Iniziamo

Arrivo tardi come al solito nel mondo informatico e mi cimento
cosi' per la prima volta con un Blog ....
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venerdì 30 agosto 2013

Jonathan Safran Foer e il suo libro "Se niente importa. Perchè mangiamo animali ?".

Il libro che voglio tentare di recensire oggi si pone a metà tra una storia personale e un saggio e se uso il termine "tentare" è proprio perché dentro questo testo (finito di leggere due giorni fa, così le impressioni sono ancora fresche nella mente) le tematiche affrontate non risultano di certo facile da portare all'attenzione di chi legge.
Parlo di "Se niente importa perché mangiamo gli animali  ?"scritto dallo statunitense Jonathan Safran Foer.
Diventato famoso grazie all'opera "Ogni Cosa è Illuminata", Safran Foer, risulta essere un autore di particolare interesse nel panorama letterario statunitense grazie alla sua sensibilità particolare e al suo occhio critico attento a ciò che lo circonda.
"Se niente importa. Perché mangiamo animali ?", edito da Guanda e pubblicato nel 2009, ha fatto discutere fin dalla sua prima uscita; si tratta infatti di un saggio che lo scrittore, dopo tre anni di accurate ricerche sugli allevamenti intensivi, si è sentito spinto a scrivere motivato dalla imminente nascita del figlio.
L'arrivo di questa nuova vita, che si affaccia per la prima volta al mondo, ha spinto l'autore a riflettere prima e a documentarsi a fondo poi, sul rapporto che esiste tra l'uomo e il cibo e sul rapporto tra l'uomo e gli animali.
Foer mescola ai ricordi personali della propria infanzia (ad esempio quando scrive della propria nonna, una donna ebrea, sopravvissuta alla guerra e che quindi ha conosciuto la fame durante quel periodo così cupo, che lo prendeva in braccio come a pesarlo e dicendo che era troppo magro andava riempiendolo di cibo) i documenti raccolti in tre anni di indagini nei vari allevamenti statunitensi e portando alla luce una sconvolgente verità sugli allevamenti intensivi, concentrando soprattutto la propria attenzione sulla crudeltà che viene rivolta ai polli e ai suini, per poi arrivare anche a parlare della pesca selvaggia che sta distruggendo i nostri mari.
Non sono solo riportati numeri e statistiche (come in certe pagine potrebbe sembrare, anche se sono comunque cifre che ti portano a pensare attentamente a ciò che l'uomo sta combinando al proprio pianeta) ma anche testimonianze dirette di allevatori, attivisti per i diritti degli animali e di persone che dentro a questi mattatoi ci hanno lavorato fin quando hanno resistito.
Giusto per citare qualche pezzo, vi riporto ciò che l'autore scrive alle pagine 95 e 96 del libro; si legge infatti:

Proprio l'altro giorno, uno dei pediatri della zona mi raccontava che oggi vede ogni genere di malattie che una volta non vedeva.
Non solo il diabete giovanile, ma malattie infiammatorie e autoimmuni che un sacco di medici non sanno neanche come chiamare. Le ragazze raggiungono la pubertà molto prima, i bimbi sono allergici praticamente a tutto. Lo sanno tutti che ciò è dovuto a quello che mangiamo.
Manipoliamo i geni di questi animali e gli diamo ormoni della crescita ed ogni genere di farmaci di cui non sappiamo abbastanza. E poi ce li mangiamo.
I bambini di oggi sono la prima generazione che cresce con questa roba e noi usiamo loro come cavie...

Testimonianza quindi anche di medici che sono consapevoli che la maggior parte delle malattie di oggi sono dovute a quelle che sono le nostre scelte alimentari, i nostri consumi quotidiani.
Non si vuole nel libro convincere il lettore a non mangiare più prodotti animali ma lo si vuole però portare ad una scelta consapevole e soprattutto si vuole porre l'attenzione ai danni che derivano da questi allevamenti oltre al fatto che gli animali vengono trattati in maniera disumana al loro interno e il più delle volte torturati in maniera gratuita.
Al fianco degli allevamenti intensivi si contrappongono altri tipi di allevamento, per lo più quelli a gestione familiare, piccole realtà contadine, che prevedono un numero minore di animali allevati ma che di certo sono trattati in maniera più umana.
E se poi è vero che il modo di morire di un animale incide anche sul suo sapore (e vi risparmio qui le descrizioni crudeli e quasi da film horror che sono riportate all'interno del libro e che ricordo sono state documentate dall'autore in prima persona che ha visto e raccolto con i propri occhi ed orecchie le varie testimonianze e visitato questi luoghi di morte) allora vi rendete conto da soli del perché molte volte quella che dovrebbe essere una succulenta e saporita bistecca in realtà tiene il sapore di plastificato, con carne dura come la pietra e che oramai, proprio come scritto sopra (nella testimonianza del pediatra) a causa di ciò che viene dato loro da mangiare, non sa più di nulla.
Senza infine contare le numerose malattie che vengono trasmesse all'uomo da questo tipo di consumo (accertato oramai dalla scienza e dai medici che un eccessivo consumo di carni provoca tumori di vario tipo).
Si è di certo capito che l'autore è vegetariano ma quello che scrive nel libro, e come dichiara lui stesso più volte, non vuole essere l'imposizione di una scelta di un modello di vita come assoluto ma vuol far riflettere su come la riduzione del consumo di carni aiuterebbe il pianeta a vivere meglio e soprattutto inciderebbe sulla salute personale di ognuno.
Il mondo in cui viviamo (che oggi non appare in buono stato di salute), l'uomo e gli animali sono collegati tra loro e quindi anche noi possiamo contribuire a migliorare le cose e a risanarle in parte; per fare ciò basterebbe semplicemente imparare a fare scelte poco più consapevoli.
Libro quindi vivamente consigliato a chi vuol riflettere ed aprire la propria mente ad un nuovo e diverso punto di vista.

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