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martedì 20 marzo 2012

Quarta e ultima parte delle Lezioni di Estetica. Il punto di vista di Kant ed Hegel

Con oggi posto l'ultima lezione di Estetica che già in precedenza (per chi era interessato all'argomento) vedeva le prime tre spiegazioni con la definizione della materia, di cosa essa si occupasse e del concetto che si possiede e che ci si pone dell'arte in tale campo.
Chiudiamo cosi' velocemente con il punto di vista di alcuni teorici, filosofi e di studiosi del settore.
In precedenza si è appurato che:

L'Estetica è quella disciplina filosofica che si viene ad affermare a partire dal XVIII secolo, in particolare dopo la definizione data dal filosofo tedesco Baumgarten.
Tale disciplina ha per oggetto il Bello e l'Arte e già fin dagli antichi greci, in particolare con Platone e Aristotele, si ponevano le definizioni per i concetti fondamentali intorno ai quali nasceranno in seguito dibattiti anche nella modernità su: Imitazione, Catarsi e Bellezza.

Oggi concludiamo osservando il punto di vista di altri due filosofi che hanno nei secoli scorsi trattato della materia, ovvero: Immanuel Kant con la sua opera Critica del Giudizio ed George Wilhelm Friedrich Hegel con la sua Fenomenologia dello Spirito.



In Kant, il termine Estetica viene usato già nella sua opera Critica della Ragion Pura in cui dedica una sezione all'argomento e che intitola proprio: Estetica Trascendentale
Ma con tale termine Kant non intende riferirsi alle teorie del Bello e dell'Arte ma di piu' si ricollega al significato terminologico dato da Baumgarten per designare un tipo di "Conoscenza" collegata alla sfera della "Sensibilità".
Con l'espressione Estetica Trascendentale, Kant intende quindi fare riferimento alle forme a-priori della intuizione sensibile, che sono: lo spazio e il tempo.
Come si legge nel libro del professor Bollino:

Kant sostiene che il processo della conoscenza sensoriale (l'intuizione) mediante il quale percepiamo il mondo fenomenico, interno ed esterno, avviene sulla base di due forme soggettive "trascendentali" (ossia a priori, costitutive dell'esperienza): la forma della sensibilità esterna (lo spazio) e quella della sensibilità interna (il tempo).

Quindi nel momento in cui Kant si occupa del problema dell'Arte e del Bello intitola il suo trattato proprio "Critica del Giudizio" proprio per porsi in una chiave piu' moderna su quello che è il giudizio estetico e quindi il bello e il sublime della natura o dell'arte.

Per quanto riguarda Hegel invece, possiamo dire che assume una posizione piu' polemica di quella di Kant, sopratutto nei riguardi di cio' che ritiene ambiguo nel fare riferimento al termine "estetica".
Hegel ritiene infatti che la nuova disciplina filosofica dovrebbe chiamarsi non Estetica ma bensi' "Filosofia della Bella Arte".
Nel libro del professor Bollino, sopra citato, si riportano delle lezioni tenute da Hegel ai suoi allievi e trascritte nella sua opera "Estetica"; si legge infatti:

Queste lezioni sono dedicate all'Estetica, il loro oggetto è il vasto regno del Bello e piu' dappresso il loro campo è l'arte, anzi la bella arte.
Certo per questo oggetto, il nome estetica non è completamente appropriato poichè con esso si indica piu' esattamente la scienza del senso, del sentire ed in questo suo significato di nuova scienza ha avuto origine il sentimento del gradevole, della meraviglia, della paura, compassione ecc...

Da queste lezioni Hegel arriva a coniare il termine di "Filosofia della Bella Arte".
In conclusione quello che possiamo ormai affermare è che qualunque posizione si sia posta dalle origini fino ai giorni nostri, l'Estetica è quella disciplina filosofica che ci permette di diventare pensatori piu' profondi e di certo piu' critici nei confronti della materia dell'Arte e di tutto cio' che essa alla fine comporta intorno a se'.



Fonti di riferimento:

Fernando Bollino, Lezioni di Estetica, edizione Clueb.

Immanuel Kant, Critica del Giudizio.

Dizionario enciclopedico Zanichelli, edizione speciale per il quotidiano La Repubblica, 1995.

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