Iniziamo

Arrivo tardi come al solito nel mondo informatico e mi cimento
cosi' per la prima volta con un Blog ....
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giovedì 1 agosto 2013

Viaggio di Nozze in Scozia. L'ultima tappa del tour: la città di Glasgow.

Ultimissimo post del Viaggio di Nozze in Scozia e con oggi, primo giorno di Agosto 2013, smetto definitivamente questo argomento.
Avevo finito il post precedente con l'arrivo e la sistemazione di una sola notte in albergo a Ballaculish, in una sorta di resort sul lago.
La mattina seguente quindi, nuovamente trolley e zaini in spalla, eravamo pronti a ripartire verso quella che è stata la nostra meta finale degli ultimi 4 giorni: la città di Glasgow.
Prima di arrivare a Glasgow però abbiamo fatto una sosta ad un ulteriore città, quella di Inverary, dove si è effettuata la visita del Castello appartenente ai Duchi di Argyll.
Attraversato il Pass of Brander, aspro paesaggio di montagna dove vi fu uno scontro armato tra le truppe di Robert The Bruce e il clan Mac Dougall (Robert The Bruce per chi non lo ricorda è stato, come William Wallace, un eroe scozzese ed il film Braveheart , sebbene abbia ingigantito o comunque travisato qualche storia, si basa pur sempre su fatti accaduti realmente in queste terre).
Vicino al Loch Estive (tutti i laghi prendono il nome di Loch in Scozia) e proseguendo poco oltre, si arriva in questo piccolo villaggio di pescatori che è appunto Inverary.
Il castello, che richiama per lo stile architettonico le magioni francesi per un verso, mentre per l'altro è simil-gotico, appartiene dal 1745 al Duca di Argyll ed ha al suo interno delle grandi e bellissime stanze, in particolare le più belle sono le sale d'armi e la cucina.
A differenza di molti altri posti visitati qui sono più elastici e permettono di fotografare le stanze al suo interno (ovviamente senza flash per non danneggiare i quadri di valore artistico).
Inoltre i loro giardini sono diventati famosi in questo periodo grazie a una serie televisiva che prende in prestito i loro esterni e di cui forse avrete almeno una volta sentito parlare: Downton Abbey.
Almeno per quello che riguarda solo il giardino perché per il resto la facciata esterna credo si rifaccia ad altro castello.
Vi inserisco sotto qualche immagine, che tanto per non essere ripetitiva, sono state scattate dalla mia fedele macchina digitale.

















 
La visita al Castello di Inverary ci ha fatto perdere buona parte della mattina (ma credetemi ne è valsa veramente la pena) pertanto ci siamo fermati nel paese per la pausa pranzo e per comprare gli immancabili souvenir (sempre meglio approfittare se si riesce di questi pit stop per trovare qualcosa di carino dai negozietti).
Il cammino è ripreso nel pomeriggio e dopo circa un ora e mezza di autobus (ricordo per la miliardesima volta che era un viaggio di nozze ma che è stato effettuato in gruppo con altre persone in quanto si trattava di un tour organizzato; abbiamo preferito così per svariate e svariate ragioni e alla fine ci siamo trovati veramente bene) siamo arrivati a Glasgow, ma non siamo entrati subito in città in quanto prima ci siamo fermati a visitare la Burrell Collection.
In un grande parco fuori dalla città (si è veramente tagliati fuori dal tempo e dal caos metropolitano) la Burrell Collection è una galleria d'arte e museo che espone una vasta quantità di opere (circa 9000 pezzi, una cifra pazzesca a ben pensarci) donate da un collezionista privato, William Burrell appunto, a metà del '900 (credo nel 1944).
L'ingresso alla Burrell è gratuito (la collezione è aperta tutto l'anno e tutti i giorni dalla mattina fino alle 17 del pomeriggio) e tra le migliaia di opere meritano di certo una visita, a mio avviso e giusto per citarne qualcuna, quelle come: Il pensatore di Auguste Rodin (1840-1917); la collezione di dipinti di esponenti della pittura francese come Manet, Cézanne, Boudin e Courbet, oltre che opere di artisti italiani quali Vasari, Bellini e altri.



 


 




 
Sotto il Vaso del Vasari (perdonate il gioco di parole)

