TERZO E QUARTO GIORNO.
RISALENDO LUNGO LA COSTA ORIENTALE DELLA SCOZIA:
Anche se ci è dispiaciuto lasciare Edimburgo (ridurre la visita a soli due giorni in città purtroppo non ha permesso di vedere tantissime altre cose, ma speriamo di ritornarci in futuro) eravamo comunque contenti di poter vedere ulteriori posti e cose nuove e così al terzo giorno, zaini in spalla e trolley alla mano, abbiamo lasciato l'hotel e preso posto sull'autobus (ricordo come da post precedente che, nonostante fosse il nostro viaggio di nozze, si è trattato comunque di un tour organizzato che vedeva la presenza di altre persone e per tale ragione occorreva un bus privato) pronti nuovamente a partire.
Lasciata Edimburgo, attraversando i suoi magnifici ponti sul Forth (dal nome dell'estuario del fiume che lo attraversa e vicinissimi al Mare del Nord) siamo risaliti lungo la costa orientale per entrare in quello che viene chiamato con il nome di "Regno del Fife".
Il Fife altro non è che una vasta regione circondata dal mare piena di castelli e monumenti in quanto nella sua storia passata è stata centro di potere dei sovrani scozzesi.
Di questa ampia regione abbiamo quindi raggiunto e visitato quella che è stata la nostra prima tappa: la città di St. Andrews.
Famosa per i suoi campi da golf e per le sue università (qui si sono laureati anche William, il principe d'Inghilterra e futuro erede al trono e la sua attuale consorte Kate) questa città, situata sul mare del nord, offre dei panorami suggestivi e dei tour lungo quelle che sono oramai le rovine di quello che un tempo fu il Castello, oltre che le ulteriori rovine della Cattedrale.
La città prende il nome dal santo patrono della Scozia, Sant'Andrea appunto, che in questa città naufragò e le cui reliquie sono custodite ancora qui.
Vivace, dai tipici colori marini (bianco e blu) che contrastano con il grigio delle pietre della città e dei vari monumenti, piena di studenti universitari (il giorno in cui l'abbiamo visitata dovevano esserci delle lauree, perché come ha spiegato la nostra guida, ragazzi e ragazze vestivano della loro tipica toga, che ha me ha ricordato i personaggi dei film di fantasia simili ad Harry Potter), St. Andrews si può visitare in una intera mattinata (chi desidera può pure prendere qualche casa in affitto per usarla come punto base di partenza per eventuali giri turistici scozzesi).
Non sto a rievocarvi tutta la storia del castello e della cattedrale di St. Andrews o rischio di non concludere più il post. Ad ogni modo come sempre, se volete, potete approfondire con vostre ricerche personali attraverso migliaia di guide e siti internet.
Vi offro però, qui sotto, una prima serie di fotografie scattate da noi lungo questo primo percorso.
campo da golf
Castello
panorama
Cattedrale
La pausa pranzo è stata in totale libertà e dopo una passeggiata lungo il mare con il mio compagno abbiamo optato per un locale che era frequentato da studenti universitari (non era nostra intenzione spacciarci per studenti visto che il nostro "chiamiamolo momento di gloria", ovvero la laurea, lo abbiamo avuto circa 5 anni fa ormai) e in cui si mangiava del buon pesce ad un buon prezzo (essendo sul mare, St. Andrews offre numerosi locali che cucinano il pesce in maniera decente).
Dopo pranzo ci siamo ritrovati con il resto del gruppo e siamo nuovamente ripartiti, sempre risalendo la costa, in direzione Stonehaven, dove è situato un altro spettacolare castello: il Castello di Dunnottar.
Ad un ora e mezza di percorso da St. Andrews e a 3 chilometri dalla città di Stonehaven, si ritrovano dunque così anche le rovine del Castello di Dunnottar di cui è vivamente consigliata una sosta (anche solo fotografica dall'esterno; la struttura è comunque visitabile internamente a pagamento).
Posto su un alto sperone che domina il mare, questo castello offre dei punti naturalistici così suggestivi che ti fanno restare meravigliato dalla loro bellezza.
