre proseguire dritti verso la meta finale nella speranza che finalmente si possa respirare qualcosa di nuovo e di pulito che renda nuovamente solido e stabile questo paese.
immagine ripresa dal sito http://movimento5stellemantova.wordpress.com/
Iniziamo
Arrivo tardi come al solito nel mondo informatico e mi cimento
cosi' per la prima volta con un Blog ....
Ma come dice il famoso detto popolare "Meglio tardi che mai".
Il seguente Blog tratta pertanto svariati argomenti: si va dalla vita personale a Fotografie, dalla Letteratura all'Arte in generale (Musica, Teatro, Cinema), dalla Storia alle Biografie di personaggi famosi, Viaggi, Ricette di Cucina, Eventi e notizie in generale.
Percio' Benvenuto a chiunque voglia seguire queste pagine.
cosi' per la prima volta con un Blog ....
Ma come dice il famoso detto popolare "Meglio tardi che mai".
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Percio' Benvenuto a chiunque voglia seguire queste pagine.
giovedì 28 febbraio 2013
martedì 19 febbraio 2013
I 60 anni di Massimo Troisi.
Avrebbe compiuto oggi 60 anni un uomo amato dalla gente che donava attraverso le interpretazioni dei suoi spettacoli, dei suoi film, e della sua stessa vita forti sensazioni suscitando automatiche simpatie e senso di profonda umanità, parlo di: Massimo Troisi.
LA VITA DI MASSIMO UOMO E PERSONAGGIO:
Nato il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano (Napoli), in una famiglia numerosa di quelle che esistevano tantissimi anni fa e composta da madre (casalinga), padre (macchinista ferroviario), 5 fratelli, 2 nonni e gli zii con i relativi figli (i suoi cugini in sostanza).
Diplomatosi come geometra presso la città di Torre del Greco, inizia fin da giovane ad appassionarsi alla scrittura e al teatro, tanto che inizia la sua carriera di attore nel 1969 insieme ad alcuni amici che conosce fin dall'infanzia; tra questi anche il comico Lello Arena ed Enzo De Caro, con cui prenderà in affitto a Napoli un garage in cui potersi esibire e che chiameranno "Centro Teatro Spazio" dove si terranno commedie di tradizione partenopea.
Nel 1972, gli viene diagnosticata una anomalia cardiaca che lo obbliga nel 1976 a compiere un viaggio negli Stati Uniti, a Houston, per una operazione alla valvola mitralica.
Tornato in Italia, riprende a fare teatro e, sempre con Lello Arena ed Enzo De Caro, abbandona il gruppo Centro Teatro Spazio per dar vita ad un loro trio che chiameranno "La Smorfia" (in onore della tipica smorfia napoletana, ovvero del giocare i numeri al lotto attraverso l'interpretazione dei sogni e dei fatti di vita giornaliera per risolvere i propri guai).
In giro per i Teatri di Napoli, il trio acquista sempre piu' notorietà tanto che saranno chiamati prima a Roma, presso importanti cabaret, poi in giro per l'Italia con tourneè e trasmissioni radiofoniche come "Cordialmente insieme", fino ad arrivare alla televisione con spettacoli del calibro di "Non Stop" (1977), "Luna Park" (1979).
Insieme a Lello Arena e ad Enzo De Caro, Troisi gira un ultimo spettacolo teatrale nel 1980, intitolato "Così è (se vi piace)" che si rifà alla citazione pirandelliana di "Così è (se vi pare)".
Lasciato il gruppo, Massimo intraprende da solo la carriera come attore cinematografico, recitando prima nel suo film "Ricomincio da tre" (film che lo vide esordire inoltre come regista e sceneggiatore) e grazie al quale vinse due premi Nastri d'Argento e due David di Donatello.
Nel 1982 recita nuovamente al fianco del suo amico Lello Arena nel film "No grazie, il caffè mi rende nervoso", mentre l'anno successivo è interprete protagonista nel film "Scusate il ritardo".
Nel 1984, Troisi ottiene un nuovo successo recitando nel film "Non ci resta che piangere" con Roberto Benigni (unico film che i due attori girano insieme).
Tre anni dopo, nel 1987, Troisi dirige la regia del film "Le vie del Signore sono infinite", di cui è anche attore principale e che gli permette di vincere un altro Nastro d'Argento come miglior sceneggiatura.
Dal 1988 al 1990, collaborò con Marcello Mastroianni ai film "Splendor" (1988) e "Che ora è" (1989). Mentre nel 1990 interpreta Pulcinella nel film "Il Viaggio di Capitan Fracassa", film presentato alla edizione del Festival di Berlino.
In qualità di regista, sceneggiatore e attore, Massimo Troisi, gira il suo ultimo film nel 1991 con "Pensavo fosse amore ... invece era un calesse" al fianco della bellissima Francesca Neri.
Nel 1994 gira quello che sarà il suo ultimo film come attore protagonista: Il Postino.
Diretto da Michael Radford, tratto dal romanzo di Skarmeta, girato tra Procida e l'isola di Salina, il film narra dell'amicizia tra il postino del luogo (Troisi) e il poeta cileno Pablo Neruda (interpretato da Philippe Noiret) in esilio in Italia.
Troisi arrivò a fatica a finire il film, morendo infatti poco dopo le riprese (circa 12 ore) nel sonno per attacco cardiaco nel giugno del 1994.
Due anni dopo, nel 1996, il film ""Il Postino" venne candidato a ben 5 Premi Oscar (tra cui Troisi come miglior attore).
Massimo Troisi se ne ando' via dalla vita così, a soli 41 anni, in un soffio leggero, lasciando dietro di sè le sue grandi opere e la sua grande umanità.
Resta e rimarrà sempre nel Mito e quindi il post blog di oggi vuol essere dedicato proprio al suo ricordo.
LA VITA DI MASSIMO UOMO E PERSONAGGIO:
Nato il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano (Napoli), in una famiglia numerosa di quelle che esistevano tantissimi anni fa e composta da madre (casalinga), padre (macchinista ferroviario), 5 fratelli, 2 nonni e gli zii con i relativi figli (i suoi cugini in sostanza).
Diplomatosi come geometra presso la città di Torre del Greco, inizia fin da giovane ad appassionarsi alla scrittura e al teatro, tanto che inizia la sua carriera di attore nel 1969 insieme ad alcuni amici che conosce fin dall'infanzia; tra questi anche il comico Lello Arena ed Enzo De Caro, con cui prenderà in affitto a Napoli un garage in cui potersi esibire e che chiameranno "Centro Teatro Spazio" dove si terranno commedie di tradizione partenopea.
Nel 1972, gli viene diagnosticata una anomalia cardiaca che lo obbliga nel 1976 a compiere un viaggio negli Stati Uniti, a Houston, per una operazione alla valvola mitralica.