 
Alle ore 17 (orario di chiusura della Burrell Collection) ci siamo ritrovati al parcheggio e saliti sul bus ci siamo avviati verso l'hotel dove entro le ore 18 era previsto il check in e poi una volta sistemati la cena.
Dimenticavo di aggiungere che questo era il penultimo giorno per le persone che viaggiavano in gruppo con noi perché loro, l'indomani nel pomeriggio, sarebbero ripartiti dall'aeroporto di Glasgow per far rientro in Italia; noi invece avevamo chiesto alla nostra agenzia di poter restare qualche altra notte a Glasgow così abbiamo avuto due giorni in più per girarla in autonomia senza guide locali e senza nessun altro (in pratica ci siamo ritrovati a fare gli sposini freschi, nonostante la nostra convivenza di oramai lungo corso).
Una breve passeggiata serale intorno all'hotel, dopo cena, con alcuni ragazzi del gruppo e poi dritti a nanna pronti a ricaricar le pile per la giornata successiva.
Nella mattinata seguente, infatti, si è avuto il tempo, ancora in gruppo e con la guida, di fare un giro alla Cattedrale di Glasgow e alla vicina Necropoli.
Edificio religioso fin dal XII secolo, anche se la chiesa moderna risale al XV sec., questa Cattedrale è imponente e tetra con uno stile pseudo-gotico che vede delle guglie altissime.
Vicino ad essa sorge su una collinetta più alta, la Necropoli, dove i ricchi nobili di Glasgow (in tutto 50.000 persone) sono sepolte in una sorta di città dell'oltretomba che (se vi piace il brivido) consiglio come visita rapida (in quei labirinti rischiate di perdervi tra le imponenti e maestose tombe e casupole interne).













Tirata la mattinata con la visita in quest'area, subito dopo pranzo, abbiamo salutato la nostra guida (che è stata davvero brava a destreggiarsi con un così alto numero di gruppo e ci ha aiutato davvero tanto durante i giorni di viaggio fornendo ogni utile spiegazione sui luoghi visti) e le altre persone, con cui abbiamo viaggiato fin dall'inizio (l'arrivo era ad Edimburgo), soprattutto quelle con cui si era legato di più.
Devo ammettere che avevamo sentimenti contrastanti, da una parte ci è dispiaciuto salutarli e lasciarli così, non proseguendo con loro, dall'altra invece eravamo curiosi di continuare il viaggio da soli e di riuscire a cavarcela con le nostre gambe (non che fosse complesso più di tanto visto che siamo viaggiatori folli e che il Regno Unito lo avevamo già visitato per i fatti nostri in passato, inoltre con l'inglese ce la caviamo a sufficienza e non moriamo certo di fame o sete).
Ad ogni modo viaggiare in gruppo è stato divertente e non è così brutto come si possa pensare (almeno se hai la fortuna di trovarti con persone cortesi, educate e allegre come è stato per noi).
Lasciati quindi i compagni di viaggio noi abbiamo proseguito il nostro pomeriggio in giro per il centro cittadino.
Partendo da George Square, bellissima e grande piazza centrale di epoca vittoriana, ricca di statue dedicate ai personaggi famosi tra cui la regina Vittoria e il poeta scozzese Robert Burns, posta di fronte alla City Chambers, il comune della città, un mega palazzone storico in stile vittoriano anche questo, si è proseguito fino all'area conosciuta con il nome di Merchant City (il vecchio quartiere commerciale) ricca di palazzi in arenaria rossa costruiti nel XIX secolo dai ricchi commercianti di cotone e tabacco.
In quell'area ci siamo fermati velocemente a far visita al GOMA (ovvero la Gallery of Modern Art, in italiano Galleria di Arte Moderna), aperta nel 1996 è la seconda galleria di opere d'arte moderna più visitata del Regno Unito ed è carina perché suddivisa in 4 livelli che richiamano: l'Aria, la Terra, l'Acqua e il Fuoco.





 




 
 
 
Usciti dal GOMA abbiamo proseguito in giù fino al River Clyde, il fiume che attraversa e divide Glasgow, dopo stanchi e soddisfatti, considerando che è anche arrivata sera, cenato in un localino del centro, ci siamo ritirati in albergo stanchi e contenti.
La mattina seguente, di buona lena e dopo una buona colazione "europea" e non scozzese (diciamo che le colazioni scozzesi non sono propriamente adatte a noi o a chi ha uno stomaco delicato in quanto prevede di tutto di più da salsicce unte al loro immancabile medaglione di Haggis, ovvero interiora di pecora, e via discutendo), ci siamo avviati a piedi fino all'area di Kelvingrove, attraversando la lunghissima Sauchiehall Street, una strada commerciale della vecchia Glasgow (dicono poco raccomandata di sera), ed in circa mezzora di camminata abbiam raggiunto la nostra prima meta (ci siamo studiati dei percorsi alternativi per i nostri ultimi giorni da soli, non siamo stati fermi a far nulla).
Nell'area di Kelvingrove, si trova un enorme parco verde al cui interno si trova il Kelvingrove Art Gallery and Museum.
Questo imponente edificio in stile vittoriano, raccoglie al suo interno circa 8000 opere (meno della Burrell Collection ma comunque anche qui di grande valore e una notevole somma) ed è il preferito dagli abitanti di Glasgow. Non a caso al suo interno era pieno di scolaresche di bambini o di famiglie in visita.
Inaugurato come museo nel 1901, al suo interno si possono ritrovare opere di grande importanza quali ad esempio: il quadro di Salvador Dalì intitolato Il Cristo di San Giovanni della Croce o ancora le opere dell'architetto più famoso della Scozia e di Glasgow, ovvero Charles Rennie MacKintosh (qui gli studenti di architettura di tutto il mondo sanno di chi parlo).
Il Kelvingrove Museum è posto su tre piani ed è talmente grande che abbiamo impiegato quasi l'intera mattinata per visitarlo.










