Iniziamo

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cosi' per la prima volta con un Blog ....
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venerdì 18 novembre 2011

Louise Daguerre e il dagherrotipo



Come avrete notato oggi Google dedica il suo logo al 224° anniversario di nascita di Louise Daguerre, l'inventore del dagherrotipo e di altri oggetti, di cui una damsiana come me non poteva certo non parlare.
Lungo i miei studi universitari, Daguerre è stato infatti uno dei personaggi spesso incontrati e citato in quasi metà degli esami.
Ma chi era quest'uomo e perchè è importante ?
Se cercate su wikipedia nella sua biografia viene scritto cosi':

Louis-Jacques-Mandé Daguerre (Cormeilles-en-Parisis, 18 novembre 1787Bry-sur-Marne, 10 luglio 1851) è stato artista e chimico francese, riconosciuto universalmente come l'inventore del processo fotografico chiamato dagherrotipo.
Fu allievo di Prèvost (primo pittore francese di panorami).
Fu Pittore e scenografo teatrale ed è sempre stato lui ad inventare a teatro l'utilizzo del diorama, una sorta di fondale dipinto con l'aiuto della camera oscura sulla quale venivano proiettate luci e colore di intensità diversa in modo da creare effetti molto particolari.

Aggiungerei che Daguerre era un tuttofare, era anche decoratore, e fu lui che, collaborando alle ricerche di Joseph Niépce (inventore brillante e pioniere della litografia) intorno al 1835 realizzo' il primo dagherrotipo.

Con Dagherrotipia si intende dunque il primo procedimento fotografico per lo sviluppo delle immagini (che a metà Ottocento non erano ancora riproducibili).
Il Dagherrotipo si ottiene usando una lastra di rame su cui viene applicato uno strato di argento che viene sensibilizzato alla luce con vapori di iodio.
Questa lastra viene poi esposta per circa 15 minuti e da essa si ottiene lo sviluppo, mediante i vapori di mercurio a 60° C, delle immagini.
L'immagine ottenuta, il dagherrotipo, non è riproducibile e deve essere osservata sotto un angolo particolare per riflettere la luce in modo opportuno.
Inoltre, a causa del rapido annerimento dell'argento e della fragilità della lastra, il dagherrotipo veniva racchiuso sotto vetro, all'interno di un cofanetto.
La fotocamera per la dagherrotipia era composta da una scatola di legno, una fessura per la lastra di rame sul retro e frontalmente un obiettivo fisso, in vetro e ottone.

A seguito dell'estremo interesse suscitato dalla nuova tecnica, Daguerre, Niépce e Giroux (ebanista che si dedicò anche alla pittura e all'arte) fondarono una società per la produzione della strumentazione necessaria ad ottenere i dagherrotipi.
Le immagini si formavano sulla lastra come riflesse, caratteristica che richiese l'adozione di alcuni accorgimenti per la composizione del dagherrotipo, come la sistemazione degli oggetti a destra per farli apparire a sinistra, oppure non includere del testo, per evitarne il capovolgimento.
La dagherrotipia ottenne un rapido successo, permettendo a chiunque di riprodurre fedelmente l'ambiente circostante.
All'inizio erano predominanti i paesaggi e le nature morte, principalmente a causa dei lunghi tempi di esposizione necessari, ma in seguito al raffinarsi del procedimento crebbero i ritratti e qualche timido tentativo di fotogiornalismo.

Mi sembra di avere scritto tutto cio' che era essenziale, ad ogni modo per chi volesse approfondire l'argomento, i testi e i siti internet a cui ho fatto riferimento sono:

Http://wikipedia.it

Paola Bignami, docente di Teoria e Storia della scenografia presso l'università degli studi di Bologna, testo: Gli oggetti del Teatro, il teatro degli oggetti (1996).

Appunti delle lezioni (anno accademico 2002-2003) del professor Claudio Marra, docente di Storia della Fotografia presso l'università degli studi di Bologna.

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