Tornato in Italia, riprende a fare teatro e, sempre con Lello Arena ed Enzo De Caro, abbandona il gruppo Centro Teatro Spazio per dar vita ad un loro trio che chiameranno "La Smorfia" (in onore della tipica smorfia napoletana, ovvero del giocare i numeri al lotto attraverso l'interpretazione dei sogni e dei fatti di vita giornaliera per risolvere i propri guai).
In giro per i Teatri di Napoli, il trio acquista sempre piu' notorietà tanto che saranno chiamati prima a Roma, presso importanti cabaret, poi in giro per l'Italia con tourneè e trasmissioni radiofoniche come "Cordialmente insieme", fino ad arrivare alla televisione con spettacoli del calibro di "Non Stop" (1977), "Luna Park" (1979).
Insieme a Lello Arena e ad Enzo De Caro, Troisi gira un ultimo spettacolo teatrale nel 1980, intitolato "Così è (se vi piace)" che si rifà alla citazione pirandelliana di "Così è (se vi pare)".
Lasciato il gruppo, Massimo intraprende da solo la carriera come attore cinematografico, recitando prima nel suo film "Ricomincio da tre" (film che lo vide esordire inoltre come regista e sceneggiatore) e grazie al quale vinse due premi Nastri d'Argento e due David di Donatello.
Nel 1982 recita nuovamente al fianco del suo amico Lello Arena nel film "No grazie, il caffè mi rende nervoso", mentre l'anno successivo è interprete protagonista nel film "Scusate il ritardo".
Nel 1984, Troisi ottiene un nuovo successo recitando nel film "Non ci resta che piangere" con Roberto Benigni (unico film che i due attori girano insieme).
Tre anni dopo, nel 1987, Troisi dirige la regia del film "Le vie del Signore sono infinite", di cui è anche attore principale e che gli permette di vincere un altro Nastro d'Argento come miglior sceneggiatura.
Dal 1988 al 1990, collaborò con Marcello Mastroianni ai film "Splendor" (1988) e "Che ora è" (1989). Mentre nel 1990 interpreta Pulcinella nel film "Il Viaggio di Capitan Fracassa", film presentato alla edizione del Festival di Berlino.
In qualità di regista, sceneggiatore e attore, Massimo Troisi, gira il suo ultimo film nel 1991 con "Pensavo fosse amore ... invece era un calesse" al fianco della bellissima Francesca Neri.
Nel 1994 gira quello che sarà il suo ultimo film come attore protagonista: Il Postino.
Diretto da Michael Radford, tratto dal romanzo di Skarmeta, girato tra Procida e l'isola di Salina, il film narra dell'amicizia tra il postino del luogo (Troisi) e il poeta cileno Pablo Neruda (interpretato da Philippe Noiret) in esilio in Italia.
Troisi arrivò a fatica a finire il film, morendo infatti poco dopo le riprese (circa 12 ore) nel sonno per attacco cardiaco nel giugno del 1994.
Due anni dopo, nel 1996, il film ""Il Postino" venne candidato a ben 5 Premi Oscar (tra cui Troisi come miglior attore).
Massimo Troisi se ne ando' via dalla vita così, a soli 41 anni, in un soffio leggero, lasciando dietro di sè le sue grandi opere e la sua grande umanità.
Resta e rimarrà sempre nel Mito e quindi il post blog di oggi vuol essere dedicato proprio al suo ricordo.
giovedì 14 febbraio 2013
La città di Comacchio, una Piccola Venezia da scoprire.
Se ieri avevo accennato alle varie possibilità di festeggiare il giorno di San Valentino in Emilia Romagna, oggi invece vi consiglio una piccola romantica gita fuori porta dove potervi recare con il vostro partner in qualunque vostra occasione speciale dell'anno.
Parlo di una cittadina che viene definita da molti come "Piccola Venezia" o anche "Venezia in Miniatura" e non appena vedrete le foto che ho scattato e ne leggerete la storia comprenderete benissimo da soli il perchè sia stata soprannominata così.
Parlo quindi di: Comacchio.
Comune che fa parte della provincia di Ferrara (altra maestosa città di cui vi parlerò prima o poi), la città di Comacchio è uno dei centri maggiori del Delta del Po con una ricca storia alle proprie spalle che risale a ben duemila anni fa. Sembra infatti che, il nome della città abbia origini greco-latine e che derivi dal termine "Kuma" (che significherebbe "piccola onda").
La storia della città è alquanto singolare e complessa, poichè essa fu in balia di vari poteri forti provenienti da altre città che tentarono piu' volte di dominarla.
Si legge infatti sul sito http://195.62.166.245/comacchio/common/AmvDocumentoInfo.do?MVVC=amvdocui&ID=66&REV=0&MVPD=0&MVTD=1&MVSZ=6 , sito appartenente al Comune della città di Comacchio (alla voce cenni storici):
La ricchezza e l'autonomia di Comacchio era destinata presto ad attenuarsi in quanto troppi potentati limitrofi erano interessati al dominio sulle grandi risorse naturali: le valli ricchissime di pesce, il mare, le saline.
In seguito alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Comacchio entrò a far parte dell'Esarcato di Ravenna e poi del Regno Longobardo.
In epoca longobarda, il territorio venne donato ai monaci di San Colombano che vi installarono il loro porto fluviale, oltre che sviluppare lo sfruttamento delle saline...
Dopo il Regno Longobardo, Comacchio visse per un periodo di tempo sotto l'influsso di Ravenna prima e quello di Ferrara poi, con la corte degli Estensi.
Tra il VI e il IX secolo, la città dispose di una delle piu' potenti flotte dell'Adriatico e per tale ragione entrò in concorrenza con la città di Venezia. Quest'ultima non volendo avversari in campo marittimo decise di saccheggiare ed occupare Comacchio la prima volta nell'anno 866 e poi nuovamente nel 1299, anno in cui finalmente la città passa sotto il dominio estense, restandovi fino alla fine del 1500.
A partire dalla fine del '500 arrivando fino al marzo del 1860 invece, la città di Comacchio entrò a far parte dello Stato Pontificio.
Simbolo della città di Comacchio è il complesso architettonico, creato nel 1634 dall'architetto Luca Danesi, denominato Trepponti e costituito da 5 ampie scalinate (tre anteriori e due posteriori) sopra una colonna di questo ponte vi si ritrova una incisione che riporta una definizione della città data dal famoso poeta e letterato Torquato Tasso nella sua celebre "Gerusalemme Liberata" (capitolo VII, rigo 46) e che cita così:
Come il pesce colà dove impaluda / ne i seni di Comacchio il nostro mare, / fugge da l'onda impetuosa e cruda / cercando in placide acque ove ripare, / e vien che da se stesso ei si rinchiuda in paluste prigion nè può tornare, /che quel serraglio e con mirabil uso / sempre a l'entrare aperto, a l'uscir chiuso.
I Ponti sono quindi uno degli elementi piu' incisivi della città di Comacchio.