 
 
 


 





 


 
Alle spalle del Museo, non appena siamo usciti, attraversando il grande parco, ci siamo ritrovati in un area che non ci aspettavamo e che ha evocato dei ricordi nostalgici: la zona universitaria (purtroppo per noi quel periodo è già passato).
In questa zona abbiamo scoperto che si trova anche l'Hunterian Museum, un piccolo museo universitario molto carino e visitati gli edifici universitari (roba in stile Harry Potter o film americani che in confronto le nostre università sono barzellette), dopo averne approfittato mangiando alla mensa universitaria (come visitatori stavolta, ma quante volte avrò in passato mangiato in quella di Bologna durante i miei studi ?) ci siamo rimessi nel percorso verso il centro della città.








 

 



 

Ritornati in centro nel primo pomeriggio, abbiamo passeggiato lungo uno dei corsi principali, Buchannan Street, che altro non è che una lunghissima via commerciale pedonale ribattezzata anche con il nome di "Style Mile".
All'estremità di questa via si trovano anche il St. Enoch Shopping Centre e l'entrata di Prince Square (elegante centro commerciale). Mentre a metà di Buchannan Street si attraversa la Nelson Mandela Place (piazza dedicata a Mandela quando era prigioniero) e si arriva alla fine di fronte al Royal Concert Hall sede di grandi concerti di ogni tipo (le varie guide cartacee fanno giustamente notare come Glasgow abbia guadagnato nel 2008 il riconoscimento da parte dell'Unesco di Città della Musica).










E anche stavolta cena serale, in un risto-pub scozzese, e siamo rientrati contenti, in una giornata così piena di cose viste, alla nostra stanza.
La giornata seguente è stata occupata per buona parte nella East End di Glasgow, ovvero una zona urbana un tempo residenza di operai e di povera gente, caratteristica ad ogni modo in quanto riqualificata negli ultimi anni.
In questa zona, vicino alla lunga London Road, il sabato e la domenica si svolge il mercatino dell'usato di Barras, inventato da una certa Mrs Mc Iver che è diventato come una porta portese nostrana.
Poco oltre, verso est del fiume Clyde, nella Glasgow Green (una grande area verde aperta al pubblico fin da tempi remoti, circa nell'anno 1178, e nel corso della storia sede di comizi e lotte sindacali)  si trova il People Palace.
Il People's Palace è un grande edificio costruito in mattoni rossi che ospita il Museo della storia della città di Glasgow e che è stato costruito proprio dai cittadini per non far perdere le proprie radici e per tenere vivo il proprio passato.
Di fronte al People Palace è collocata una bellissima fontana di terracotta che rappresenta l'impero coloniale britannico. Mentre sul retro del museo, si trovano degli indescrivibili giardini, conosciuti come "Winter Gardens", in cui si ritrovano delle serre e delle piante tropicali, oltre che una buona caffetteria.









Devo ammettere che non c'è stato nessun posto che ci abbia mai deluso a Glasgow e che, nonostante possieda una fama non buona, in realtà rimane una città metropolitana che ha saputo riqualificarsi nel tempo e piena di cose da fare e da vedere, ricca non solo di storia ma anche di gente cordiale.
Lasciato il People Palace e risaliti su attraverso Saltmarket Street, abbiamo girato in corrispondenza di Tolbooth e ci siamo ritrovati di fronte al Trone Theatre.
Originariamente questo antico teatro era una chiesa che poi nel XVI secolo è stato ceduto (ricordo che in Scozia le Chiese, che appartengono al popolo, qualora non siano in grado di sostenersi economicamente da sole, possono essere messe in vendita e avere nuova destinazione di uso) e trasformato in ciò che è ora.
Risaliti poi verso ovest siamo arrivati su Argyle Street, anche questa una lunga via commerciale pedonale come Buchannan, per arrivare pian piano fino alla Central Station (stazione centrale della città, con delle vetrate interne fantastiche) e alla fine all'Italian Centre (il centro commerciale italiano, pieno di negozi alla moda quali Gucci, Dolce e Gabbana e così via).
Anche oggi giornata piena e così abbiamo finito il nostro ultimo giorno a Glasgow festeggiando in un locale del centro con del buon pesce e del buon vino.
Abbiamo lasciato l'albergo la mattina seguente per andare in aeroporto con il bus 500 (una sorta di servizio navetta che dalla stazione centrale dei bus ti porta fino a li in 10 minuti).
Della Scozia ci rimane una ottima impressione e speriamo vivamente in futuro di poterci ritornare (stavolta visitando luoghi che non abbiamo toccato però, ad esempio Stirling, che dicono sia una piccola Edimburgo).
Il nostro viaggio di nozze è stato davvero indimenticabile e a permesso alla Scozia di entrare dentro i nostri cuori.

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