Persino il regista Franco Zeffirelli ne rimase così colpito tanto da decidere di girarvi delle scene del suo film Amleto (ovviamente tratto dalla grande opera di Shakespeare).
Dopo il Castello di Dunnottar (e dopo esserci goduti quello splendido paesaggio, respirando aria di mare mescolata a quella di tutto il verde dei prati intorno) siamo risaliti ancora poco più su e abbiamo raggiunto la città di Aberdeen, dove siamo rimasti poi a dormire per la notte.
Terza città per grandezza di tutta la Scozia, Aberdeen (che conta circa 211mila abitanti) è famosa come la "Città di Granito" per via del fatto che la stragrande maggioranza degli edifici è stato costruito in arenaria grigia che al calar del sole (sole che per inciso in estate pare non tramontare mai, visto che la luce è presente fino a notte fonda e che forse se farà un ora sola di buio è già tanto, quindi se restate li portate con voi delle mascherine per la notte per poter dormire un poco) fanno uno strano gioco di luci sulla città facendola brillare.
Attraversata da due fiumi, il Don e il Dee, Aberdeen è inoltre patria dell'industria petrolifera rendendola così anche una ricca cittadina.
Partiti da Castlegate, grande piazza centrale agli estremi orientali di Union Street (una delle vie più importanti), dove un tempo sorgeva il castello della città (oggi adibito a palazzo municipale), abbiam proseguito la nostra passeggiata lungo la Union Street avendo avuto così l'opportunità di vedere la Merchant Cross, la Town House e gli svariati palazzoni storici che la circondano.
Aberdeen è una città ricca di locali, ristoranti, pub, negozi di ogni tipo, siti storici e di vita cittadina notturna e anche qui, come per St. Andrews occorre fare una tappa obbligatoria.
Noi però stavolta avevamo la cena prenotata in albergo con il resto del gruppo e pertanto ci siamo limitati ad un tour prima e dopo cena, con una passeggiata anche qui lungo il mare (copritevi bene però perché ad Aberdeen fa veramente freddo e non oso immaginare come saranno gli inverni in questa città).
Faccio presente a chi legge, che queste foto, sono state scattate in parte in tardo pomeriggio quando siamo arrivati e le altre subito dopo cena quando ci siamo fatti la passeggiata serale.
Come poco sopra annunciato qui la luce, in estate, praticamente è continua (se si ha solo un ora di buio è già tanto) quindi traete da soli le vostre conclusioni ed attrezzatevi di conseguenza.
Trascorsa la notte in hotel ad Aberdeen, la mattina seguente (il 4°giorno di viaggio) eravamo nuovamente pronti a ripartire e stavolta si andava ancora più su, passando attraverso le Highlands centrali ed occidentali, in direzione di Inverness, città considerata come capoluogo di queste regioni montuose in cui avvenne una importante battaglia storica nel 1746: la Battaglia di Culloden.
Prima di arrivare ad Inverness però, una tappa è stata obbligatoria (la consiglio a chiunque voglia visitare la Scozia): una visita guidata ad una Distilleria di Whisky.
Dal gaelico "usquebaugh" che significa "acqua di vita", il Whisky, importato dai monaci prima dell'anno Mille e che a quanto pare spacciavano per una medicina, è diventato nel tempo un vero e proprio affare per gli scozzesi, tanto che ad oggi si contano più di cento distillerie e che ci sono dei veri e propri tour organizzati da parte di alcune aziende che offrono l'opportunità di imparare come questo superalcolico viene curato, cresciuto, lavorato e venduto.
Insomma ti mostrano il processo intero di lavorazione del Whisky, magari se siete fortunati come noi con tanto di degustazione finale.
La distilleria che abbiamo visitato noi è quella di Glenlivet, dove tutto il personale è stato cortese e dove ci siamo divertiti a sentire gli aromi e i profumi di questo "elisir" particolare (non preoccupatevi che non ci siamo ubriacati più di tanto visto che si trattava di semplici assagini).