Le influenze delle varie dominazioni subite si ritrovano anche nei vari Palazzi d'epoca visibili lungo il centro come per esempio il Duomo Centrale, risalente all'VIII secolo d.C, con a fianco una bellissima e imponente Torre Campanaria, oppure l'Ottocentesco Palazzo Bellini che oggi ospita una Galleria d'Arte Contemporanea oltre che la Biblioteca e l'Archivio Storico.
Di interesse storico, nella città di Comacchio, sono anche: il Museo del Carico della Nave Romana (in cui vi si trova una nave commerciale, conservata in buono stato, di Epoca Imperiale, riemersa nel 1989 da alcuni lavori effettuati lungo un canale, che conteneva al suo interno oggetti di importanza storica quali coppe, anfore, piccoli templi in bronzo); i Monasteri di Santa Maria in Padovetere e Santa Maria in Aula Regia; la Torre dell'Orologio (risalente al '300); la Loggia dei Mercanti e tanto altro ancora.
Comacchio è inoltre famosa per i suoi 7 lidi che si spargono lungo la costa del fiume Reno da Nord a Sud, interessando il Parco Regionale del Delta del Po.
Tra i sette lidi vi sono: il Lido di Volano; il Lido delle Nazioni; il Lido di Pomposa; il Lido degli Scacchi; Porto Garibaldi; il Lido degli Estensi ed infine il Lido di Spina (quest'ultimo è stato insediamento etrusco e ancora oggi vi si ritrovano testimonianze storiche che ne attestano il passaggio).
Famosa inoltre per la Sagra dell'Anguilla (evento che richiama ogni anno centinaia di visitatori), la città di Comacchio merita di essere visitata (in particolar modo durante il periodo estivo, ma è magica in ogni giorno dell'anno) non solo dagli amanti della natura e del mare (con possibilità di escursioni nel Delta del Po o di prendere il sole e fare il bagno lungo uno dei suoi 7 lidi sopra citati) ma anche per le sue bellezze storiche, i suoi canali con i suoi ponti lungo il quale passeggiare in totale tranquillità e le varie opportunità che la città offre quotidianamente.
Infine concludo dando un consiglio alle coppie (visto che ho iniziato il post dicendo che la città puo' essere meta per una gita romantica fuori porta) e che è quello di soffermarsi in qualche ristorantino lungo il canale a mangiare del buon pesce fresco per poi ritornare infine a passeggiare mano nella mano tra le vie e i ponti che la caratterizzano.
Parlo di una cittadina che viene definita da molti come "Piccola Venezia" o anche "Venezia in Miniatura" e non appena vedrete le foto che ho scattato e ne leggerete la storia comprenderete benissimo da soli il perchè sia stata soprannominata così.
Parlo quindi di: Comacchio.
Comune che fa parte della provincia di Ferrara (altra maestosa città di cui vi parlerò prima o poi), la città di Comacchio è uno dei centri maggiori del Delta del Po con una ricca storia alle proprie spalle che risale a ben duemila anni fa. Sembra infatti che, il nome della città abbia origini greco-latine e che derivi dal termine "Kuma" (che significherebbe "piccola onda").
La storia della città è alquanto singolare e complessa, poichè essa fu in balia di vari poteri forti provenienti da altre città che tentarono piu' volte di dominarla.
Si legge infatti sul sito http://195.62.166.245/comacchio/common/AmvDocumentoInfo.do?MVVC=amvdocui&ID=66&REV=0&MVPD=0&MVTD=1&MVSZ=6 , sito appartenente al Comune della città di Comacchio (alla voce cenni storici):
La ricchezza e l'autonomia di Comacchio era destinata presto ad attenuarsi in quanto troppi potentati limitrofi erano interessati al dominio sulle grandi risorse naturali: le valli ricchissime di pesce, il mare, le saline.
In seguito alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Comacchio entrò a far parte dell'Esarcato di Ravenna e poi del Regno Longobardo.
In epoca longobarda, il territorio venne donato ai monaci di San Colombano che vi installarono il loro porto fluviale, oltre che sviluppare lo sfruttamento delle saline...
Dopo il Regno Longobardo, Comacchio visse per un periodo di tempo sotto l'influsso di Ravenna prima e quello di Ferrara poi, con la corte degli Estensi.
Tra il VI e il IX secolo, la città dispose di una delle piu' potenti flotte dell'Adriatico e per tale ragione entrò in concorrenza con la città di Venezia. Quest'ultima non volendo avversari in campo marittimo decise di saccheggiare ed occupare Comacchio la prima volta nell'anno 866 e poi nuovamente nel 1299, anno in cui finalmente la città passa sotto il dominio estense, restandovi fino alla fine del 1500.
A partire dalla fine del '500 arrivando fino al marzo del 1860 invece, la città di Comacchio entrò a far parte dello Stato Pontificio.
Simbolo della città di Comacchio è il complesso architettonico, creato nel 1634 dall'architetto Luca Danesi, denominato Trepponti e costituito da 5 ampie scalinate (tre anteriori e due posteriori) sopra una colonna di questo ponte vi si ritrova una incisione che riporta una definizione della città data dal famoso poeta e letterato Torquato Tasso nella sua celebre "Gerusalemme Liberata" (capitolo VII, rigo 46) e che cita così:
Come il pesce colà dove impaluda / ne i seni di Comacchio il nostro mare, / fugge da l'onda impetuosa e cruda / cercando in placide acque ove ripare, / e vien che da se stesso ei si rinchiuda in paluste prigion nè può tornare, /che quel serraglio e con mirabil uso / sempre a l'entrare aperto, a l'uscir chiuso.
I Ponti sono quindi uno degli elementi piu' incisivi della città di Comacchio.
Le influenze delle varie dominazioni subite si ritrovano anche nei vari Palazzi d'epoca visibili lungo il centro come per esempio il Duomo Centrale, risalente all'VIII secolo d.C, con a fianco una bellissima e imponente Torre Campanaria, oppure l'Ottocentesco Palazzo Bellini che oggi ospita una Galleria d'Arte Contemporanea oltre che la Biblioteca e l'Archivio Storico.
Tra i sette lidi vi sono: il Lido di Volano; il Lido delle Nazioni; il Lido di Pomposa; il Lido degli Scacchi; Porto Garibaldi; il Lido degli Estensi ed infine il Lido di Spina (quest'ultimo è stato insediamento etrusco e ancora oggi vi si ritrovano testimonianze storiche che ne attestano il passaggio).
Famosa inoltre per la Sagra dell'Anguilla (evento che richiama ogni anno centinaia di visitatori), la città di Comacchio merita di essere visitata (in particolar modo durante il periodo estivo, ma è magica in ogni giorno dell'anno) non solo dagli amanti della natura e del mare (con possibilità di escursioni nel Delta del Po o di prendere il sole e fare il bagno lungo uno dei suoi 7 lidi sopra citati) ma anche per le sue bellezze storiche, i suoi canali con i suoi ponti lungo il quale passeggiare in totale tranquillità e le varie opportunità che la città offre quotidianamente.
