Durante il periodo pre e post-natalizio ho avuto modo di ingannare qualche ora del mio tempo leggendo libri che ho acquistato o che mi sono stati regalati (come spesso accade in questa festività). Devo dire che quest'anno quasi tutti i testi che ho letto hanno colpito la mia attenzione, così come spero colpiscano la vostra nel caso decidiate di avventurarvi tra le loro pagine.
Tra i numerosi testi ve ne è uno in particolare che merita di essere qui riportato; parlo dello scritto di Alessandro Baricco, intitolato: I Barbari.
Come lo stesso autore riporta nella pagina di introduzione, quest'opera è stata scritta e pubblicata a puntate, tra il maggio e l'ottobre del 2006, sul quotidiano La Repubblica, presso il quale Baricco collabora.
Al titolo "I Barbari" segue un sottotitolo indicativo e chiarificatore che specifica comunque in parte la natura delle sue pagine: Saggio sulla Mutazione.
Baricco raccoglie dunque così 30 puntate dei suoi scritti (usciti e pubblicati come dicevamo sul quotidiano di Repubblica), e le trasforma alla fine in un vero e proprio testo, anzi in un vero e proprio saggio critico.
Iniziando così ad esplorare tra le pagine del libro, vengono fin da subito una o due domande spontanee, che possono essere così riassunte: Chi sono questi "barbari" ? Cosa vogliono ?.
Lo stesso Baricco li decrive, questi barbari, in piu' parti lungo le fila del suo discorso con il lettore, ad esempio a pagina 31, dove scrive:
Arrivano da tutte le parti, i barbari. E un pò questo ci confonde, perchè non riusciamo a tenere in pugno l'unità della faccenda, una immagine coerente dell'invasione nella sua globalità.
Ci si mette a discutere delle grandi librerie, dei fast food, dei reality show, della politica in televisione, dei ragazzini che non leggono, e di un sacco di cose del genere, ma quello che non riusciamo a fare è guardare dall'alto, e scorgere la figura che gli innumerevoli villaggi saccheggiati disegnano sulla superficie del mondo.
Vediamo i saccheggi ma non riusciamo a vedere l'invasione e quindi a comprenderla.
Credetemi: è dall'alto che bisognerebbe guardare.
Ma è nella recensione di un'altra autrice, Rossella Dossena, reperibile sul sito: http://oggilaparola.altervista.org/inquietudine/inquieti6.html che è invece possibile chiarire di chi e di cosa stiamo parlando, chi sono in realtà questi barbari.
Scrive infatti la Dossena:
I barbari del titolo non sono tanto, come verrebbe da pensare subito, gli
stranieri, le nuove popolazioni immigrate la cui presenza sul nostro territorio
scatena le più impensabili reazioni.
Certo, anche questi in qualche modo
rientrano nella categoria, ma i barbari di cui scrive Baricco appartengono alla
società occidentale, si fanno avanti nella nostra società, in maniera subdola
(ma neanche tanto) e avvertita come pericolosa o scandalosa. Il sottotitolo di
questo scritto, saggio sulla mutazione, chiarisce meglio del titolo l’argomento
trattato: si avverte, da parte di molti, con timore, che è in corso un
cambiamento, per alcuni epocale, che riguarda nel profondo la nostra
civiltà.
Valori condivisi per lo meno da due secoli, stanno scomparendo,
lasciando il posto a qualcosa di nuovo che la nostra civiltà considera
non-valori.
L’autore ammette di non sapere spiegare le motivazioni di questa
mutazione, ma può coglierne alcuni aspetti attraverso certi comportamenti
all’interno della società
Barbari dunque intesi non come stranieri che ci invadono, ma come una "mutazione" (altra parola chiave contenuta nel sottotitolo) silenziosa, radicale e profonda della società che ci circonda e di cui pare noi non ci accorgiamo.
Dopo l'introduzione di alcuni paragrafi iniziali, in cui Baricco decide di riportare delle Epigrafi di autori famosi (ad esempio il letterato tedesco Benjamin), si passa ad una comprensione chiarificatrice del concetto attraverso esempi che sembrano a prima vista banali, che rigaurdano la societa' che ci circonda e pertanto alla fine risultano poi non così tanto scontati.
Si parla così di Vino, di Calcio, di Libri, di Google, di Educazione, di Anima, di Guerra, di Democrazia, fino ad arrivare all'Epilogo finale intitolato "La Grande Muraglia".
La Muraglia è infatti, secondo Baricco, una icona della civiltà che rappresenta l'invasione barbarica.
La Muraglia è quel luogo comune che bisogna abbattere per poter così trovare ed abbracciare nuove consapevolezze e una nuova civiltà (quella dei barbari) senza averne timore.
In conclusione:
(per lo meno è questa la conclusione personale che ho visto nel libro):
La società è in continua evoluzione (grazie anche ai maggiori progressi tecnologici e scientifici, oltre che culturali in più campi) e seppur smarriti noi comuni mortali non dobbiamo temere questa "invasione" nuova ma aprirci ad essa, cercare di comprenderla, senza però per forza tralasciare quella che è stata la nostra Storia passata alle spalle, ma anzi, dobbiamo essere in grado di combinare entrambe le cose, il nuovo e il vecchio, per migliorare le cose e per migliorare anche noi stessi.
Iniziamo
Arrivo tardi come al solito nel mondo informatico e mi cimento
cosi' per la prima volta con un Blog ....
Ma come dice il famoso detto popolare "Meglio tardi che mai".
Il seguente Blog tratta pertanto svariati argomenti: si va dalla vita personale a Fotografie, dalla Letteratura all'Arte in generale (Musica, Teatro, Cinema), dalla Storia alle Biografie di personaggi famosi, Viaggi, Ricette di Cucina, Eventi e notizie in generale.
Percio' Benvenuto a chiunque voglia seguire queste pagine.
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