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lunedì 24 marzo 2014

Secondo post sul Teatro Inglese Rinascimentale (tra Elisabetta e Giacomo I).

Nel post dello scorso mese (datato 27 febbraio 2014) si è introdotto l'argomento sul teatro Elisabettiano (quindi sul Teatro Inglese) a partire dai suoi esordi (soprattutto dalla salita al trono della regina Elisabetta), avvenuti intorno alla metà del '500, fino ad arrivare ad un certo periodo storico e più in particolare alla data del 1640 dove si videro fiorire i primi veri e propri teatri stabili, non più itineranti lungo il regno.
Ripartiamo quindi oggi, con questo secondo post, trattando della materia e tentando di portare avanti le argomentazioni nuove (ricordo come sempre che chi vuole trova questi post nella colonna qui a fianco alla voce Teatro della sezione Etichette).
Nel post precedente si è visto come, prima dell'arrivo al trono della regina, vi fosse un certo tipo di confusione nel settore del teatro che non aveva dimora fissa né finanziamenti pubblici ma che vedeva invece le piccole compagnie di attori girovagare in lungo e largo per le terre di Inghilterra, portando con loro spettacoli che non solo non avevano grande impatto sul pubblico ma che erano il più delle volte sottoposti ad una forte censura che non permetteva storie a carattere religioso o politico altrimenti si veniva penalizzati con grosse multe o persino con la galera.
Solo a partire dalla salita al trono della regina, nel 1558, vi furono profondi e significativi cambiamenti nei più svariati campi artistici ed in particolare nel teatro (passatempo preferito della regnante che a quanto pare lo usava anche come centro di spionaggio, visto che le compagnie viaggiavano anche in terre lontane, come ad esempio Francia, Italia ed altro ancora).
I teatri iniziarono così ad avere sede stabile nella prima periferia di Londra ed inoltre la regina emanò una legge, nel 1572, che poneva fine al vagabondaggio degli attori e permetteva loro di prendere una licenza per poter recitare in teatri stabili.
I Teatri di Londra si divisero così in due categorie: Teatri Pubblici e Teatri Privati (in entrambi i casi, come già visto nel post precedente, gli spettacoli iniziavano alle due del pomeriggio e finivano prima del tramonto, la differenza era che nei teatri privati gli spettacoli erano presenti presso ambienti aristocratici o in sale in cui vi erano i nobili a far da spettatori, mentre nei teatri pubblici era il popolo ad assistere agli spettacoli in arene, locande, luoghi all'aperto).
Con la stabilità dei teatri cambiò anche il tipo di organizzazione commerciale dove al centro adesso si trovavano gli Azionisti (coloro che prendevano le decisioni principali) ed intorno vi erano invece gli Attori ed il resto del Personale di Scena (sostenuti dalla figura dell'impresario).
Nel 1640 nacquero teatri di grande fama come ad esempio: Il Fortune; il Globe; il Rose; il Theatre; etc. (per approfondire il discorso sull'aspetto tecnico, quindi sul tipo di architettura, vedi il post del 27 febbraio 2014).
Questo a grandi linee il riassunto della volta scorsa. Procediamo ora quindi da dove avevamo interrotto (ripartendo però dalla data del 1583 anziché da quella del 1640) ed andiamo avanti nel delineare il profilo del Teatro Inglese nel periodo preso in esame.
 