Infine concludo dando un consiglio alle coppie (visto che ho iniziato il post dicendo che la città puo' essere meta per una gita romantica fuori porta) e che è quello di soffermarsi in qualche ristorantino lungo il canale a mangiare del buon pesce fresco per poi ritornare infine a passeggiare mano nella mano tra le vie e i ponti che la caratterizzano.
mercoledì 13 febbraio 2013
Festa di San Valentino. Iniziative in Emilia Romagna.
Domani sarà di nuovo San Valentino, la festa ormai conosciuta come Festa degli Innamorati.
Come sempre tante le iniziative commerciali per chi a corto di idee non ha ancora deciso cosa proporre al proprio partner.
L'Emilia Romagna è una di quelle regioni che sà come festeggiare alla grande i vari eventi e pertanto eccovi alcuni luoghi e alcune occasioni da non perdere:
- Iniziamo con le Terme.
Quale miglior luogo se non questo in cui ci si puo' rilassare in due a prezzi pensati proprio per l'occasione ?
Ad esempio, presso le Terme Felsinee si potrà passare l'intera giornata tra massaggi e trattamenti estetici al singolare prezzo di 75 euro.
Oppure presso il Riminiterme, viene proprosto un percorso benessere Thalasso con piscina termale e stanza massaggi a 60 euro per una singola giornata, mentre se volete soggiornare una notte mettono a disposizione una camera presso il loro Hotel Bed & Breakfast di 4 stelle per 109 euro a persona con cena a lume di candela.
Tante altre sono le stazioni termali che offrono servizi a prezzi convenienti per l'occasione.
I nomi delle strutture sono quasi tutti reperibili presso il sito on line: http://www.termemiliaromagna.it/sanvalentinobenesserepacchettiterme.htm
- Se invece non volete andare alle Terme ma preferite invece una cena a lume di candela presso qualche Ristorantino o Agriturismo particolare, eccovi accontentati:
All'Agriturismo di Monterenzio (vicino Bologna) si terrà la serata di San Valentino in piscina con Buffet romantico a 25 euro a persona.
Anche all'Agriturismo Le Conchiglie, a Sasso Marconi, si terrà un ricco menù di San Valentino al prezzo di 35 euro (menu' consultabile sul loro sito on line).
Tantissimi altri i ristoranti che si preoccupano per l'occasione di preparare ricchi menu' per coppie a prezzi imbattibili (basta navigare un po in rete).
- Infine se proprio non avete voglia di rilassarvi con delle terme o andare al ristorante potete sempre ricercare qualche struggente film d'amore presso il Cinema piu' vicino a voi e andarci.
Tanto alla fine cio' che conta è che come coppia stiate insieme in questa serata dell'anno dedicata all'amore.
Buon San Valentino !
Come sempre tante le iniziative commerciali per chi a corto di idee non ha ancora deciso cosa proporre al proprio partner.
L'Emilia Romagna è una di quelle regioni che sà come festeggiare alla grande i vari eventi e pertanto eccovi alcuni luoghi e alcune occasioni da non perdere:
- Iniziamo con le Terme.
Quale miglior luogo se non questo in cui ci si puo' rilassare in due a prezzi pensati proprio per l'occasione ?
Ad esempio, presso le Terme Felsinee si potrà passare l'intera giornata tra massaggi e trattamenti estetici al singolare prezzo di 75 euro.
Oppure presso il Riminiterme, viene proprosto un percorso benessere Thalasso con piscina termale e stanza massaggi a 60 euro per una singola giornata, mentre se volete soggiornare una notte mettono a disposizione una camera presso il loro Hotel Bed & Breakfast di 4 stelle per 109 euro a persona con cena a lume di candela.
Tante altre sono le stazioni termali che offrono servizi a prezzi convenienti per l'occasione.
I nomi delle strutture sono quasi tutti reperibili presso il sito on line: http://www.termemiliaromagna.it/sanvalentinobenesserepacchettiterme.htm
- Se invece non volete andare alle Terme ma preferite invece una cena a lume di candela presso qualche Ristorantino o Agriturismo particolare, eccovi accontentati:
All'Agriturismo di Monterenzio (vicino Bologna) si terrà la serata di San Valentino in piscina con Buffet romantico a 25 euro a persona.
Anche all'Agriturismo Le Conchiglie, a Sasso Marconi, si terrà un ricco menù di San Valentino al prezzo di 35 euro (menu' consultabile sul loro sito on line).
Tantissimi altri i ristoranti che si preoccupano per l'occasione di preparare ricchi menu' per coppie a prezzi imbattibili (basta navigare un po in rete).
- Infine se proprio non avete voglia di rilassarvi con delle terme o andare al ristorante potete sempre ricercare qualche struggente film d'amore presso il Cinema piu' vicino a voi e andarci.
Tanto alla fine cio' che conta è che come coppia stiate insieme in questa serata dell'anno dedicata all'amore.
Buon San Valentino !
lunedì 11 febbraio 2013
Papa Benedetto XVI si dimette. Da Malachia a Nostradamus quelle che sono le profezie riguardante il Penultimo Papa.
Accendo la Televisione all'ora di pranzo e sento la notizia che ha sconvolto il mondo intero e che riguarda l'Annuncio delle Dimissioni del Papa entro il 28 Febbraio.
Ebbene si, a quanto pare, Papa Ratzinger, conosciuto con il nome di Benedetto XVI , che compirà 86 anni ad Aprile, ha dato personalmente in latino durante il Concistoro per la canonizzazione dei Martiri di Otranto, l'annuncio riguardante il suo abbandono del pontificato che come ha spiegato egli stesso avviene per cause dovute alla propria salute fisica.
E mentre la notizia compie il giro del mondo, con i vari commenti di rammarico di fondo da parte delle varie autorità influenti delle singole Nazioni, ecco comparire alcuni dubbi sulla rete internettiana e anche nei discorsi da tavolini da bar: Ma allora davvero ora accadrà qualcosa di catastrofico al mondo ? Si avvererà così la Profezia del Papa Nero ?
Papa Ratzinger è veramente il penultimo Papa, prima della Fine del Mondo ?
Come giustamente fanno notare sul sito http://scienze.fanpage.it/e-per-la-profezia-di-malachia-il-prossimo-sara-l-ultimo-papa/#ixzz2Kb4KTzuO :
La figura misteriosa del Papa è da sempre legata a doppio filo con Profezie di ogni tipo.
Il terzo segreto di Fatima, rivelato nel 2000, aveva per oggetto la possibile morte violenta di un pontefice....
Ma c'è una Profezia, in particolare, che ricorre "ad ogni morte di Papa" , quella attribuita a San Malachia e percio' definita come Profezia di San Malachia.
Ma cos'è questa Profezia di San Malachia e cosa ha a che fare con la figura del Papa ?
Perchè il sito on line di scinze.fanpage ne parla ?