Highlands
Nella Distilleria di Glenlivet ci siamo fermati anche per la pausa pranzo presso la loro piccola, ma ben curata, mensa aziendale.
Lì per la prima volta, abbiamo avuto modo di assaggiare un prodotto tipico scozzese che a guardarlo esternamente sembra poco appetibile ma che assaggiandolo invece aggrada il palato e viene conosciuto con il nome di Backed Potatos, ovvero una patata ripiena di qualunque cosa voi vogliate (noi di norma preferivamo riempirla o con altre verdure o con tonno e maionese).
Purtroppo la foto di questo piatto oggi che la connessione è lenta non me la vuol fare caricare ma spero in uno dei prossimi post di riuscire ad inserire l'immagine.
Dopo pranzo ci siam recati in quella che era la destinazione di origine, ovvero Inverness.
Due righe su Inverness ve le avevo già scritte poco prima di inserire alcune delle foto della visita alla Distilleria di Whisky.
Rimane da dirvi che le attrazioni principali della cittadina (che conta circa 70mila abitanti) sono il Castello, costruito in arenaria rossa ed oggi sede dello sceriffo di corte (non siamo in un film di Robin Hood o in un fumetto di Tex Willer, ma parliamo di una figura che è simile ad un giudice federale), con i suoi giardini e la statua di Flora Mac Donald, eroina scozzese che aiutò Bonnie Prince Charles a fuggire dopo la battaglia di Culloden, la Town House (costruita nel 1878 in stile gotico e che contrasta con la modernità della cittadina), il Mercat Cross e la Stone of Tubs.
La città è inoltre piena di negozietti per lo shopping dove poter acquistare souvenir da portare al rientro delle vacanze, in particolare degli ottimi Kilt fatti con il tartan originale (Kilt = gonna tipica usata dagli uomini scozzesi; Tartan = tessuto tipico intrecciato in maniera particolare a mano).
Partiti da Inverness, abbiamo attraversato le Highlands, stavolta quelle settentrionali, che ci hanno portati su dritti fino al nostro nuovo punto di pernottamento.
Il viaggio attraverso le Highlands è stato fantastico, anche se il pullman dopo un poco probabilmente stanca, ha offerto però la possibilità di vedere il paesaggio di maestose montagne, di grandi o piccoli corsi di acqua pura e di natura totale incontaminata.
Il viaggio, che stavolta è stato più lungo del previsto, ci ha condotti fino alla bizzarra cittadina di Wick.
In realtà, in origine il percorso prevedeva una fermata al Castello di Dunrobin, ma alla fine, avendo ancora molta strada da affrontare di fronte a noi, la guida ha optato per mostrarcelo nella strada per il ritorno al 6° giorno (anche in tal caso vale veramente la pena di visitarlo, ma ve ne parlerò in post successivi).
Arrivati in serata a Wick, abbiamo posato i nostri bagagli presso l'hotel e ci siamo riposati prima della cena, a cui è seguito ovviamente un giro perlustrativo serale da coppietta di sposini quali siamo, stavolta per i fatti nostri.
Dicevi bizzarra, perché Wick è un piccolo paesello che si presterebbe bene per girare delle scene di film horror.
Piccolo porto di pescatori, Wick, che ha conosciuto tempi migliori, negli ultimi anni si è spopolata tantissimo ed ha ora pochissima vita serale che viene accompagnata dal suono stridulo di alcuni uccellacci simili alle cornacchie. E' stato però divertente girare per le viuzze semi-deserte immaginando quali scene horror avrebbero potuto girarsi li.
Wick rimane nonostante tutto un buon punto di partenza per quella che l'indomani sarebbe stata la nostra ulteriore meta: il porto di Jhon 'O Groats in direzione delle isole Orcadi.
Per oggi termino qui questo post, ci riaggiorniamo con il 5° e il 6° giorno di viaggio nella prossima settimana (stavolta prometto che aspetto che passi il week-end).
Buona serata.
Tutte le Foto presenti sono state scattate durante il viaggio in Scozia e sono personali.
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