Nel 1583 la regina ordinò che si formasse una compagnia a suo nome e così nacquero i "Queen's Men", che insieme agli "Admiral Men" (che lavoravano presso il teatro Rose dell'impresario Philip Henslowe) e ai "Lord Strange's Men" (che lavoravano presso il teatro dell'impresario Burbage), furono i primari gruppi teatrali aristocratici londinesi sulla scena per una decina di anni.
Quando la compagnia dei "Queen's Men" si separò, nel 1594, rimasero in gioco altre compagnie, come ad esempio quella dei "Chamberlain Men", di cui facevano parte nomi di grande risonanza dell'epoca elisabettiana come ad esempio quelli di: Pope; William Kemp (comico e cantore fisso della compagnia di Shakespeare, celebre per le sue improvvisazioni e perché fu il primo attore ad interpretare il ruolo di Falstaff); Bryan; Sinclair; Holland; Philips>> nomi che sono conservati anche nelle prime opere di Shakespeare e a cui si aggiunsero in seguito quelli di: Burbage; Sly; Duke e Gough>>.
Il nome di Burbage, come avrete notato, compare spesso in quanto egli fu impresario, attore e tuttofare dell'epoca che grazie alla sua tenacia e alla sua furbizia si fece strada nel mondo teatrale arrivando a possederne e gestirne uno di grande fama come: il Globe.
Burbage finanziò il Globe facendo acquistare una quota di proprietà a 5 attori-soci della compagnia che dovevano così aiutare a raccogliere denaro per la nuova sede (tra questi soci vi era anche Shakespeare, di cui parleremo in post futuri) e venivano coinvolti in prima persona nelle fortune o sfortune della compagnia (così dovevano impegnarsi seriamente se non volevano rimetterci economicamente) guadagnando la metà degli incassi.
Al fianco delle compagnie formate da Adulti viste fino ad ora, vi erano anche quelle costituite da Ragazzi. Quest'ultime appartenevano a cori o a scuole e il loro repertorio era più raffinato di quello teatrale perché si esibivano in chiese o di fronte al sovrano; per loro scrivevano inoltre autori inglesi famosi dell'epoca come: Jhonson; Fletcher; Dekker.
Ai ragazzi nelle compagnie adulte erano assegnati i ruoli femminili (in quanto alle donne era vietato recitare in teatro) ed erano pagati circa 3 scellini alla settimana.
Fino ad ora si sono visti i teatri (intesi come luoghi fisici, come strutture stabili) ed i nomi delle compagnie più importanti del periodo, passiamo ora invece a parlare anche di cose che appartengono al teatro ma di cui spesso si ignora, come ad esempio il Testo Drammatico ed il Pubblico.
Dopo questa prima infarinatura generale infatti, quello che occorre ora chiedersi è: Che tipi di testi si rappresentavano in teatro ? Quale era il comportamento degli spettatori di fronte ad un testo e a chi lo recitava ? Chi si recava a teatro ? Quale ceto sociale e che tipo di cultura possedevano ?
Le società rinascimentali erano infatti divise per ruoli e funzioni sociali, dove ogni classi si differenziava dall'altra non solo per il grado di istruzione ma anche per il tipo di lavoro che si faceva, per come era composto l'abbigliamento, per il reddito che si possedeva.
Generalmente, gli studiosi e storici del teatro, dividono in 4 classi, per ordine di reddito e prestigio, questo pubblico del periodo elisabettiano:
- Nobili e Gentiluomini (inclusi Militari ed Universitari);
- Cittadini generici;
- Piccoli Proprietari terrieri;
- Artigiani e Manovali.