Andando a spulciare qua e là tra le righe di testi, cartacei e non, si ritrovano notizie interessanti secondo cui, la Profezia di Malachia vedrebbe come ultimo Papa, un Papa di colore, prima della fine di ogni cosa.
In sostanza molti credono che Papa Benedetto XVI sarà così il penultimo Papa prima della fine del Mondo.
Si legge su Wikipedia:
La profezia di Malachia, pubblicata nel1595, dallo storico benedettino Arnold De Wyon, è una lista di 112 brevi frasi in latino, o per meglio dire dei Motti latini, affiancati ad ogni futuro pontefice.
La lista ha la pretesa di descrivere tutti i Papi (compresi alcuni antipapa) partendo da Celestino II (eletto nel 1143) e si conclude con un Papa descritto come "Petrus Romanus" il cui pontificato , secondo la profezia, terminerà con la distruzione della città di Roma.
Secondo la versione tradizionale quindi, Malachia vescovo di Armagh, nel 1139, venne chiamato a Roma da Papa Innocenzo II e lì ebbe una visione sui futuri Papi riportando in seguito questa sua visione in un manoscritto in cui criveva con dei passaggi criptici.
Ma, come fanno notare sempre gli autori del sito delle scienze.fanpage, oggi tutte le fonti storiche concordano sul fatto che la profezia di San Malachia altri non sarebbe se non un falso redatto proprio alla fine del '500.
Da Malachia a Nostradamus fino alla Monaca di Dresda:
Secondo altre versioni invece, la Profezia di Malachia sarebbe in realtà stata creata da Nostradamus ed attribuita poi al vescovo perchè un veggente sarebbe stato preso di mira per aver profetizzato la distruzione del papato.
Quelli che sono conosciuti con il nome di "Vaticinia Michaeli Nostradami de Futuri Christi Vicarii ad Cesarem Filium" (semplicemente Vaticinia di Nostradamus), infatti altro non sarebbero che una serie di circa 80 immagini conservate in questo manoscritto sotto alle quali sarebbero state riportate in codice gli eventi futuri riguardanti la fine della Chiesa Cattolica e dei suoi pontefici.
Le immagini del "Vaticinia", mostrerebbero così la successione dei Papi romani attraverso disegni simbolici significativi. Ad esempio, Papa Pio VII, che fu prigioniero dei francesi durante il regno di Bonaparte, sarebbe raffigurato come un pontefice in saio con in pugno una rosa e nell'altra mano una falce che lo minaccia, mentre intorno vi è una B disegnata per terra.
Infine, tra le migliaia di Profezie, merita anche di essere menzionata quella che riguarda la Monaca di Dresda.
Religiosa di cui non si conosce bene l'identità, vissuta forse nel XVII secolo, diventata famosa per aver profetizzato notizie riguardanti la Fine del Mondo.
Nei suoi manoscritti, rinvenuti nel 1808, si ritrovano circa 31 lettere indirizzate a diversi Papi e regnanti di Stato dove ve ne è una particolarmente significativa posta all'attenzione del re Ferdinando e che vede scritto così:
L'ultimo Pietro giungerà dalla tua terra e sarà ben diverso dal sovrano, quanto il re è superbo l'altro sarà umile; quanto questo è bramoso di gloria tanto l'altro agognerà la pace; tanto questo si premura per la vita terrena tanto l'altro si prodigherà per la vita Celeste.
Nella profezia della Monaca di Dresda vi è dunque chi vi legge l'annuncio riguardante l'ultimo Papa (L'ultimo Pietro appunto) proveniente proprio dalla Germania.
CONCLUSIONE:
Dai diesgni di Nostradamus, il 111° Papa, viene raffigurato con il disegno di un Ulivo, simbolo di Pace (con buona gioia di chi dice che il simbolo di Ratzinger sullo stemma sia proprio un'ulivo).
Dalle profezie di Malachia imvece si arriva fino al numero 112 per quanto riguarda il trono Papale.
Ed infine la Monaca di Dresda che profetizza un Papa tedesco come ultimo Papa prima della Fine del mondo.
Tutte queste profezie hanno in comune una cosa: Profetizzerebbero Papa Ratzinger come ultimo Papa.
Anche se c'è chi invece sostiene che in realta', Papa Benedetto XVI, non sarà l'ultimo ma bensi' il Penultimo Papa prima di quello finale, Il Papa Nero appunto.
Che ci sia da preoccuparsi oppure no; che si voglia credere o meno a tutte queste profezie; solo il tempo potrà rivelarci cosa realmente accadrà, ma ad ogni modo per allora forse sarà davvero la fine di tutto oppure semplicemente l'inizio di qualcosa di nuovo.
Siti cosultati:
Wikipedia.
http://www.lafinedelmondo.eu/2012-tesi-fine-del-mondo/malachia-profezia-dei-papi/malachia-dresda.php
http://scienze.fanpage.it/e-per-la-profezia-di-malachia-il-prossimo-sara-l-ultimo-papa/#ixzz2Kb4KTzuO :
Ebbene si, a quanto pare, Papa Ratzinger, conosciuto con il nome di Benedetto XVI , che compirà 86 anni ad Aprile, ha dato personalmente in latino durante il Concistoro per la canonizzazione dei Martiri di Otranto, l'annuncio riguardante il suo abbandono del pontificato che come ha spiegato egli stesso avviene per cause dovute alla propria salute fisica.
E mentre la notizia compie il giro del mondo, con i vari commenti di rammarico di fondo da parte delle varie autorità influenti delle singole Nazioni, ecco comparire alcuni dubbi sulla rete internettiana e anche nei discorsi da tavolini da bar: Ma allora davvero ora accadrà qualcosa di catastrofico al mondo ? Si avvererà così la Profezia del Papa Nero ?
Papa Ratzinger è veramente il penultimo Papa, prima della Fine del Mondo ?
Come giustamente fanno notare sul sito http://scienze.fanpage.it/e-per-la-profezia-di-malachia-il-prossimo-sara-l-ultimo-papa/#ixzz2Kb4KTzuO :
La figura misteriosa del Papa è da sempre legata a doppio filo con Profezie di ogni tipo.
Il terzo segreto di Fatima, rivelato nel 2000, aveva per oggetto la possibile morte violenta di un pontefice....
Ma c'è una Profezia, in particolare, che ricorre "ad ogni morte di Papa" , quella attribuita a San Malachia e percio' definita come Profezia di San Malachia.
Ma cos'è questa Profezia di San Malachia e cosa ha a che fare con la figura del Papa ?
Perchè il sito on line di scinze.fanpage ne parla ?
Andando a spulciare qua e là tra le righe di testi, cartacei e non, si ritrovano notizie interessanti secondo cui, la Profezia di Malachia vedrebbe come ultimo Papa, un Papa di colore, prima della fine di ogni cosa.
In sostanza molti credono che Papa Benedetto XVI sarà così il penultimo Papa prima della fine del Mondo.
