Ieri, primo Ottobre, è stato il compleanno di una
donna che è diventata a partire dagli anni ’60 una vera e propria icona cinematografica,
teatrale, letteraria, e più in generale è stata un vero e proprio mito ad un alto livello culturale artistico, parlo di: Julie Andrews.
A lei ho dedicato questo post biografico sul
blog oggi per celebrarla, anche se con un giorno di ritardo, e pertanto vi auguro buona lettura.
BIOGRAFIA:
Bambina prodigio che debutta a soli otto anni,
Julie, è quindi destinata a diventare una star di fama mondiale.
A dodici anni, grazie alla sua voce straordinaria,
diventa solista all’Hippodrome di Londra, nella rivista Starlight Roof, e fino agli
inizi degli anni ’50 prosegue la sua carriera (con una lunga e faticosa gavetta
che la porta pian piano verso la cima dello star sistem) nel circuito dei
musical britannici.
Dotata di una splendida e possente voce lirica
dall’estensione di quattro ottave, nel 1954, a soli 18 anni, Julie Andrews
arriva in America, a Broadway (patria dei film musicali e dei teatri più alla
moda), dove viene scelta dai produttori per interpretare la protagonista del
musical inglese “The Boy Friend”.
Il successo ottenuto da questo lavoro è tale che la
giovane attrice diventa star del teatro americano e viene chiamata in
successive produzioni teatrali, ma anche televisive, di successo quale: My Fair lady (sullo schermo
cinematografico interpretato invece da un'altra diva come: Haudrey Hepburn) e Cinderella (che vide incollati alla
Tv 107 milioni di spettatori, un record vero e proprio per l’epoca, e grazie al
quale riceve il suo primo premio Emmy) .
Nel 1959 sposa
lo scenografo e costumista Tony Walton con cui avrà una unica figlia,
Emma, e da cui divorzierà a metà degli anni ’60.
A 27 anni si aggiudica il ruolo di protagonista nel
film che l’ha lanciata al successo a livello planetario e che le regala persino
il prestigioso premio Oscar: Mary
Poppins.
Dopo il successo di Mary Poppins, infatti, la Andrews, viene chiamata, nel 1965, ad
interpretare altri personaggi cinematografici e sempre con il ruolo principale;
come per esempio l’appassionata Maria in: Tutti insieme appassionatamente
(musical prodotto dalla 20th
Century Fox e diretto da Robert Wise, che vince ben 5 premi Academy Award e
che fa guadagnare la seconda nomination all’Oscar all’attrice, oltre che il suo
secondo Golden Globe).
L’anno seguente Julie
Andrews risulta essere l’attrice più pagata di Hollywood; tanto che persino il famoso regista
Alfred Hitchcock è costretto dalla casa produttrice dell’Universal a
scritturarla nel suo thriller “Il
sipario strappato”.
Fino alla fine degli anni ’60, la Andrews, gira in
continuo film di successo (o che risultano poi tali grazie al fatto che vi sia
lei come protagonista), in seguito però, con il passare degli anni, iniziano a
cambiare le mode e i musical vengono messi da parte per far spazio a generi
cinematografici nuovi e più in stile d’azione.
Nel 1969, si sposa con il regista americano Blake
Edwards (autore di film culto come: Colazione
da Tiffany e Operazione sottoveste)
e con lui inizia una lunga collaborazione che arriva fino agli anni ’90 (quando
poi il marito decide di ritirarsi dalle scene). Insieme girano film particolarmente graffianti e
lontani dallo stile acqua e sapone che fino ad allora ha contraddistinto l’attrice,
come ad esempio: S.O.B. (Son of Bitch),
commedia dissacratoria e semi autobiografica, con l’attore William Holden, in
cui lei interpreta una attrice di musical per famiglie costretta dal marito a
denudarsi in un film pornografico mettendo in agitazione un mondo
cinematografico ipocrita.
Il film suscita scandalo anche nella realtà; probabilmente
ciò è dovuto al topless della Andrews e al suo costante uso, durante le scene,
di continue parolacce.
Dopo S.O.B., i due coniugi, girano nel 1995, il film
Victor/Victoria, dove stavolta
alla Andrews è affidata la complessa e delicata parte di una drag queen della
Parigi degli anni ’30.
Nel 1997, a causa di una operazione mal riuscita
alle corde vocali, la Andrews, perde la sua fantastica voce lirica depotenziando
così le proprie tonalità e demoralizzando momentaneamente l’attrice che ha la
magra consolazione di vincere una causa milionaria contro il chirurgo che l’ha
operata e che ha provocato il danno.
Con il marito, l’attrice si ritira momentaneamente
dai riflettori e si trasferisce in Europa, dove inizia un percorso di vita
tutto nuovo e si reinventa, affiancata dalla figlia Emma, persino una carriera tutta
nuova: quella di scrittrice per l’infanzia presso la casa editrice Collins,
dove scrive alcuni best seller.
Nel 2008 dona alle stampe la sua prima
autobiografia: A Memoir of my Early
Years e nello stesso tempo inizia anche a diventare doppiatrice per
alcuni film d’animazione (ad esempio presta la voce ad alcuni personaggi del
famoso cartone animato “Shrek”).
Dopo la morte del marito, avvenuta nel 2010, la
Andrews , si dedica ad associazioni di beneficenza e alla regia di alcune opere
teatrali.
Considerata come una vera e propria leggenda vivente
nel mondo dello spettacolo, negli ultimi anni le vengono consegnati
riconoscimenti importanti come: l’investitura di Dama Comandante dell’Ordine
dell’Impero Britannico (consegnatole dalla regina Elisabetta II presso Buckingham
Palace nel 2000), nel 2001 l’onorificenza come artista (consegnatale dal
presidente degli Stati Uniti), nel 2011 due Grammy (che si aggiunge così agli
altri tre in suo possesso) e una Lincon Medal per le arti.
Conclusione:
dalla critica cinematografica e dal resto del mondo,
Julie Andrews si dimostra un vero ciclone di talento ed umanità.
Auguri quindi a questa grande attrice di ieri e di oggi.
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