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giovedì 7 agosto 2014

Un mondo senza libero arbitrio

Sfogliando le pagine del mese di Agosto de "Le Scienze" si trova un articolo interessante che tratta della tematica del libero arbitrio.
L'articolo in questione si intitola proprio "Un mondo senza libero arbitrio" e lo si ritrova a partire dalla pagina 59 fino alla 61.
Scritto dall'assistant professor di psicologia dell'università dell'Oregon Azim F. Shariff e dalla titolare della cattedra di marketing della Carson School of Management, Kathleen D. Vohs, dell'università del Minnesota,  ci si pone la domanda di fondo di cosa potrebbe accadere ad una società che ritenga che le persone non abbiano il controllo delle proprie azioni.
Nell'introduzione a tale articolo viene riportata una storia interessante anche se sconvolgente, si legge infatti:

Nel luglio del 2008 Brian Thomas, operaio siderurgico in pensione, e sua moglie Christine, arrivarono in camper in un paesino sul mare del Galles.
Infastiditi dalla presenza di un gruppo di motociclisti e dalle loro esibizioni, i due si spostarono nel parcheggio di una locanda dei dintorni.
Durante la notte, Thomas sognò che uno dei motociclisti aveva fatto irruzione nel camper.
Nel sonno scambiò la moglie per l'immaginario motociclista e la strangolò uccidendola.
Questa almeno è la sua versione.
Un anno dopo una giuria ebbe il compito di decidere se Thomas fosse o meno colpevole di omicidio.
Ai giurati fu detto che soffriva di sonnambulismo fin dall'infanzia.
Un esperto psichiatra spiegò che mentre soffocava la moglie non era cosciente di quel che faceva e che non aveva consapevolmente scelto di aggredirla.
Thomas fu lasciato libero.

Ora la storia che viene riportata nell'articolo apre a delle domande complesse che portano a riflettere proprio su cosa significa essere dotati di libero arbitrio.
Può un episodio di sonnambulismo dirigere le azioni del cervello di una persona ?
Si è coscienti oppure no durante le azioni compiute nel sonno ?
La letteratura medica e quella giudiziaria hanno già in passato riscontrato casi simili e quindi ci si chiede: dove finisce il libero arbitrio ?
Nel giornale de Le Scienze, secondo i due studiosi, negli ultimi dieci anni sempre più neuroscienziati e filosofi hanno sostenuto che il Libero Arbitrio Non Esiste e che siamo invece spinti qua e là dalla nostra mente inconscia.
Ora per me che ho sempre sostenuto la facoltà di scegliere seconda coscienza accettare queste teorie risulta difficile.
Ovviamente non sono uno scienziato e quando ho studiato io presso l'università durante le lezioni di filosofia ho sempre trovato professori che dibattendo si dividevano su tale questione.
Era presente chi era a favore e chi invece no e a quanto leggo da questo articolo ancora oggi tra neuroscienziati e filosofi esiste una spaccatura.
La domanda che ad un certo punto pongono gli studiosi che hanno scritto l'articolo è:
Cosa succede quando la generale fiducia nel libero arbitrio, giustificata o meno che sia, viene scossa ?
Come potrebbe essere una società che si lascia alle spalle il libero arbitrio, o meglio la fiducia nel libero arbitrio ?
Le ricerche e gli esperimenti svolti dai due hanno evidenziato come in una società che smetta di credere nel libero arbitrio sarebbe meno orientata alla punizione di reati.
Secondo i loro questionari è stato riscontrato come nella gente che dubita nel libero arbitrio sia quella che più crede che punire non serva più di tanto.
Questo non significa per forza di cose che si venga ad abbandonare la nozione di punizione del trasgressore ma solo che si cercano metodi più efficaci di scoraggiare i crimini e riabilitare chi li commette.
Secondo gli studiosi chi è scettico sul libero arbitrio tratta chi infrange la legge come farebbe con un virus o un altro fenomeno naturale: vuole proteggersi da ulteriori danni, non vendicarsi.
Quindi è questo il dubbio amletico: Libero arbitrio si o no ?
La scienza si chiede anche se lo scetticismo sul libero arbitrio e il fatto di volere pene più efficaci non significhi procedere verso un miglioramento del sistema legale puntando così a scoraggiare nuovi delitti e a far soffrire meno la gente con anni e anni di galera.
Si potrebbe andare avanti giorni a discutere su tale tematica e personalmente rimango con dei dubbi su quanto letto. Alla fine però mi sembrava corretto dividere anche con chi legge il blog questo articolo, traetene quindi pure le vostre conclusioni, quelle che più vi aggradano, e se volete discutere discutiamone pure.
Buon proseguimento di serata.

 
Fonti ed Immagini:
 
Azim F. Shariff e Kathleen D. Vohs su "Le Scienze" di Agosto, "Un mondo senza libero arbitrio", alle pagine 59-61.

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