Si legge su Wikipedia:
La profezia di Malachia, pubblicata nel1595, dallo storico benedettino Arnold De Wyon, è una lista di 112 brevi frasi in latino, o per meglio dire dei Motti latini, affiancati ad ogni futuro pontefice.
La lista ha la pretesa di descrivere tutti i Papi (compresi alcuni antipapa) partendo da Celestino II (eletto nel 1143) e si conclude con un Papa descritto come "Petrus Romanus" il cui pontificato , secondo la profezia, terminerà con la distruzione della città di Roma.
Secondo la versione tradizionale quindi, Malachia vescovo di Armagh, nel 1139, venne chiamato a Roma da Papa Innocenzo II e lì ebbe una visione sui futuri Papi riportando in seguito questa sua visione in un manoscritto in cui criveva con dei passaggi criptici.
Ma, come fanno notare sempre gli autori del sito delle scienze.fanpage, oggi tutte le fonti storiche concordano sul fatto che la profezia di San Malachia altri non sarebbe se non un falso redatto proprio alla fine del '500.
Da Malachia a Nostradamus fino alla Monaca di Dresda:
Secondo altre versioni invece, la Profezia di Malachia sarebbe in realtà stata creata da Nostradamus ed attribuita poi al vescovo perchè un veggente sarebbe stato preso di mira per aver profetizzato la distruzione del papato.
Quelli che sono conosciuti con il nome di "Vaticinia Michaeli Nostradami de Futuri Christi Vicarii ad Cesarem Filium" (semplicemente Vaticinia di Nostradamus), infatti altro non sarebbero che una serie di circa 80 immagini conservate in questo manoscritto sotto alle quali sarebbero state riportate in codice gli eventi futuri riguardanti la fine della Chiesa Cattolica e dei suoi pontefici.
Le immagini del "Vaticinia", mostrerebbero così la successione dei Papi romani attraverso disegni simbolici significativi. Ad esempio, Papa Pio VII, che fu prigioniero dei francesi durante il regno di Bonaparte, sarebbe raffigurato come un pontefice in saio con in pugno una rosa e nell'altra mano una falce che lo minaccia, mentre intorno vi è una B disegnata per terra.
Infine, tra le migliaia di Profezie, merita anche di essere menzionata quella che riguarda la Monaca di Dresda.
Religiosa di cui non si conosce bene l'identità, vissuta forse nel XVII secolo, diventata famosa per aver profetizzato notizie riguardanti la Fine del Mondo.
Nei suoi manoscritti, rinvenuti nel 1808, si ritrovano circa 31 lettere indirizzate a diversi Papi e regnanti di Stato dove ve ne è una particolarmente significativa posta all'attenzione del re Ferdinando e che vede scritto così:
L'ultimo Pietro giungerà dalla tua terra e sarà ben diverso dal sovrano, quanto il re è superbo l'altro sarà umile; quanto questo è bramoso di gloria tanto l'altro agognerà la pace; tanto questo si premura per la vita terrena tanto l'altro si prodigherà per la vita Celeste.
Nella profezia della Monaca di Dresda vi è dunque chi vi legge l'annuncio riguardante l'ultimo Papa (L'ultimo Pietro appunto) proveniente proprio dalla Germania.
CONCLUSIONE:
Dai diesgni di Nostradamus, il 111° Papa, viene raffigurato con il disegno di un Ulivo, simbolo di Pace (con buona gioia di chi dice che il simbolo di Ratzinger sullo stemma sia proprio un'ulivo).
Dalle profezie di Malachia imvece si arriva fino al numero 112 per quanto riguarda il trono Papale.
Ed infine la Monaca di Dresda che profetizza un Papa tedesco come ultimo Papa prima della Fine del mondo.
Tutte queste profezie hanno in comune una cosa: Profetizzerebbero Papa Ratzinger come ultimo Papa.
Anche se c'è chi invece sostiene che in realta', Papa Benedetto XVI, non sarà l'ultimo ma bensi' il Penultimo Papa prima di quello finale, Il Papa Nero appunto.
Che ci sia da preoccuparsi oppure no; che si voglia credere o meno a tutte queste profezie; solo il tempo potrà rivelarci cosa realmente accadrà, ma ad ogni modo per allora forse sarà davvero la fine di tutto oppure semplicemente l'inizio di qualcosa di nuovo.
Siti cosultati:
Wikipedia.
http://www.lafinedelmondo.eu/2012-tesi-fine-del-mondo/malachia-profezia-dei-papi/malachia-dresda.php
http://scienze.fanpage.it/e-per-la-profezia-di-malachia-il-prossimo-sara-l-ultimo-papa/#ixzz2Kb4KTzuO :
venerdì 8 febbraio 2013
Norwegian Wood di Murakami Haruki
Ci sono libri scritti con tanta passione da far sì che il lettore sfogliandone le pagine ne resti talmente soggiogato e affascinato da finirlo tutto in un fiato.
Ci sono libri scritti con tanta cura e dedizione che ti fanno vivere delle profonde emozioni attraverso i personaggi che da irreali sembra quasi diventino reali.
Questo è quello che mi sento di scrivere ora che ho appena finito di leggere il romanzo di Murakami Haruki: Norwegian Wood.
Di questo scrittore giapponese (qui faccio un Mea Culpa) non avevo mai letto nulla in passato e quindi devo ringraziare il fatto che mi è stato possibile conoscerlo grazie a degli amici che mi hanno regalato questo suo romanzo così intenso.
Norwegian Wood (titolo che prende spunto da una canzone dei Beatles) è stato scritto verso la fine degli anni '80 (con esattezza il 1987) mentre Haruki si trovava in giro per l'Europa (prima in Grecia e poi in Italia) e come lo stesso autore scrive, il romanzo si basa su un racconto che egli stesso aveva scritto 5 anni prima (racconto che si intitola "Hotaru" che significa "La Lucciola").
In Italia il romanzo è stato pubblicato nel 1993 dalla casa editrice Feltrinelli, con il titolo di Tokyo Blues, e riedito poi nel 2006, stavolta dall'Einaudi, con il titolo originale.
Composto da 11 Capitoli, viene narrato in prima persona dal protagonista del libro, Watanabe Toru, che mentre sta per atterrare con l'aereo ad Amburgo, nel sentire la canzone dei Beatles (Norwegian Wood appunto) rievoca con un lunghissimo flashback la sua vita passata e i fatti singolari accadutigli circa 17 anni prima, quando ancora era solo un giovane studente universitario che si affacciava per la prima volta al mondo adulto.
Gli anni di ambientazione del romanzo sono quelli di un periodo storico particolare e confuso come quello che và dal 1968 fino all'ottobre del 1970; si legge infatti a pagina 304 (la mia edizione è quella Einaudi):
Il 1969 nella mia mente è associato all'immagine di una palude.
Una tetra palude piena di una torbida melma, dove a ogni passo i miei piedi rischiavano di restare invischiati. Era solo con uno sforzo terribile che riuscivo ad avanzare in mezzo a quel fango....
