Iniziamo

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venerdì 8 febbraio 2013

Norwegian Wood di Murakami Haruki

Ci sono libri scritti con tanta passione da far sì che il lettore sfogliandone le pagine ne resti talmente soggiogato e affascinato da finirlo tutto in un fiato.
Ci sono libri scritti con tanta cura e dedizione che ti fanno vivere delle profonde emozioni attraverso i personaggi che da irreali sembra quasi diventino reali.
Questo è quello che mi sento di scrivere ora che ho appena finito di leggere il romanzo di Murakami Haruki: Norwegian Wood.
Di questo scrittore giapponese (qui faccio un Mea Culpa) non avevo mai letto nulla in passato e quindi devo ringraziare il fatto che mi è stato possibile conoscerlo grazie a degli amici che mi hanno regalato questo suo romanzo così intenso.

Norwegian Wood (titolo che prende spunto da una canzone dei Beatles) è stato scritto verso la fine degli anni '80 (con esattezza il 1987) mentre Haruki si trovava in giro per l'Europa (prima in Grecia e poi in Italia) e come lo stesso autore scrive, il romanzo si basa su un racconto che egli stesso aveva scritto 5 anni prima (racconto che si intitola "Hotaru" che significa "La Lucciola").
In Italia il romanzo è stato pubblicato nel 1993 dalla casa editrice Feltrinelli, con il titolo di Tokyo Blues, e riedito poi nel 2006, stavolta dall'Einaudi, con il titolo originale.
Composto da 11 Capitoli, viene narrato in prima persona dal protagonista del libro, Watanabe Toru, che mentre sta per atterrare con l'aereo ad Amburgo, nel sentire la canzone dei Beatles (Norwegian Wood appunto) rievoca con un lunghissimo flashback la sua vita passata e i fatti singolari accadutigli circa 17 anni prima, quando ancora era solo un giovane studente universitario che si affacciava per la prima volta al mondo adulto.
Gli anni di ambientazione del romanzo sono quelli di un periodo storico particolare e confuso come quello che và dal 1968 fino all'ottobre del 1970; si legge infatti a pagina 304 (la mia edizione è quella Einaudi):

Il 1969 nella mia mente è associato all'immagine di una palude.
Una tetra palude piena di una torbida melma, dove a ogni passo i miei piedi rischiavano di restare invischiati. Era solo con uno sforzo terribile che riuscivo ad avanzare in mezzo a quel fango....
Era un periodo di grandi cambiamenti per il resto del mondo....
La gente invocava riforme di questo e di quello, e sembrava che le riforme fossero proprio lì, dietro l'angolo, pronte per essere attuate.
Ma era tutta una messinscena priva di qualsiasi concretezza e significato.
Io vivevo alla giornata ....

Così, in quel periodo di caos e cambiamento mondiale, il giovane Watanabe, protagonista e narratore del romanzo, si ritrova studente universitario presso la Facoltà di Lettere, nella città di Tokyo, dove andrà vivendo vicende personali che lo porteranno a dividersi e struggersi in una relazione complessa tra due grandi amori: quello per Naoko, ragazza fragile e inquieta che conosce fin dal liceo e che in passato è stata fidanzata del suo migliore amico Kizuki, morto suicida, e l'amore per Midori, giovane studentessa solare e piena di vita che conosce frequentando gli stessi corsi universitari di teatro.
Watanabe, estraneo ai tumulti universitari di quel periodo vive così un profondo percorso personale fatto di piccole gioie e di dolori che lo porteranno a confrontarsi con la crescita, con il mondo adulto, e con la complessità della vita e della morte.
Ogni cosa nel romanzo è infatti basata sul rapporto duale, come una sorta di filosofia orientale di Yin e Yang (anche se piu' che di giappone in tal caso si parla di filosofia cinese) tra persone, situazioni e cose.
Ad esempio a Toru Watanabe (paragonato nell'introduzione del testo Einaudi, da Giorgio Amitrano, al Giovane Holden di Salinger; paragone che viene richiamato anche nel romanzo, a pagina 132, da uno dei personaggi del libro) ragazzo intelligente, riflessivo, ben educato, di ceto medio, attento alle esigenze degli altri ma con dei forti principi morali che a volte lo portano a farlo chiudere in se' stesso facendolo sembrare quasi un individualista, si contrappone il personaggio di Nagasawa, conosciuto all'Università, un leader nato, ricco di famiglia, donnaiolo impenitente (nonostante sia fidanzato con Hatsumi) con forti ambizioni e aspirazioni di vita, menefreghista nei confronti di chi lo circonda (un personaggio che mi ha portata alla mente la memorabile battuta di Sordi nel film "Il marchese del Grillo" in cui dice alla povera gente: Perchè Io sò Io e voi non siete nulla).
In comune i due ragazzi hanno solo una passione: la Letteratura Americana, in particolare per lo scrittore Fitzgerald. Il libro infatti è pieno di riferimenti ad altri testi (si citano più volte narratori di cultura di genere europeo o americano) e tanta inoltre la Musica che compare come elemento descrittivo di sottofondo tanto che sembra quasi di sentire le melodie più famose (sopratutto i Beatles, ma si spazia tra ampi generi e sottogeneri musicali).
O ancora, sempre per tornare al discorso della dualità, il rapporto tra i personaggi femminili del romanzo, Naoko e Midori, donne di straordinaria intelligenza ma insicure di loro stesse.
Naoko, bellissima ma fragile e dal carattere oscuro (tanto che dovrà essere ricoverata in una clinica psichiatrica) che vive facendo i conti con i fantasmi del proprio passato e poi Midori che nonostante la vita sia stata crudele con lei (lasciandola orfana di entrambi i genitori a venti anni) tenta invece con tutte le forze di lasciare quei fantasmi alle proprie spalle e reagisce con straordinaria forza ed energia.
L'unico personaggio femminile con cui non si possono fare confronti ma che è comunque ben evidenziato e quello di Reiko, compagna di stanza di Naoko nella clinica psichiatrica, donna di età matura rispetto ai protagonisti (ha infatti circa una trentina di anni mentre gli altri sono appena ventenni), talento musicale indiscusso che aiuterà Watanabe nel suo percorso di crescita verso l'età adulta.
Analizzandolo a fondo, si potrebbe e si puo' scrivere tantissimo su un libro come quello di Haruki ma rischierei di non finire piu' questo post e di farne un romanzo a mia volta.
Voglio concludere solamente scrivendo che questo romanzo è adatto per coloro che vogliono fermarsi a riflettere sulle tematiche generali della vita e della morte, che come scopre alla fine Watanabe, quest'ultima è parte intrinseca della prima.

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