Inoltre era presente una forte percentuale di pubblico femminile a teatro e ciò dimostra che i teatri erano soprattutto frequentati da analfabeti perché le donne dell'epoca non sapevano ne leggere ne scrivere e non dovevano neanche pensare di imparare. Solo alle figlie dei nobili era permesso di essere istruite (quel tanto però che bastava per poter rappresentare un buon partito matrimoniale futuro). Le donne quindi a teatro erano considerate rispettabili solo se andavano accompagnate da un uomo (padre, fratello, fidanzato, marito etc).
In generale però a teatro potevano andarci tutte le classi sociali, la differenza tra i teatri pubblici e privati era che il pubblico dei teatri all'aperto erano molto più rumorosi di quelli dei teatri privati.
Per quanto riguarda invece il discorso sui Testi Drammatici da rappresentare in teatro, questo si fa un poco più lungo e complesso, ma possiamo comunque tentare di riassumerlo dicendo che durante il regno della regina Elisabetta (ma anche dopo, quando salì al trono Giacomo I, dal 1603 al 1625) le compagnie inglesi si riunivano in una sala di una taverna ad ascoltare gli autori leggere i propri drammi e solo in seguito decidevano se accettarlo o meno.
Se e quando accettavano l'opera, all'autore era richiesta una bella copia scritta che funzionasse da canovaccio (specie di copione) per lo spettacolo da progettare. Prima infatti esistevano solo opere improvvisate sull'attore e non vi era nulla di scritto.
La pubblicazione dei Testi Drammatici era pertanto differente da quella dei libri comuni.
Se non vi era un accordo preciso, lo scrittore dei testi per il teatro rinunciava ad ogni diritto all'opera nel momento stesso in cui la vendeva alla compagnia.
Per evitare pubblicazioni clandestine si faceva registrare l'opera allo Stationer Register (una sorta di SIAE nostrana, ovvero un registro in cui vi erano i diritti di autore).
Si possono fare alcune classificazioni riguardo alla stampa dei testi dell'epoca, vediamoli velocemente:
- I Drammi normali erano considerati solo come letteratura da passeggio, intrattenimento, stampati in edizioni economiche (il costo era di circa 6 pence) e venivano chiamati edizioni "IN-QUARTO" in quanto il formato era quello standard di un foglio intero piegato in modo da ottenere 4 fogli.
Essendo edizioni economiche non avevano copertina (pertanto si rovinavano presto) e non erano cuciti ma infilzati, graffetati tramite un unico spillo.
- I Plagi erano invece chiamati BAD QUARTOS ed erano così definiti per la natura scorretta del testo.
- Infine vi era l'IN-FOLIO, un foglio intero ripiegato una sola volta a formare 2 fogli o 4 facciate ed era stampato e pensato per edizioni importanti (possedeva pertanto una buona rilegatura ed una copertina che lo conservasse in ottimo stato) una sorta di edizioni di lusso di oggi e destinato alle biblioteche.

Delineato il periodo storico, visti i teatri principali, il discorso sulla tipologia di pubblico presente e sui testi rappresentati, passiamo ora a descrivere (e direi che per oggi con questo possiamo chiudere il secondo post sul teatro inglese) di uno dei personaggi più importanti dell'epoca: Christopher Marlowe.
Nato in Inghilterra nel febbraio del 1564, Marlowe (soprannominato Kit) è stato drammaturgo, poeta, traduttore e letterato che ha perfezionato al massimo il Blank Verse, ovvero un sistema giambico di 5 accenti (detto pertanto pentametro giambico) non dipendenti dalla qualità della sillaba, adottato in seguito anche da altri scrittori, come per esempio da Shakespeare.
In seguito ad una borsa di studio, vinta durante il liceo, Marlowe, si iscrisse, nel 1580, all'Università di Cambridge, dove si dice venne notato dalla regina in persona che lo volle far diventare una sua spia personale.
Dopo la laurea, nel 1587, si trasferì a Londra dove iniziò la sua attività di drammaturgo.
Tra le sue opere più importanti vanno infatti ricordate: Il Tamerlano; l'Ebreo di Malta; Edoardo II; il Massacro di Parigi; La Tragica storia del Dottor Faust.
Libertino, dal carattere ribelle ed enigmatico, Marlowe morì giovane, accoltellato a soli a 29 anni nel 1593, durante una rissa di cui non si chiarirono mai le cause.

 
Direi che per oggi per quanto riguarda questo secondo post sul Teatro Inglese Rinascimentale possa anche bastare così.
Riprenderemo ovviamente con un terzo post il prossimo mese l'argomento.
Buon proseguimento di serata.

FONTI ED IMMAGINI:

Innocenti, Il teatro Elisabettiano, edizioni Il Mulino, 1994.

Appunti di Storia del Teatro e dello Spettacolo II dell'Università di Bologna, anno accademico 2000-2001, corso tenuto dal professor Guarino.

http://www.biography.com/people/christopher-marlowe-9399572

http://www.sololibri.net/Il-teatro-nell-epoca-elisabettiana.html

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