Iniziamo

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mercoledì 18 febbraio 2015

Cibo, sostanza e circostanza. L'articolo del professor Montanari.

Oggi riporto articolo della rivista di un supermercato (non lasciatevi fuorviare anche al loro interno ci sono argomenti che possono essere interessanti) e che vede, nella sezione Cibo e Cultura (mi appoggio qui alla pagina 16 della versione on line) uno scritto del professore Massimo Montanari, docente di Storia medievale e di Storia dell'alimentazione presso l'Università degli studi di Bologna.
L'articolo si intitola "Cibo, sostanza e circostanza" ed evidenzia appunto il rapporto che esiste tra il "cibo" e le "circostanze".
Il professor Montanari apre l'articolo portando l'esempio del semiologo francese Rolandes Barthes che nel 1961 ha pubblicato un saggio sulla "psico/sociologia dell'alimentazione" in cui si poneva l'attenzione su due termini, "sostanza e circostanza", osservando come il cibo e le bevande non siano solo "nutrizione" (intese come sostanze che si ingeriscono) ma anche "circostanze", ossia veicoli di comunicazione che trasportano valori sociali, rituali, simbolici, legati all'occasione del loro consumo.
Montanari per farsi capire riporta l'esempio del classico panettone che è diventato il simbolo del periodo che indica Natale.
Personalmente mi vengono invece in mente i momenti a pranzo con la mia famiglia di origine (il Sud Italia da questo lato offre infatti svariati punti di vista sul tema cibo/socialità), dove il cibo diventa il simbolo di unione profonda (alzino la mano tutti coloro che vi si ritrovano nell'immagine di una risata o anche di una litigata di fronte a un piatto di pasta della propria mamma).
Proseguendo la lettura dell'articolo, si ritorna sempre a parlare di Barthes e del suo saggio dove, i due termini (sostanza e circostanza) intesi come veicoli di comunicazione di qualcosa, possono anche contrapporsi l'uno all'altro.
Si riporta invece ora l'esempio del caffè, sostanza eccitante che tiene svegli ma che viene invece associata all'immagine di pausa relax (in ufficio con i colleghi diventa così momento in cui la circostanza batte la sostanza).
Montanari conclude con Barthes e scrive poi:

Non ho potuto fare a meno di pensare a Barthes vedendo, in questi giorni, sui giornali la pubblicità di una nuova confezione di popcorn, proposto in buste sigillate da inserire direttamente nel forno a microonde.
Lo slogan (il claim nel linguaggio del marketing) recita "Il gusto del cinema a casa tua".
Spiazzante, al primo impatto. Ma il senso è stato subito chiaro: al cinema si sgranocchiano popcorn, dunque se sgranocchiamo popcorn a casa, davanti alla televisione o magari a un gigantesco home video che simula, appunto, il "cinema a casa tua", è come se fossimo al cinema davvero.

In pratica, Montanari fa comprendere in questo caso come il popcorn pubblicizzato assuma prospettiva differente da quella del suo sapore all'interno di un contesto sociale più ampio (il cinema)per essere invece "privatizzato" tra le mura domestiche.
La parte migliore il professore la riserva però al finale dove scrive:

Tutto ciò che ha a che fare col cibo ci insegna molto di ciò che siamo o pensiamo di essere o vogliamo essere. Il desiderio (se c'è) di sgranocchiare i popcorn nel salotto di casa per replicare un gesto tipicamente "sociale e collettivo" come quello di andare al cinema è forse il segno di una cultura che sempre più tende a privilegiare i consumi privati e la dimensione intima "domestica" della vita. A scapito di quella pubblica.

Ho voluto riportare l'articolo di Montanari perché negli ultimi anni ho posto una attenzione totalmente differente nei confronti del tema alimentazione e mi è sembrato giusto condividerlo con altri lettori che magari si ritrovano in quanto letto o che semplicemente possono anche avere parere diverso (non importa che si sia a favore o no, alla fine ciò che conta è la capacità critica, sana, di visione di insieme che aiuta a crescere e migliorarsi).
Su questo tema in futuro, se ci sarà occasione, mi piacerebbe anche ritornarci.
Al momento concludo il post di oggi semplicemente scrivendo che il discorso cibo riguarda tanto la "sostanza" quanto la "circostanza" ricollegabili, almeno nella mia visione, comunque alla nota più ovvia e significativa: "la vita" (banale per qualcuno meno per altri).
E in attesa che inizi il grande evento italiano di quest'anno (l'Expo di Milano dove il tema sarà proprio quello dell'alimentazione) pareva giusto dedicargli almeno una prima parte.


FONTI ED IMMAGINI:

Articolo scaricabile anche al seguente link sotto:
m.consumatori.e-coop.it/index.php/download_file/force/8849/242/

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