Era un periodo di grandi cambiamenti per il resto del mondo....
La gente invocava riforme di questo e di quello, e sembrava che le riforme fossero proprio lì, dietro l'angolo, pronte per essere attuate.
Ma era tutta una messinscena priva di qualsiasi concretezza e significato.
Io vivevo alla giornata ....
Così, in quel periodo di caos e cambiamento mondiale, il giovane Watanabe, protagonista e narratore del romanzo, si ritrova studente universitario presso la Facoltà di Lettere, nella città di Tokyo, dove andrà vivendo vicende personali che lo porteranno a dividersi e struggersi in una relazione complessa tra due grandi amori: quello per Naoko, ragazza fragile e inquieta che conosce fin dal liceo e che in passato è stata fidanzata del suo migliore amico Kizuki, morto suicida, e l'amore per Midori, giovane studentessa solare e piena di vita che conosce frequentando gli stessi corsi universitari di teatro.
Watanabe, estraneo ai tumulti universitari di quel periodo vive così un profondo percorso personale fatto di piccole gioie e di dolori che lo porteranno a confrontarsi con la crescita, con il mondo adulto, e con la complessità della vita e della morte.
Ogni cosa nel romanzo è infatti basata sul rapporto duale, come una sorta di filosofia orientale di Yin e Yang (anche se piu' che di giappone in tal caso si parla di filosofia cinese) tra persone, situazioni e cose.
Ad esempio a Toru Watanabe (paragonato nell'introduzione del testo Einaudi, da Giorgio Amitrano, al Giovane Holden di Salinger; paragone che viene richiamato anche nel romanzo, a pagina 132, da uno dei personaggi del libro) ragazzo intelligente, riflessivo, ben educato, di ceto medio, attento alle esigenze degli altri ma con dei forti principi morali che a volte lo portano a farlo chiudere in se' stesso facendolo sembrare quasi un individualista, si contrappone il personaggio di Nagasawa, conosciuto all'Università, un leader nato, ricco di famiglia, donnaiolo impenitente (nonostante sia fidanzato con Hatsumi) con forti ambizioni e aspirazioni di vita, menefreghista nei confronti di chi lo circonda (un personaggio che mi ha portata alla mente la memorabile battuta di Sordi nel film "Il marchese del Grillo" in cui dice alla povera gente: Perchè Io sò Io e voi non siete nulla).
In comune i due ragazzi hanno solo una passione: la Letteratura Americana, in particolare per lo scrittore Fitzgerald. Il libro infatti è pieno di riferimenti ad altri testi (si citano più volte narratori di cultura di genere europeo o americano) e tanta inoltre la Musica che compare come elemento descrittivo di sottofondo tanto che sembra quasi di sentire le melodie più famose (sopratutto i Beatles, ma si spazia tra ampi generi e sottogeneri musicali).
O ancora, sempre per tornare al discorso della dualità, il rapporto tra i personaggi femminili del romanzo, Naoko e Midori, donne di straordinaria intelligenza ma insicure di loro stesse.
Naoko, bellissima ma fragile e dal carattere oscuro (tanto che dovrà essere ricoverata in una clinica psichiatrica) che vive facendo i conti con i fantasmi del proprio passato e poi Midori che nonostante la vita sia stata crudele con lei (lasciandola orfana di entrambi i genitori a venti anni) tenta invece con tutte le forze di lasciare quei fantasmi alle proprie spalle e reagisce con straordinaria forza ed energia.
L'unico personaggio femminile con cui non si possono fare confronti ma che è comunque ben evidenziato e quello di Reiko, compagna di stanza di Naoko nella clinica psichiatrica, donna di età matura rispetto ai protagonisti (ha infatti circa una trentina di anni mentre gli altri sono appena ventenni), talento musicale indiscusso che aiuterà Watanabe nel suo percorso di crescita verso l'età adulta.
Analizzandolo a fondo, si potrebbe e si puo' scrivere tantissimo su un libro come quello di Haruki ma rischierei di non finire piu' questo post e di farne un romanzo a mia volta.
Voglio concludere solamente scrivendo che questo romanzo è adatto per coloro che vogliono fermarsi a riflettere sulle tematiche generali della vita e della morte, che come scopre alla fine Watanabe, quest'ultima è parte intrinseca della prima.
Ci sono libri scritti con tanta cura e dedizione che ti fanno vivere delle profonde emozioni attraverso i personaggi che da irreali sembra quasi diventino reali.
Questo è quello che mi sento di scrivere ora che ho appena finito di leggere il romanzo di Murakami Haruki: Norwegian Wood.
Di questo scrittore giapponese (qui faccio un Mea Culpa) non avevo mai letto nulla in passato e quindi devo ringraziare il fatto che mi è stato possibile conoscerlo grazie a degli amici che mi hanno regalato questo suo romanzo così intenso.
Norwegian Wood (titolo che prende spunto da una canzone dei Beatles) è stato scritto verso la fine degli anni '80 (con esattezza il 1987) mentre Haruki si trovava in giro per l'Europa (prima in Grecia e poi in Italia) e come lo stesso autore scrive, il romanzo si basa su un racconto che egli stesso aveva scritto 5 anni prima (racconto che si intitola "Hotaru" che significa "La Lucciola").
In Italia il romanzo è stato pubblicato nel 1993 dalla casa editrice Feltrinelli, con il titolo di Tokyo Blues, e riedito poi nel 2006, stavolta dall'Einaudi, con il titolo originale.
Composto da 11 Capitoli, viene narrato in prima persona dal protagonista del libro, Watanabe Toru, che mentre sta per atterrare con l'aereo ad Amburgo, nel sentire la canzone dei Beatles (Norwegian Wood appunto) rievoca con un lunghissimo flashback la sua vita passata e i fatti singolari accadutigli circa 17 anni prima, quando ancora era solo un giovane studente universitario che si affacciava per la prima volta al mondo adulto.
Gli anni di ambientazione del romanzo sono quelli di un periodo storico particolare e confuso come quello che và dal 1968 fino all'ottobre del 1970; si legge infatti a pagina 304 (la mia edizione è quella Einaudi):
Il 1969 nella mia mente è associato all'immagine di una palude.
Una tetra palude piena di una torbida melma, dove a ogni passo i miei piedi rischiavano di restare invischiati. Era solo con uno sforzo terribile che riuscivo ad avanzare in mezzo a quel fango....
Era un periodo di grandi cambiamenti per il resto del mondo....
La gente invocava riforme di questo e di quello, e sembrava che le riforme fossero proprio lì, dietro l'angolo, pronte per essere attuate.
Ma era tutta una messinscena priva di qualsiasi concretezza e significato.
Io vivevo alla giornata ....
