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lunedì 12 marzo 2012

Terza lezione di Estetica filosofica: Breve Storia dell'Estetica

Nei post precedenti di questo blog, avevo inserito due prime parti di vecchi appunti di lezioni universitarie in cui si era dato per prima una definizione di Estetica e poi, nella seconda parte, si è passati a una definizione di Arte.
Ovviamente non sto a ricopiare tutti i motivi e tutti gli argomenti toccati, anche perchè chi vuole puo' benissimo spulciarsi i vecchi post, pertanto oggi passo direttamente alla terza parte di questi appunti che trattano della: Storia dell'Estetica.



Durante la prima parte degli appunti si è visto come il termine Estetica compaia per la prima volta nel 1750 grazie al filosofo tedesco Alexander Gottlieb Baumgarten, che intitola il suo primo volume "Aesthetica" (che deriva dal greco aisthanomai e significa percepire con i sensi, provare sensazioni).
Eppure ad oggi gli studiosi sostengono, a giusta ragione, che è vero che con Baumgarten, alla fine del '700, nasce l'Estetica come disciplina filosofica (configurando cosi' un fenomeno moderno che tenta di porre una legittimazione ad un campo molteplice e complesso su cui ancora non si rifletteva abbastanza) ma che occorre rintracciare le vere origini della materia già nell'antichità.

Già nell'antica Grecia e nei suoi grandi maestri filosofi (Platone, Socrate, Aristotele e altri) infatti sono rintracciabili le teorie che ruotano intorno al concetto di Arte e di Bellezza espresse dal sentimento.
Eppure il campo del Bello e quello dell'Arte non erano convergenti in quell'epoca e tendevano ad essere separati l'uno dall'altro.
All'interno del pensiero greco vanno distinti tre diversi modi di intendere il Bello e l'Arte.


L'arte e tale se e capace di emozionare;


L'arte e tale se il suo contenuto ha un valore educativo;


L'arte e tale se innalza l'anima a Dio.

Le prime nozioni filosofiche di bellezza si possono attribuire alla scuola Pitagorica.
I Pitagorici (V secolo circa), ad esempio, erano convinti sostenitori della presenza di una razionalità geometrico-matematica come struttura del mondo e delle cose.
Il tema centrale del loro pensiero filosofico è quello di "armonia" in relazione con la scoperta che le corde vibrano in maniera diversa in base alla loro lunghezza e quindi l'armonia puo' essere affrontata matematicamente e di conseguenza anche la bellezza è simmetria e proporzione.

Quelle dei Pitagorici erano teorie che si sono trasmesse secondo la tradizione orale, se guardiamo invece a cio' che di tangibile rimane allora dobbiamo rifarci agli scritti e questi primi scritti estetici sono risalenti a Democrito.
Democrito è il primo ad occuparsi dell'operatività artistica (ritmo, canto, poesia) connettendola alla natura (mimesis) e quindi a trattare di questi processi artistici come imitazione della natura.

Per Platone invece (che si appoggiava alle teorie di ordine e armonia della scuola pitagorica) la Bellezza è verità e nella sua famosa opera filosofica "I Dialoghi" tratta il problema del bello in maniera sistematica.
Si legge infatti:

La bellezza non è necessariamente connessa all'esperienza come non lo è la verità.
Anzi essendo la bellezza un'idea vi sarà tanta più bellezza quanto più ci si avvicina a tale idea svincolandosi quindi dalla materia. Si compie così una totale identificazione tra bello e bene.

Anche Platone, come Democrito, afferma che l'arte è imitazione ma ne ha una visione negativa poiché essendo già la natura imitazione della realtà “vera”, l'arte si configura come imitazione di imitazione allontanandosi pertanto dall'originaria bellezza.

E' con Aristotele che si chiarisce pero' la trattazione sull'Arte nella Grecia antica.
Se Platone condanna l'Arte, Aristotele invece la difende in quanto crede che l'arte sia un vero e proprio bisogno dell'essere umano.
La nozione aristotelica di arte, ovvero Techné (per i Greci l'arte era considerata una pratica manuale ecco perchè si adopera il termine technè, loro tenevano in maggiore considerazione le attività intellettuali, quelle che non richiedevano fisicità e manualità), è notevolmente diversa da quella Platonica: l'arte è un movimento che richiede una serie di conoscenze e che implica un'abilità pratica dell'artista. Inoltre,l'arte è in stretta relazione con la natura, ne è mimesis.
Con Aristotele si pone anche una ulteriore questione di cui si dibatte ancora oggi: Cosa distingue l'Arte (nel vero senso del termine) dalla non Arte (esempio dalla storia o dalla letteratura che si occupano di fatti passati) ?
Dopo una lunga riflessione Aristotele arriva al punto di dichiarare che: l'Arte è imitazione della realtà, il suo ambito è il verosimile e il suo scopo è la catarsi (purificazione).

La storia dell'Estetica è dunque antica e la si puo' rintracciare già nel periodo dei grandi filosofi Greci fino ad arrivare ai giorni nostri.
Se in passato vi era la tendenza a delineare cosa era bello e cosa non lo fosse, oggi invece vi è piu' la tendenza ad occuparsi di quale idee e di quale artista si siano espressi nei diversi momenti storici.

Tantissimi sono stati e sono tutt'ora gli autori, i pensatori, i filosofi, i letterati, i critici, gli storici, insomma gli studiosi che si sono occupati della materia.
Questa pero' voleva essere una breve lezione sulla storia dell'Estetica e non mi pare il caso di approfondire ulteriormente qui o si rischia di non finire piu'.

Per chi volesse approfondire comunque testi utili sono:
F. Bollino, Lezioni di Estetica, edizioni Clueb.

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