Così, in quel periodo di caos e cambiamento mondiale, il giovane Watanabe, protagonista e narratore del romanzo, si ritrova studente universitario presso la Facoltà di Lettere, nella città di Tokyo, dove andrà vivendo vicende personali che lo porteranno a dividersi e struggersi in una relazione complessa tra due grandi amori: quello per Naoko, ragazza fragile e inquieta che conosce fin dal liceo e che in passato è stata fidanzata del suo migliore amico Kizuki, morto suicida, e l'amore per Midori, giovane studentessa solare e piena di vita che conosce frequentando gli stessi corsi universitari di teatro.
Watanabe, estraneo ai tumulti universitari di quel periodo vive così un profondo percorso personale fatto di piccole gioie e di dolori che lo porteranno a confrontarsi con la crescita, con il mondo adulto, e con la complessità della vita e della morte.
Ogni cosa nel romanzo è infatti basata sul rapporto duale, come una sorta di filosofia orientale di Yin e Yang (anche se piu' che di giappone in tal caso si parla di filosofia cinese) tra persone, situazioni e cose.
Ad esempio a Toru Watanabe (paragonato nell'introduzione del testo Einaudi, da Giorgio Amitrano, al Giovane Holden di Salinger; paragone che viene richiamato anche nel romanzo, a pagina 132, da uno dei personaggi del libro) ragazzo intelligente, riflessivo, ben educato, di ceto medio, attento alle esigenze degli altri ma con dei forti principi morali che a volte lo portano a farlo chiudere in se' stesso facendolo sembrare quasi un individualista, si contrappone il personaggio di Nagasawa, conosciuto all'Università, un leader nato, ricco di famiglia, donnaiolo impenitente (nonostante sia fidanzato con Hatsumi) con forti ambizioni e aspirazioni di vita, menefreghista nei confronti di chi lo circonda (un personaggio che mi ha portata alla mente la memorabile battuta di Sordi nel film "Il marchese del Grillo" in cui dice alla povera gente: Perchè Io sò Io e voi non siete nulla).
In comune i due ragazzi hanno solo una passione: la Letteratura Americana, in particolare per lo scrittore Fitzgerald. Il libro infatti è pieno di riferimenti ad altri testi (si citano più volte narratori di cultura di genere europeo o americano) e tanta inoltre la Musica che compare come elemento descrittivo di sottofondo tanto che sembra quasi di sentire le melodie più famose (sopratutto i Beatles, ma si spazia tra ampi generi e sottogeneri musicali).
O ancora, sempre per tornare al discorso della dualità, il rapporto tra i personaggi femminili del romanzo, Naoko e Midori, donne di straordinaria intelligenza ma insicure di loro stesse.
Naoko, bellissima ma fragile e dal carattere oscuro (tanto che dovrà essere ricoverata in una clinica psichiatrica) che vive facendo i conti con i fantasmi del proprio passato e poi Midori che nonostante la vita sia stata crudele con lei (lasciandola orfana di entrambi i genitori a venti anni) tenta invece con tutte le forze di lasciare quei fantasmi alle proprie spalle e reagisce con straordinaria forza ed energia.
L'unico personaggio femminile con cui non si possono fare confronti ma che è comunque ben evidenziato e quello di Reiko, compagna di stanza di Naoko nella clinica psichiatrica, donna di età matura rispetto ai protagonisti (ha infatti circa una trentina di anni mentre gli altri sono appena ventenni), talento musicale indiscusso che aiuterà Watanabe nel suo percorso di crescita verso l'età adulta.
Analizzandolo a fondo, si potrebbe e si puo' scrivere tantissimo su un libro come quello di Haruki ma rischierei di non finire piu' questo post e di farne un romanzo a mia volta.
Voglio concludere solamente scrivendo che questo romanzo è adatto per coloro che vogliono fermarsi a riflettere sulle tematiche generali della vita e della morte, che come scopre alla fine Watanabe, quest'ultima è parte intrinseca della prima.
domenica 3 febbraio 2013
Torta soffice con Succo di Arancia.
Periodo di influenza e quindi in automatico voglia di viziarsi con qualche dolce per tirarsi su di morale e lasciare un buon sapore nel palato anzichè quello amaro delle medicine.
E così stasera ho preparato (con buoni risultati direi) una super torta vitaminica, parlo della versione tutta personale della: Torta soffice con Succo di Arancia.
Vediamo quali sono gli ingredienti e come si cucina.
INGREDIENTI:
3 Uova; 200 gr. di Zucchero di Canna; 250 gr. di Farina per Dolci; 1 bustina di Vanillina; 1 Lievito per dolci; 25 gr. di zucchero a velo; due dita di Rum (volendo anche Brandy); Succo di Arancia (circa 2 bicchieri e meglio se spremute di Arance fresche fatta direttamente in casa con lo spremiagrumi).
PREPARAZIONE:
Preriscaldare il Forno a 190°.
Intanto in una ciotola inserire le tre Uova con lo zucchero di canna, due dita di Rum e frullare con l'apposito frustino (elettrico o a mano come piu' vi piace) fino ad ottenere una massa spumosa.
Aggiungere a questa crema spumosa che avete appena fatto la Farina, la Vanillina, il Lievito per dolci ed infine la spremuta di arancia (come sopra scritto circa 2 bicchieri).
Mescolate e amalgamate bene il tutto fino ad ottenere un impasto morbido.
Imburrate una tortiera, inserite tutto il composto ed infornate per 30/40 minuti circa (finchè almeno non vi pare sia cotta anche all'interno, fate la famosa prova dello stuzzicadenti per questo).
Sfornate, versate su lo zucchero a velo e non appena si fredda servite e Buon Assaggio !
E così stasera ho preparato (con buoni risultati direi) una super torta vitaminica, parlo della versione tutta personale della: Torta soffice con Succo di Arancia.
Vediamo quali sono gli ingredienti e come si cucina.
INGREDIENTI:
3 Uova; 200 gr. di Zucchero di Canna; 250 gr. di Farina per Dolci; 1 bustina di Vanillina; 1 Lievito per dolci; 25 gr. di zucchero a velo; due dita di Rum (volendo anche Brandy); Succo di Arancia (circa 2 bicchieri e meglio se spremute di Arance fresche fatta direttamente in casa con lo spremiagrumi).
PREPARAZIONE:
Preriscaldare il Forno a 190°.
Intanto in una ciotola inserire le tre Uova con lo zucchero di canna, due dita di Rum e frullare con l'apposito frustino (elettrico o a mano come piu' vi piace) fino ad ottenere una massa spumosa.
Aggiungere a questa crema spumosa che avete appena fatto la Farina, la Vanillina, il Lievito per dolci ed infine la spremuta di arancia (come sopra scritto circa 2 bicchieri).
Mescolate e amalgamate bene il tutto fino ad ottenere un impasto morbido.
Imburrate una tortiera, inserite tutto il composto ed infornate per 30/40 minuti circa (finchè almeno non vi pare sia cotta anche all'interno, fate la famosa prova dello stuzzicadenti per questo).
Sfornate, versate su lo zucchero a velo e non appena si fredda servite e Buon Assaggio !
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